La fine del mondo

Racconti
Tempo di lettura 1 minuto

Ommioddio, io non ci credevo.
Non potevo crederci ne volevo…
è l’alba e mentre sale il sole vedo distruggersi il mondo che conosciamo.
All’orizzonte mentre arriva la luce vedo arrivare il buio, vedo le fiamme nere come la morte impossessarsi dei palazzi e dei campi.
Chi è già sveglio cerca di scappare inutilmente ma io me ne sto qui in attesa,
fuggire è ormai inutile.
Inutile tentare di sopravvivere al destino.
Molti di voi non leggeranno mai ciò che sto scrivendo, molti di voi non vedranno mai più la luce,
ma saranno i più fortunati,
saranno quelli che probabilmente non soffiranno,
neppure se ne accorgeranno.
Gli altri, ammesso che qualcuno sopravviva,
si sveglieranno in un mondo distrutto,
un mondo che non è più quello in cui si sono addormentati.
Avevano ragione,
avevano tutti ragione.
L’unico rimpianto è quello di non avere installato Instagram sul mio smartphone.
Cazzo, una bella fotina effettata dall’orlo del baratro della fine del mondo mi avrebbe fatto vinncere il Pulitzer.

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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Citazioni a caso

È l’uomo silenzioso, quello che parla soltanto quando ha qualche cosa di veramente importante da dire, quello che viene ascoltato dagli altri.
È per loro la Sfinge.
«Sono gli uomini silenziosi che fanno le cose».
Robert Baden-Powell
La strada verso il successo

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