Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

quello che non ci spezza ci fortifica

Tempo di lettura 3 minuti

L’uomo, la scienza, la medicina hanno fatto passi da gigante. Ormai i trapianti di cuore sono allíordine del giorno, taglia qui, aggiusta li, ricucisci la. Ma un cuore fisiologicamente sanissimo ma emotivamente in pezzi come diavolo si sistema?? Non esiste una colla, non esiste una medicina, un medico, uno sciamano, un profeta, uno stregone sulla faccia della terra che sia in grado di riparare il danno. Non esiste nemmeno una formula magica, un genio della lampada, una fata madrina che può venirti incontro a risolvere la situazione. Líunica soluzione plausibile, pratica e immediata sarebbe la lobotomia. Tuttavia risulta un pochino dolorosa ed estrema come pratica, anche perché si suppone che cotale muscolo cardiaco prima o poi smetta di dolere (col tempo…tanto tempo) mentre il cervello, passata la tempesta emotiva, può tornare utile anche in seguito.

Accantonata l’dea della lobotomia, sfortunatamente irreversibile, è meglio che il dolore lancinante al petto faccia il suo corso naturale. Come una malattia esantematica bisogna attendere pazienti e subirne il decorso, lungo e fastidioso, pentendosi per non aver fatto per tempo il vaccino ed evitando di grattare le pustolette per non lasciare cicatrici troppo evidenti!

heart-brokenProvo ad ipotizzare alcune tappe del lungo percorso di devastante tristezza che porta poi COL TEMPO a stare meglio

FASE 1: LA RICERCA DELLA COLPA
Questa è quasi una tappa obbligatoria. Si rianalizzano† i fatti, gli avvenimenti, i discorsi fatti, i momenti passati insieme alla ricerca di una razionale motivazione per la quale è finito tutto. In poche parole si cerca di chi è la colpa!! 2 possibili conseguenze:

1) » colpa sua. Statisticamente è la conseguenza più gettonata perché più semplice e meno faticosa. » più facile trovare i difetti nellíaltro piuttosto che valutare oggettivamente il nostro operato.

2) » colpa mia. Questo prescinde un grado di auto valutazione estrema. Oppure semplicemente riflette una cieca auto attribuzione di colpe masochistiche che male nascondono un innamoramento senza speranze. Morale: líaltra persona ha fatto un ottimo lavoro di lavaggio del cervello (quindi la vera colpa è sua)!!

FASE 2: LA COMMEDIA
Questa è una breve ma autodistruttiva tappa del percorso di guarigione. Ovviamente è dettata da quellíultimo spiraglio di razionalità che ancora non si arrende al dato di fatto. A prescindere dal fatto di chi sia la colpa e dalle motivazioni per la quale tutto e finito, cadiamo in quello che volgarmente si chiama ìcercare di fare finta di nienteî. Ci riempiamo la bocca con frasi tipo ìmorto un papa se ne fa un altroî ìla vita continuaî ìil mare è pieno di pesciî e perle di saggezza simili che in bocca a noi, cuori infranti, suonano davvero delle immani cazzate! Ma lo diciamo più per gli altri, quelli che ci stanno intorno, per fargli capire che tutto va a gonfie vele, che noi siamo forti e nulla ci tocca! Allora usciamo, ci buttiamo sul lavoro o sullo studio, siamo euforici, iperattivi.

FASE 3: L’ABBRUTTIMENTO
Malgrado questa pantomima in cui ci sforziamo di essere più veritieri possibile (nella speranza più che altro di prendere per in culo anche noi stessi) quegli occhioni da cane bastonato dei cartoni giapponesi restano e non mentono e diventa sempre più difficile nascondere le crisi di pianto che ti tanto in tanto ci assalgono. Il lavoro o lo studio non vanno più, siamo depressi e ci sentiamo scoppiare. Allora basta! Arrendiamoci! Sdoganiamo i pianti, restiamo in pigiama una settimana intera, trascuriamo líigene, non alziamoci dal letto per giorni interi.

Battiamo il record mondiale di ingurgitamento di nutella in un nano secondo oppure mischiamo le patatine con il latte al mattino.† Facciamoci del male vero con i carboidrati a cena!! Guardiamo per ore e ore sconsolati il cellulare che tanto non squillerà. Insomma apriamo il DSM IV al capitolo sui disturbi dellíumore, andiamo alla sezione della depressione maggiore e cerchiamo di soddisfare quanti più criteri riusciamo! Siamo clinicamente depressi!!

FASE 4: IL PENSIERO POSITIVO
Quando sentiamo di essere rimasti sufficientemente in questo pantano di depressione e fazzolettini umidi, bene, è il momento di reagire! Alziamoci dal letto, facciamo un poí di shopping compulsivo per fare incetta di prodotti per il corpo, vestiti nuovi, accessori nuovi e dedichiamoci a noi stessi! Iniziamo una dieta (almeno se abbiamo un momento di sconforto possiamo dare la colpa al regime alimentare troppo rigido) impegniamoci per migliorare noi stessi. Dopotutto se le storie finiscono noi restiamo! E abbiamo un bisogno disperato di coccolarci e trattarci bene!

Solo il tempo può rimarginare certe ferite e in momenti come questi capiamo che è proprio vero che quello che non ci spezza ci fortifica.

Il cuore è uno straordinario organo, per quanto a pezzi possa essere, trova lentamente il modo di rimettersi a postoÖ..

Allora io attendo fiduciosa che tutto torni a postoÖ

FONTE ORIGINALE DEL POST

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2 thoughts on “quello che non ci spezza ci fortifica

  1. clap clap clap.
    SOno alla fase 2, è il mio cavallo di battaglia, in genere la 3 la salto a pie’ pari o la edulcoro.
    La 4 resta una conseguenza.

    PS_
    si chiude una porta e si apre un portone.
    Mi son sempre chiesta se si chiude un portone cosa si apre. Un portale?

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