Nutrirsi del male.
Nel bene.
Nel male.
Nel vuoto assoluto disperso di mille perché.
Nutrirsi del male altrui.
Nasconde il proprio.
Sfoga.
Si, mi capita talvolta di nutrirmi del male degli altri, non provocandolo, questo no, mai. Cercando di curarlo, dando quel che posso, se posso.
Nutrirmi del male altrui cercando di scalfirlo, e scalfendolo scalfire il mio.
Lentamente.
Poi quando tutto sarà finito… chissà.
Chissà quel che sarà sarà.
Intanto nutrirsi, vivere, essere, condividere, dare, avere.
Essere.
Soprattutto essere.
Soprattutto essere, si.
Essere.
si è proprio nutrirsi del male altrui.. non essere capace di lottarci contro..oppure scegliere di lasciarlo entrare dentro.. scegliere di non odiarlo.. perché di male c’è n’è sempre troppo. Accoglierlo dentro quasi si potesse addolcirlo con il proprio calore.
Qualche tempo fa feci un discorso illuminante con una grande persona, ripetendo più o meno le tue stesse parole… questa persona mi disse una cosa che mi spiazzò: “pensa a te stessa, e poi il preoccuparti degli altri acquisterà un senso superiore”.
E comunque… non c’è niente di sbagliato. Continuo a ripetertelo, e temo continuerò fino alla nausea (la tua. Il mio stomaco è abbastanza forte…).
“Nutrirsi del male altrui e scalfendolo scalfire il mio”…quanto condivido questo concetto! L’altruismo e il saper condividere il dolore altrui è infondo un modo per non sentire il proprio dolore. Antony De Mello nel suo libro “Messaggio per un acquila che si crede un pollo” parla proprio dell’altruismo come forma “buona” di egoismo. Fare del bene agli altri ci fa star meglio…Puoi metabolizzare tu il Dolore di una persona cara, aiutarla a superare un momento difficile..e poi..”chissà quel che sarà sarà”.
la mia parola preferita in tutto questo è condividere…