Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Nulla

Non c’era nulla. Ma non è facile spiegare cosa significhi il non esserci nulla. Quando tu guardi un cassetto vuoto e dici che dentro non c’è nulla non è vero, c’è l’aria. Ma non è tanto quello, la questione è che comunque c’è il cassetto, un contenitore. Un bicchiere vuoto è comunque un bicchiere, un lago prosciugato è comunque una conca piena di sabbia o pietre, un deserto per quanto vuoto è sempre un deserto. Là invece non c’era nulla. O forse è più corretto dire che c’era nulla. IlContinua a leggere…Nulla

La vita è fiume

La vita è fiume.Diramazioni continue,salti, gorghi voluttuosi in rivoli di cascate.Imprevedibili. Voltati e non c’è uno ieri, voltati e non c’è un domani.salti, gorghi voluttuosi in rivoli di cascate.Imprevedibili.La vita è fiume.

Le cose che iniziano

Era quel suono.Ma non solo quel suono. Il rumore delle foglie gialle e rossecalpestate dai miei scarponi da montagna,e quell’odore così forte di sottobosco e pioggia.I silenzi e il fiato grosso, il cuore. Era tutto questo e altro:la grandine in testa che faceva sorridereil cielo, le nubima soprattutto era che se mi fermavo quel suono continuava,il calpestio di scarponi sulle foglie rosse e gialle d’autunnoe quel pronome personale che hai iniziato ad usare all’improvviso come se fosse normale

Perché ho smesso di scrivere poesie

Scrivevo molta più poesia un tempo. Ho scritto sempre molto, ricordo il primo racconto che ho scritto era qualcosa come il 1990. avevo otto anni, forse nove. Raccontava di un viaggio nello spazio in cui io, nel 2017 andavo su Marte e incontravo una popolazione aliena, ma non era fantascienza, utilizzava il cliché inizio novecentesco della perdita di sensi momentanea a distinguere la parte reale da quella immaginaria, un trucco mutuato da Poe o da altri scrittori della sua epoca. Avevo descritto la morte da dentro il morente descrivendo unaContinua a leggere…Perché ho smesso di scrivere poesie

La tua bellezza

Osservo la tua bellezza nella mia mente. Ricordo di te come tre punti verdi. I tuoi occhi, grandi, curiosi, vividi e luminosi osservarmi. E un pendaglio. Mi torna in mente -in lampi improvvisi- la tua bellezza semplice. Innotabile perfezione nascosta in un mondo di figure irrealistiche. Timida e nascosta inconsapevole,

Risparmio energetico

Osservo una pianta, nella siccità. La osservo mentre lascia seccare i propri rami -cadono le foglie- mentre i suoi rami deboli si spezzano sotto il peso di piccoli animali. Osservo una pianta, nella siccità. Sopravvive, sopravvivrà a lungo ancora, sopravvivrà grazie ai rami secchi, le foglie cadute. Sopravvivrà alimentando solo il necessario. Osservo una pianta, priva di emozioni, priva di dolore, sopravvivere ancora temendo il sole. In attesa del sole, in attesa del’acqua che possa fargli amare il sole. Temendo il sole. In attesa.

“Traffico. Io vivo altrove.”

Ogni tanto le cose ritornano, come cicli come onde. Il ricordo di un passato è più bello quando arriva inaspettato. Non cambierà la mia vita, non il passato. Lo ha già fatto ed è stato bello per questo. Un tempo ero una di quelle persone da foto di cose vecchie per rimuginare e ripensare, poi nel tempo ho capito come non importi ricordare necessariamente chi c’era in quel posto, cosa hai fatto, cosa hai visto. Preferisco che ciò che non è stato importante finisca lentamente nell’oblio delle cose dimenticate, preferiscoContinua a leggere…“Traffico. Io vivo altrove.”

Tutto.

Tutto ciò che c’era da fare è fatto, tutto ciò che andava preparato è pronto. Ora non resta che raccogliere i sogni, e tutto ciò che ne verrà. Vorrei allungare la mano, portarti con me, ma andrò veloce. Prendila se lo vuoi, prendila e non mi seguirai: ti porterò con me.

La bellezza

È quel piccolo neo la cosa che non scorderò più. Non le sue labbra fine e perfette, disegnate in punta di un pennello, né i suoi occhi sorridenti che mi guardavano fissi e pieni di luce. Quel piccolo neo, timido, quasi invisibile sulla gota destra, qualche centimetro sopra quelle labbra, dove la curva del sorriso spinge in alto, accanto alla fossetta. È quel piccolo neo la cosa che non scorderò più. Non quel sorriso che ti entra dentro e ti rende felice senza sapere nulla, senza sapere il perché. Quel piccoloContinua a leggere…La bellezza

Di lei non so.

“Lei? Non lo so. Non lo capisco se è ferita. Non la capisco e basta. Per me è un enorme muro inattaccabile ed incomprensibile. Un muro bellissimo. Le altre donne spesso sono un libro aperto, talmente aperto da essere noioso, di lei credo di non aver mai compreso neppure il titolo.”

Ore sogni

L’idea solo che da lì a poche ore, o giorni avrei potuto incontrarne lo sguardo mi tenne sveglio per giorni. Ero consapevole che non sarebbe accaduto niente di diverso dal solito nulla, era il nostro ruolo che ciò accadesse in questo modo. Ma era qualcosa dentro, qualcosa che non avevo scelto. La cosa che faceva sì che incontrassi quello sguardo in un mondo o nell’altro, da una parte o dall’altra del confine onirico. A intervalli regolari. Ed era l’incontrarla di rado a farmi invecchiare in fretta tra una volta eContinua a leggere…Ore sogni

Racconti

Attese

Cosa ci faccio qui seduto su questa panchina? La ricordavo diversa, ma non la ricordo davvero. Le mie mani sono mani di un vecchio, tremano, mani spoglie e rugose con una fede al dito, le vene ingrossate e le dita ossute, magre con nocche nodose quasi come noci. La panca su cui sono seduto è di metallo verde, credo sarebbe scomoda con i calzoncini da bimbo con tutti quei buchi ma io la ricordo di legno. Era appena stata inaugurata questa stazione dei bus ed io qui aspettavo mano nellaContinua a leggere…Attese