Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

I Canyon e La Perla Nera

Tempo di lettura 6 minuti

Continuano ne avventure subacquee di Staipa ed amici.

Staipa e Kokcy in: I Canyon e La Perla Nera
Personaggi principali: La Perla
Personaggi secondari: Kokcy (già Il Ciccio), Staipa, Guido
Comparse: Gli altri due subacquei
Sfondo: l’uomo e il bambino, L’uomo col cappello, i subacquei di passaggio

In un ferragosto come tanti altri, (quali altri esattamente non so dato che prima i due protagonisti non avevano mai fatto un ferragosto assieme, ne tanto meno all’insegna della subacquea) quando Staipa, Kokcy e La Perla giungono alle pozze di Arsiero in provincia di Vicenza.
Le pozze di Arsiero sono tre laghetti vicino alla sorgente del torrente Astico, ovviamente nella Val D’Astico, data la scarsa profondità (normalmente 8 metri quel giorno 10-11 metri) l’immersione è considerata piuttosto semplice. Trattasi di partire dalla pozza più in basso, risalire la corrente fino all’imboccatura della pozza successiva, uscire dall’acqua con l’attrezzatura addosso, scendere nella pozza successiva e fare lo stesso fino a raggiungere la terza pozza. Fatto questo si torna giù.
Dopo un oretta di sole e meritato riposto Staipa e Kokcy se ne vanno a montare l’attrezzatura dicendo alla cara Perla “non preoccuparti! 40 minuti di immersione e torniamo!”.
Così una volta pronta l’attrezzatura arrivano Guido, gli altri due subacquei e l’uomo e il bambino chiedendo di unirsi all’immersione.
Dopo circa 30 minuti sono pronti.
La discesa nella prima pozza, è semplice e agevolata da una discesa di pietra, dopo altri dieci minuti gli altri sembrano pronti all’immersione e finalmente l’avventura ha inizio.
La profondità iniziale è sui 5-6 metri, l’acqua pulita e limpida, la temperatura intorno ai 14° gradi.
Situazione ideale.
Sul fondo molte trote vagano apparentemente senza meta, indifferenti al passaggio dei subacquei i quali possono liberamente nuotarvi in mezzo quasi toccandole, la situazione è idillica.
La pozza arriva a toccare i 10 metri di profondità all’altezza di un canyon stretto dove è possibile passare uno alla volta canyon che da verso il punto di risalita verso la seconda pozza.
La corrente in quel punto è molto più forte, soprattutto in superficie, ma sul fondo è sopportabile, qualche pinneggiata in più è sufficiente.
Arrivati ad un piccolo slargo la manovra prevista è quella di risalire con una buona velocità in modo da non farsi prendere dalla corrente, tenere la sinistra aggirare una pietra e ritrovarsi fori dalla corrente per una risalita agevole. In caso di problemi la manovra di recupero è lasciarsi trasportare dalla corrente un paio di metri, riscendere sul fondale e riprovare da capo.
Semplice.
Staipa osserva la scena, il primo a partire è il coraggioso Kokcy, pinneggia, risale, si sposta a sinistra e scompare dalla visuale.
Sembra facile!
Prima che Staipa parta partono a ruota Giudo e gli altri due subacquei, Staipa decide di restare a guardare per non creare confusione, Guido pinneggia, risale, si sposta a sinistra e scompare dalla visuale.
Si, deve essere facile in fondo!
Gli altri due subacquei pinneggiano, risalgono, e vengono presi dalla corrente, tempo dieci secondi e sono di fianco a Staipa.
P
inneggiano, risalgono, e vengono presi dalla corrente, tempo dieci secondi e sono di fianco a Staipa.
P
inneggiano, risalgono, e vengono presi dalla corrente, tempo dieci secondi e sono di fianco a Staipa.
P
inneggiano, risalgono, e vengono presi dalla corrente, tempo dieci secondi e sono di fianco a Staipa.
Staipa è stufo parte.
Pinneggia, risale, viene preso dalla corrente, tempo dieci secondi ed è di fianco agli altri due subacquei.

Pinneggia, risale, viene preso dalla corrente, tempo dieci secondi ed è di fianco agli altri due subacquei.

Pinneggia, risale, viene preso dalla corrente, si attacca alle rocce e si trascina verso il punto dove la corrente non c’è.
Si trascina con tutte le forze.
Comincia a battere forte il cuore.
Il respiro si fa affannoso
“Al corso sub mi hanno sempre parlato dell’affanno, viene quando i recettori dell’annidride carbonica ne sentono troppa nei polmoni, costringono i polmoni a contrarsi e riempirsi, solo che se questo avviene troppo in fretta ancora non entra ossigeno a sufficienza ed essi fanno contrarre nuovamente i polmoni, sempre più velocemente.
Mi sono sempre chiesto come dovesse essere.
Eccolo qua.
Affanno, principio di panico.
Ok. Mi attacco alla roccia. Sto fermo. Non muovo un muscolo e in teoria il cuore rallenta, rallentando… affanno non ce la faccio.
Sono in affanno.
Sono in affanno.
NO STAI TRANQUILLO “RESPIRA E RAGIONA”
Si… tranquillo…. non ce la faccio
TRANQUILLO
Ok….. controllo il respiro,
rallento il respiro
SI PERFETTO CALMATI
non rallenta, non rallenta per niente sto respiro….
SCENDI SCENDI SUL FONDO E FERMATI
Staipa scende sul fondo, gli altri due sub stanno tentando ancora invano, sono tornati più indietro questa volta.
Respira
Respira
CALMATI

Posso farcela….
SI DEVI FARCELA
Non ce la faccio devo togliere l’erogatore e correre su, devo respirare aria vera
NON SERVE A NULLA AFFOGHI IN QUESTO MODO
Devo togliere la maschera, e l’erogatore, devo andare su, devo tornare sulla spiaggia, devo andare via..
FERMATI
Devo almeno sganciare il Jacket, mi stringe i polmoni, non respiro
PERDI IL CONTROLLO!
Devo sgangciarlo
NON FARLO
Ok…. ho tolto solo un gancio, ora sto…. no non sto meglio non sto meglio per niente.
Ora riprovo

Staipa in affanno risale e tenta nuovamente, la corrente lo prende, questa volta vede Guido sulla roccia, lui ce l’ha fatta!
Staipa si attacca alle pietre, respira in affanno, si toglie l’erogatore, viene trascinato dalla corrente, ma questa volta non scende
Questa volta non scendo, non ci sono onde, qui almeno respiro da fuori, almeno non consumo l’aria della bombola. Però non respiro uguale, sono in affanno, sono in affanno, me lo avevano spiegato al corso. Fermarsi e ragionare. Fermarsi e ragionare,
Staipa arriva in un anfratto, si attacca alla roccia. Accanto a lui Kokcy, in affanno anche lui. Attaccato alle roccie. In affanno, non ce l’ha fatta neppure lui. La maschera tolta e l’erogatore in mano.
Scambiano due parole tra mille respiri.
Decidono di riprovare ancora, trascinandosi tra roccia e roccia, fino a raggiungere guido.
Prima Kokcy e poi Staipa raggiungono la pietra e Guido da sopra li aiuta ad issarvisi.
Ok…. era solo una crisi di panico, forse non era così difficile, solo affanno.
Dopo qualche minuto gli altri due subacquei arrivano sulla roccia.
L’uomo e il bambino non arriveranno mai, si sono arresi.
Finalmente si può passare alla seconda pozza. Kory, seguito da Guido e Staipa arrivano alla seconda pozza e si preparano a scendere di nuovo.
Intanto attendono gli altri due subacquei.
Pochi minuti ed uno dei due scivola, si fa prendere dalla corrente e ritorna sotto.
All’altro si rompe il cinghiolo della maschera.
Tempo una decina di minuti e anche i due subacuqei raggiungono nuovamente il gruppo.
Nel frattempo Staipa si accorge che il proprio erogatore perde aria, ma ormai il più è fatto
La seconda pozza è leggermente più profonda della prima, ma non quanto il canyon, contiene diversi anfratti dove i pesci si nascondono ed è molto più popolata della prima, risalendo verso la fine la corrente si fa leggerm
ente più forte ma mai come la precedente e lì si trovano decine di trote ferme a nuotare contro corrente, uno spettacolo notevole.
La risalita verso la terza pozza è agevole e altrettanto agevole la discesa. Proseguendo la pozza si chiude sotto una stretta cascata. Poco prima le roccie sono levigate e lisce, consumate dall’incessante passaggio dell’acqua, uno spettacolo che solo da lì sotto è possibile apprezzare a pieno.
I raggi del sole filtrano di sbiego nell’acqua facendo effetti stupendi di luce.
Finalmente è ora di tornare.
Il ritorno in corrente consiste nel mantenere l’assetto stabile a circa un metro dal fondo e lasciarsi trasportare dalla corrente, modificando di poco la traiettoria di tanto in tanto per non toccare le rocce. Sembra di volare.
Volare tra i pesci.
Stupendo.
Tra la terza e la seconda è nuovamente necessario uscire e rientrare.
Ancora volo tra i pesci.
Alla fine della seconda Staipa vede Kokcy in piedi pronto ad uscire, gli si avvicina
Ora gli faccio uno scherzone, mi ci fermo accanto e….
mi ci fermo ho detto..
fermati…. fermati…. fermati……..
ok non mi fermo.
Pochi secondi e
Staipa è di nuovo sotto il solito riparo dalla corrente.
Senza una pinna.
Kokcy si lancia anche lui in corrente e si ritrovano sotto.
La pinna nel frattempo era stata recuperata da dei subacquei di passaggio grazie all’uomo con cappello che dall’alto del ponte osservava la scena probabilmente ghignando.
Staipa guarda il manometro e controlla con quanta aria è arrivato in superficie… zero bar.
………precisione millimetrica……….
Fu così che La Perla si incazzò come una iena per il ritardo dei due malcapitati.

p.s. giovedì 30 Agosto è indetta la prima riunione ufficiale dell’Inaffondabile Diving Club

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8 thoughts on “I Canyon e La Perla Nera

  1. eh si..ieri è stata dura..bellissima la zona, quasi da favola, da documentario..ma dura..la portata d’acqua era pesante e ci ha messo in difficoltà..ma è stata una splendida avventura..entusiasmante..oggi però sono a pezzi..e Perla è tornata sorridente.. :o)

  2. ci sono bastardi/e che pur non meritandolo sanno succhiare l’anima.
    E ottengono dalla vita tutto quel che pretendono.
    Tu lo sai…
    io voglio imparare.
    E sfilarmi di dosso questo abito equilibrato e docile di dosso!!!!!!

  3. Ci sono andato anchio in questo posto…molto stupendo…ho fatto di quei tuffi!!!! Xò mi ricordo anche una colonna lunghissima x arrivarci da piovene! Hola

  4. succede che guardo con invidia il passato di una persona che con le unghie si è presa tutto quel che voleva.
    E guardo me che con tutta la mia delicatezza non sono appagata..
    Ecco tutto

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