Era musica.
Non avei potuto non reagire a quel modo.
Era musica.
Sentivo le note attraversarmi le vene, una ad una
minime semiminime e pause rimbalzarmi dentro.
Le sentivo entrare dalle dita, dalle braccia,
dalle schiena sotto le tue mani,
dall’odore della tua pelle
dai capelli a sfiorarmi il viso.
Note come di una sinfonia a piĆ¹ voci.
Avvolto in un vortice sono rimasto immobile,
indeciso se staccarmi o restare
se restare immobile o rispondere ai tuoi gesti
se esserne terrorizzato o lasciarmi scivolare.
Come sentire da bimbo per la prima volta Mozart,
privo degli strumenti per comprenderlo sentirsi attraversare,
incapace di distinguerne i suoni,
incapace di separarne le parti,
lasciarsi attraversare da tutto questo “troppo”
Desiderarne ancora.