Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Social e internet. Cosa rischia il genitore?

Nell’articolo Come funziona il controllo parentale per i minori? (https://short.staipa.it/ldrbr) oltre al tema principale della protezione dei minori ho parlato di quali siano i limiti di accesso per età di alcune piattaforme. Tali limiti vengono quasi sempre violati o per assenza del controllo dei genitori, per ignoranza degli stessi o talvolta con la collaborazione stessa dell’adulto.
Ma esistono dei limiti dal punto di vista legale? A quali rischi si va incontro violandoli?

Su questo argomento, al di fuori delle mie competenze dirette, ha fatto un ottimo video l’avvocato Angelo Greco sulla sua rubrica “Così è la legge” su YouTube (https://short.staipa.it/van3p). Lo trovate in fondo all’articolo e questo stesso articolo è scritto partendo dalle informazioni e gli spunti che ha fornito lui.

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Perché ho smesso di scrivere

In questi giorni mi sono interrogato sul mio scrivere, anzi per l’esattezza sul mio non scrivere.
Perché non scrivo?
Non sento più il bisogno di scrivere?
Talvolta si, ma è ciò che vorrei scrivere a bloccarmi, o meglio chi leggerebbe e non trovo sensato scrivere solo per me, perché ciò che è scritto lo è per essere letto.
La vita è più frenetica, il tempo è meno, vivere da soli ti lascia determinate libertà ma contemporaneamente ti porta via molti tempi morti un tempo utilizzabili per creare, scrivere, comporre, suonare.
L’età fa calare determinati impeti letterari ma neppure questa ne è la causa.
Un tempo la mia vita era più “tumultuosa” come quella di ogni adolescente o ragazzo e amavo creare “mondi” immaginari o pseudo reali ed applicarli alla realtà del momento, scrivere cose struggenti ed applicarle a realtà non necessariamente tali, scrivere racconti o pezzi poetici da psico killer e camuffarli da rabbia adolescenziale, scrivere di uno sguardo incontrato per strada come fosse l’amore di una vita, magari applicarlo ad uno sguardo di persona reale ma non necessariamente corrispondente per giustificare il mio scrivere d’un amore che in realtà non esisteva.

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Alex pt1

Sono Alex, non ho un cognome e se anche lo avessi non lo verrei a dire a te.
Sono nato in una famiglia medio borghese, non si stava male, anzi forse a dirla tutta si stava fin troppo bene, almeno prima che scoppiasse la guerriglia.
I miei genitori lavoravano in una corporazione erano entrambi a un buon livello gerarchico ed economico, non c’era nulla di cui potersi lamentare, io crescevo primo della classe fin dall’asilo, fin dall’asilo stupivo gli insegnanti per la mia acuta intelligenza e i miei compagni per la mia inettitudine ed incapacità di rapportarmi a loro.
Ero preso in giro, bistrattato, ero lo sfigato del gruppo, quello che non c’era posto per un altro giocatore, quello che “è stato lui maestra”, quello che…. ho imparato presto quanto le persone siano infide, quanto appena mostri un lato debole queste in massa ti attacchino in quel punto per distruggerti, ho cominciato ad isolarmi.

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