Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Esiste la censura su Internet?

Tempo di lettura 9 minuti

Esiste la censura su Internet? Sebbene non sia la domanda più diffusa in rete, il fatto che esista una censura è una delle convinzioni più ampiamente condivise dai complottisti. Hanno ragione? Non ce l’hanno?

Come quasi sempre la risposta giusta sta nel mezzo. Tutto dipende da cosa si intenda per censura e di quale situazione o luogo si stia parlando.

Se si vuole sviscerare un tema in maniera sufficientemente completa bisogna partire ancora una volta dalle basi.

Brevissimo racconto di cosa sia Internet

Internet, riassumendo ai minimi termini, è una enorme rete di computer che condividono informazioni su scala globale. Il termine rete non è affatto casuale.

In origine Internet era un progetto militare per permettere la continuazione delle comunicazioni anche in caso di guerra o disastro, di conseguenza proprio per come è costruita è fatta per aggirare (quasi) ogni tipo di attacco. Se un punto della rete non è stato colpito dal disastro, sarà sempre raggiungibile da ogni altro punto che non sia a sua volta stato direttamente colpito da un disastro.

Così è stata progettata e voluta dagli Hacker di cui ho parlato in Cos’è un Hacker e cosa un Cracker? (https://wp.me/pQMJM-2fY), e così ancora si lotta perché resti.
Ma quindi non è possibile attuare una censura? La presenza della rete ovviamente non implica che se un sito che commette reati, o non piace a qualcuno non possa essere direttamente spento, tuttavia la possibilità di installare quel sito su un server in una nazione in cui non ci sia giurisdizione da parte di chi vorrebbe spegnerlo rende le cose molto più complesse.

Quindi non esiste modo di censurare Internet? Purtroppo, esistono comunque svariati modi, alcuni facilmente aggirabili altri molto meno.

Come i governi attuano la censura

In Cos’è il Dark web? (https://wp.me/pQMJM-2da) ho spiegato a grandi line il funzionamento di un dns: quando nel nostro browser digitiamo un indirizzo web come www.staipa.it il nostro computer andrà a connettersi per prima cosa a un cosiddetto server DNS o Domain Name System, ossia un sistema di gestione dei nomi di dominio, il quale gli dirà che il vero indirizzo è in IPv4 104.21.78.161 oppure 172.67.223.191, in IPv6 2606:4700:3031::6815:4ea1 oppure 2606:4700:3032::ac43:dfbf, in entrambi i casi non propriamente qualcosa di mnemonico per noi umani.

I fornitori di servizi internet, in generale l’operatore telefonico o chi ci fornisce la connessione, utilizzano un DNS predefinito e questo DNS dovrebbe garantire l’accesso da parte nostra a tutti i siti del mondo. Nella pratica le ordinanze dei governi locali possono obbligare tutti i DNS nazionali a “oscurare un sito”. Questo accade per esempio nel caso il sito da osculare non sia nel territorio nazionale o in un luogo dove la giurisdizione, ad esempio europea, possa agire diversamente.

Quello che succede nella pratica è che quando digitiamo il nome del sito nel browser questo andrà a interrogare il DNS e questo risponderà come se il sito non esistesse, rendendolo di fatto non raggiungibile.

Come aggirare il blocco dei DNS

Il blocco dei DNS è un limite che funziona per la grande maggioranza degli utenti, ma che in realtà è facilmente e legalmente aggirabile qualora un utente ne abbia motivo. Basterà semplicemente scegliere da un servizio di DNS internazionale come quello di OpenDNS, quello di Cloudflare o altri disponibili gratuitamente. Meglio rivolgersi in ogni caso a servizi conosciuti e affidabili in quanto un DNS malevolo potrebbe indirizzare ogni vostra navigazione verso siti malevoli.

In generale è possibile modificare il DNS sul proprio router qualora se ne faccia uso, o sul proprio dispositivo.

Modificare il DNS su Windows 10

Per cambiare i server DNS su Windows 10 è sufficiente premere sul menù Start, scrivere Pannello di controllo nel menu, e premere su Pannello di controllo. Una volta aperta la finestra andare su Rete e Internet e poi su Centro connessioni di rete e condivisione, scegliere il nome della rete a cui si è collegati e poi andare su Proprietà nella finestra che compare. Nello spazio indicato con La connessione utilizza gli elementi seguenti andare su Protocollo Internet versione 4 (TCP/IPv4), andare su Proprietà, selezionare Utilizza i seguenti indirizzi server DNS e inserire i numeri del DNS scelto. Per i DNS di Cloudflare per esempio 1.1.1.1

Come cambiare DNS Windows 10
Modificare il DNS su Mac Os X

Per cambiare i server DNS su Mac Os X basta andare su Preferenze di sistema presente sulla barra Dock, e successivamente su Rete, selezionare la connessione in uso dalla barra laterale di sinistra e poi Avanzate…, infine andare nella scheda DNS, cancellare tutti gli indirizzi presenti nel riquadro selezionandoli con il mouse e cliccando sul pulsante [-] che si trova in basso a sinistra. Infine, premendo il pulsante [+] aggiungere un nuovo DNS, per esempio per esempio 1.1.1.1 per i DNS di Cloudflare.

Come cambiare DNS su Mac
Modificare il DNS su Smartphone o Tablet

Android e iOs permettono la modifica dei DNS sotto Wi-Fi ma non per quanto riguarda la linea telefonica. Un modo per bypassare questo sistema è l’utilizzo di una VPN, spiegherò nei paragrafi successivi di che cosa si tratti Cloudflare ne fornisce una gratuita a questo scopo all’indirizzo https://1.1.1.1 con un’apposita app.

Il caso della Cina

In paesi meno democratici come la Cina l’approccio alla censura in rete è ben diverso. In queste nazioni è stata realizzata qualcosa che a tutti gli effetti risulta essere una sottorete a cui tutti i dispositivi della nazione sono collegati. A nessun dispositivo è permesso collegarsi direttamente alla rete Internet globale. Questa rete interna a sua volta è connessa alla rete globale ma attraverso alcuni filtri. Questo fa in modo di avere un controllo completo su quello che è possibile vedere in internet e quello che non è possibile.

Per chi è all’interno di quella rete semplicemente quello che non deve essere raggiunto non esiste. Ovviamente anche in questo caso esistono dei sistemi per superare le restrizioni, e sono le VPN, ma dato il genere di rete costruita dal governo anche le VPN non sono sempre utilizzabili ed è possibile essere scoperti.

Il caso della Russia

La Russia da qualche anno sta lavorando per fare una transizione a una rete simile a quella cinese. Notizia abbastanza recente è che abbia scelto di rallentare l’accesso a social network che non sottostanno alle sue regole (Twitter, perché la Russia lo sta rallentando – Wired : https://tinyurl.com/46bccyv4).

Il caso dell’Italia

No. In Italia il blocco è ancora solo quello dei DNS descritto prima, ma alcuni esponenti politici vorrebbero invece spostarsi verso un modello Russia o peggio Cina (https://tinyurl.com/hu3cwptu).
Non scordiamolo mai quando parliamo di libertà e quando temiamo le censure.

Blocchi georeferenziati

Un altro genere di blocco è quello regionale o georeferenziato, è quel tipo di blocco che impedisce a una determinata regione del mondo di vedere qualcosa che è in un’altra regione del mondo. Può essere usato da servizi di streaming che proteggono diritti d’autore diversi in zone del mondo diverse ma anche da nazioni non democratiche che non vogliono che da fuori sia possibile vedere la propaganda interna.

In questo caso spesso è possibile superare tale blocco attraverso una VPN, Virtual Protected Lan, Rete Virtuale Protetta. Si tratta di un sistema attraverso il quale le comunicazioni che il nostro dispositivo fa attraverso internet passano attraverso una rete privata virtuale in modo che non sia possibile da parte del fornitore del servizio capire da dove essa arrivi, ne sia possibile per un intermediario vedere tali comunicazioni. Le VPN in genere forniscono la possibilità anche di fingere di essere connessi in una specifica parte del mondo, ad esempio per utilizzare un servizio presente solo in una certa nazione sarà possibile fingere di essere connessi da quella nazione.

Esistono molti fornitori di reti VPN, alcuni gratuiti e altri a pagamento. Consiglio di utilizzare in questo caso un servizio a pagamento, ce ne sono molti a prezzi davvero economici, perché come ho detto altre volte

Se non paghi un prodotto, allora il prodotto sei tu.

Questa volta niente autore della citazione, l’hanno detto in troppi per risalire a un primo.

E se si parla di sicurezza, meglio non essere il prodotto di qualcun’altro.

Censura su social e siti proprietari

Ma sui Social Network esiste la censura? Ne avevo parlato in maniera piuttosto specifica nell’articolo Rimuovere un account social è ledere la libertà di parola? (https://wp.me/pQMJM-27K). Dal punto di vista morale la questione della censura su Social Network e più in generale siti di proprietà è piuttosto dibattuta.

Dal punto di vista tecnico invece ogni sito internet a cui ci si può iscrivere e nel quale si può pubblicare materiale ha delle linee guida che generalmente nessuno legge. In queste linee guida ci sono tutte le regole, e in genere quando queste regole vengono violate il nostro post viene rimosso, o il nostro utente limitato o bloccato.

La cosa interessante, e che apprezzo sinceramente molto, è che queste regole esistano e valgano per tutti. Quando ho pubblicato l’articolo Rimuovere un account social è ledere la libertà di parola? (https://wp.me/pQMJM-27K) alcune critiche che ho ricevuto riguardavano il fatto che si fosse scelto di rimuovere l’account di Trump, ma non per esempio quello di Erdogan. Ed è proprio lì che va ragionato sulle regole: non viene valutata integerrimità di una persona, viene valutato il suo violare le regole. Un pluriomicida serial killer può stare in un social, purché sul social stesso si comporti come un normale cittadino. Un angelico cherubino incapace di peccare verrà comunque sanzionato, nonostante il suo background, nel caso dovesse pubblicare una foto erotica.

Sono le regole accettate in fase di registrazione a far fede, non idee morali, o fini. Nel caso dei social non è il fine a contare ma il mezzo. La cosa è ovviamente discutibile, e ci diverse battaglie come Free The Nipple che critica il fatto che venga applicata la censura sui capezzoli femminili e non su cose decisamente più importanti. Ben venga questo genere di proteste, ma l’ottica che va considerata è che le regole sono quelle e sono pubbliche, al massimo si può chiedere di modificarle.
I social, come funziona per la TV, funzionano a share. Sono costretti ad accontentare la più vasta maggioranza di persone e se sono tante a volere qualcosa finirà per accettare.

La presenza di queste regole però implica anche non esistano censure su tematiche che non siano esplicitate. Quando qualcuno pubblica video o immagini con frasi come “Condividete prima che tolgano”, “Condividete prima che censurino” eccetera sa perfettamente che non è vero, magari lo toglierà volutamente dopo qualche tempo per aumentare la propria credibilità e sta usando gli stessi trucchi che ho spiegato in Come riconoscere una Fake News? Parte 4: Come riconoscerle (https://wp.me/pQMJM-1Tp) per convincere più persone possibile a condividere nel minor tempo possibile. A meno che non sia esplicitamente indicato nelle linee guida e nelle regole non esiste un sistema che vada a verificare post per post per rimuovere i terrapiattisti, i no-vax, i complottisti dell’11 settembre, o quelli di big pharma, e la prova è già nel fatto che sia possibile vedere quei post. Se un sito volesse bloccare post e articoli su un tema specifico farebbe molta meno fatica a implementare un sistema blacklist del tipo se il post contiene la frase “terra piatta” non può essere pubblicato. Se si trova sul social ha superato quel passaggio e a quel punto può essere tranquillamente condiviso e letto da chiunque.

Diversa invece è la segnalazione. Un post che è già pubblicato può violare comunque altre regole, ossia essere offensivo nei confronti di qualcuno, o presentare scene di violenza, di nudo o altro che comunque si trova scritto all’interno delle linee guida e delle regole pubbliche. A quel punto può essere che utenti terzi segnalino il post e questo venga rimosso, o l’autore sanzionato. Ma non verrà sanzionato per il tema, per nascondere un grandissimo segreto che nessuno ce lo dice o motivazioni di questo genere. Verrà sanzionato perché molte persone, offesesi, hanno segnalato qualcosa che a priori andava contro le linee guida.

Lo ripeto ancora: quando leggete “Condividete prima che tolgano”, “Condividete prima che censurino” è essenzialmente una balla per convincervi a condividere di più, a indignarvi. In soldoni c’è grande puzza di Fake News.

Voi fare una domanda per uno dei prossimi articoli? Falla qui!





    Qui puoi trovare tutte le domande semplici: https://short.staipa.it/ledomandesemplici

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