Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

L’Ombra di Edgar

Tempo di lettura 3 minuti

Ognuno di noi accaniti lettori ha qualche autore a cui è particolarmente legato, fin da piccolo quando al compleanno un’amica mi ha regalato “Il Corvo ed altre poesie” di Edgar Poe io sono stato affascinato da questo grandissimo poeta. Edgar Poe. Allan è un secondo nome aggiunto per ricordarne il legame al patrigno che non lo trattò mai eccessivamente bene e che tentò di frenarlo nei suoi interessi artistici.
Poe è stato conosciuto principalmente e commercialmente per i suoi racconti horror, racconti che hanno insita una forma di malattia, di oscurità, un genio del thriller psicologico a dire il vero, più che dell’Horror, perché ha ben poco a che fare con ciò che chiamiamo Horror oggi, non vi sono mostri, sangue, violenza, ma solo atmosfere, immaginazione, psicologia.
Ma non è questo che mi fa amare Eddie ma la poesia. I racconti per cui era famoso erano il modo che aveva per sostentarsi economicamente, la poesia era il suo mondo, dove raccontava se stesso, il suo vero essere.
Le sue poesie a suo tempo sono state molto di spunto al mio scrivere, sono state ispirazione, sono state forse una delle maggiori spinte affinché io iniziassi a sperimentare, a capire che cosa era a attirare la mia attenzione, quali forme retoriche, quali tematiche.
Alle superiori ebbi uno dei tanti scontri con la mia insegnante di italiano del triennio superiore quando sostenni in un’interrogazione che Poe, e non Baudelaire fu il primo vero poeta decadente, anche perché Baudelaire tradusse molte poesie di Poe in gioventù, e probabilmente ne imparò a sua volta le tematiche e gli stili. Ovviamente fui cazziato, ma ricercando e ricercando infine scoprii di non essere l’unico a pensarla così, ma si sa… gli innovatori letterari devono essere Europei, non possono essere gli Americani a insegnarci qualcosa, almeno in questo campo…
Si è detto molto di Poe e in verità si conosce poco. Si è detto che fosse un alcolizzato, che fosse stato ritrovato in delirium tremens solo davanti ad un bar, e fosse morto successivamente all’ospedale, si è detto che fosse un libertino.
Ora provate a cercare una biografia, leggete. Troverete pareri discordanti, troverete addirittura biografie che non fanno più neppure riferimento all’alcool, per lo più troverete “morto in circostanze misteriose”.
Matthew Pearl con “L’Ombra di Edgar” cerca di far luce su quelle vicende. Dopo anni di studi e di ricerche, dà una sua visione, probabilmente la più vicina alla realtà, sulla vita di Edgar e sulla sua morte.

La storia viene romanzata come se a fare le indagini fosse un uomo vissuto allo stesso tempo di Poe. Questa è la trama: “Baltimora, 3 ottobre 1849: Edgar Allan Poe – scrittore di genio e inventore del prototipo di tutti gli investigatori, C. Auguste Dupin – viene trovato in stato confusionale e con indosso vestiti non suoi. All’ospedale, prima di morire, pronuncia frasi incoerenti e grida più volte “Reynolds!”. Quentin Hobson Clark, ricco ammiratore dello scrittore, vuole scoprire la verità sulla sua morte. Si mette così sulle tracce di Auguste Dupont, l’investigatore francese presunto ispiratore del personaggio di Dupin. Ma quando lo rintraccia, a Parigi, scopre che Dupont è ormai l’ombra del brillante detective che è stato. Dopo averlo aiutato a ritrovare se stesso proprio attraverso le storie di Dupin, Clark lo convince a indagare sulla morte di Poe. E mentre spunta una altro candidato al ruolo di “vero” Dupin, Dupont e Clark si ritrovano trascinati in un terribile vortice di ricatti, omicidi e letteratura che li condurrà da Parigi a Baltimora in un crescendo di misteri e di scoperte.*
Alla fine del libro, dopo aver scoperto un Poe, meno lascivo, forse meno poetico/decadente ma sicuramente più umano, più reale, più vicino a noi (e tra l’altro probabilmente astemio) l’autore spiega anche le sue indagini reali e quanto del romanzo è effettivamente frutto delle sue (e di altri) ricerche e quanto è stato inventato per dare un filo alla trama.
Ho trovato questo libro davvero avvincente, indipendentemente dal mio amore verso lo scrittore americano e consiglio davvero di leggerlo.

Edgar Poe, sul mio comodino.
Notare il corvo sulla spalla.

*Dalla recensione di Feltrinelli

Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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15 thoughts on “L’Ombra di Edgar

  1. Pearl mi piace come scrittore, e il fatto che abbia fatto questa cosa su Poe non può che prisciarmi.
    Quest ultimo invece non lo conosco abbastanza a fondo, ma provvederò….
    …appena smaltisco la caterva di libri che ho sul comodino ^^

  2. Grazie quel pezzo è il mio preferito….il pianoforte mi uccide suonandomi all’interno.
    Kevin Moore manca molto al suond odierno dei DT.

    Un saluto

  3. bellissimo il tuo commento sul mio blog!!!Ritorna ogni tanto nei miei meandri!!!!
    _crazydiamond84_

  4. ….ho appena terminato “il labirinto delle streghe”ed ero indecisa tra m.pearl e g.musso…così dopo aver letto il tuo commento….davvero piacevole ed accattivante….ho scelto in un attimo:l’ombra di edgar”….grazie….e la prossima sera ..che non riuscirò a prender sonno….ti contatterò…..non ho letto la trama per paura che tu possa aver ..svelato qualcosa…kiss kiss

  5. Ciao grazie per il passaggio e benvenuto nel mio blog, ogni volta che vuoi…
    Come vedo abbiamo la stessa passione, la scrittura e Edgar Allan Poe…
    complimenti per il blog, davvero molto bello, poi l’azzurro è uno dei miei colori preferiti…;)
    un saluto

  6. Poe è anche nel mio cuore. Da adolescente rimasi molto colpito da quel racconto in cui un uomo vedeva una strana figura con la coda dell’occhio per tutta la storia senza riuscire mai a guardarla direttamente. Se non sbaglio c’è il finale a sorpresa. Da Poe a Lovecraft il passo per me è stato breve. Grazie della visitina sul mio piccolo blog che spero di continuare a coltivare con i miei altrettanto piccoli estri artistico narrativi!
    A proposito di Rat-man, mi fa piacere sapere che non sono l’unico adulto in preda alla rattopazzia ortolanesca! A quanto vedo tu sei pure mutato… Un saluto e una promessa. Tornerò a trovarti

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