Trovare d’un tratto il mondo diverso.
Guardarsi dentro.
Chi sono?
Chi sei tu vorrai dire!?
Ma io… sono io…
Non ti conosco.
….
Guardarsi dentro e trovare un altro al tuo posto.
Chi è?
Camminargli accanto-dentro-sopra,
la gente ti guarda in faccia dicendo che sei strano
e tu vivi….
…Sentimenti?
No.
Emozioni forse.
O neppure?
Piattezza.
Rabbia verso cosa non so, aggressività.
Piattezza per il resto.
Prima riuscivi a a fare ciò che è giusto, sfiorare appena la gente, leggervi dentro, porgere la mano e attendere.
Ora sembra tutto rovesciarsi, tutto andare storto, al contrario.
Ferire.
Nessuna sensibilità.
Incapacità di comprendere.
Ma chi sei?
Chi sei tu e cosa ci fa qui dentro?
E dove sono andato io?
Ero lì, pronto ad uscire, ero lì col mio sorriso ritrovato, ero lì.
Ed ora?
Ed ora dove sono?
Dove sono-sei andato?
Ed il tempo passa,
perdo quel po’ che avevo guadagnato,
perdo quel poco che era pressoché tutto perché era ME.
Lo perdo io?
O tu?
Lui…
insomma vago disperso
rifletto
immagini di mondi che non ricordo miei
scorrono
vorrei distruggere questo specchio ma sarebbero altri milioni di specchi a ferirmi
tagli dentro
mi tagli e vuoi spazio
non ti conosco
guardo ciò di cui sono certo e lo vedo allontanarsi
tornano alla mente ricordi d’una rosa della mia mente nel passato
-che non era la mia ma la sua-
rosa fragile da proteggere in una teca
-mente-
dove soffocherà nel silenzio
l’immagine di me-lui che spacca questa teca
e la rosa che muore nel freddo dell’inverno.
Assaggiare bevande che non sanno di nulla,
lo stomaco chiuso occupato da qualcosa di vuoto.
Quando cadrò?
Quando toccherò il fondo?
Quando potrò darmi la spinta?
… la spinta per risalire… prima devi viaggiare dentro di te e scendere lungo il pozzo, a un certo punto i tuoi piedi toccherano qualcosa di solido, e tu ti spingerai in alto, leggero… però è importante volere questa risalita e impegnarsi nel salto…un sorriso Euridice