Per nascondere le mie navigazioni basta cancellare la cronologia?

Browser History
Tempo di lettura 2 minuti

Come tutti sanno, credo, il browser è l’applicazione che utilizziamo per navigare sulle pagine web normalmente.
Come tutti sanno, credo, il nostro browser salva la cronologia delle nostre navigazioni. In genere per vederla su computer è sufficiente premere ctrl+h mentre su smartphone varia da browser a browser.

Ci sono molte battute o meme sul cancellare la cronologia, e negli ultimi anni molta attenzione. Ma davvero cancellare la cronologia è utile? Cosa succede e cosa non, cancellando la cronologia del browser?

La cronologia del browser risiede semplicemente in un file locale all’interno del proprio dispositivo, in questo file vengono salvate le informazioni relative alle pagine che visitiamo e ha lo scopo di recuperare più in fretta qualcosa che abbiamo visto in passato e aiutare l’auto completamento della barra degli indirizzi. Questo e poco più.

Quello che succede cancellandola è semplicemente che non potremo, localmente al nostro dispositivo, andare a controllare quello che abbiamo visto in passato e che l’accesso a determinate risorse potrebbe essere vagamente più scomodo o lento.

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Il risultato di cancellare la cronologia insomma è semplicemente quello di impedire a noi, o a qualcuno che utilizzi superficialmente il nostro dispositivo, di verificare quello che è stato visto in passato.

Questo è sufficiente a metterci al sicuro? Come sempre dipende da chi e da cosa. Di certo è sufficiente a metterci al sicuro da sguardi indiscreti di parenti, amici e conoscenti, ma nel momento in cui il computer dovesse finire in mano ad una mano più esperta anche i cookies e la cache possono rivelare parecchie informazioni sulla navigazione. Basta saperle cercare.

Allora cancellare cronologia, cookies e cache è sufficiente a mettersi al sicuro da sguardi indiscreti? Ancora una volta la risposta è solo da parte di un controllo meno esperto. Qualora per esempio dovessimo proteggerci dalla ricerca di informazioni per un reato più o meno grave i modi per analizzare le navigazioni passate di un utente sono molteplici. In primo luogo, anche eliminando tutti i file, entro certi limiti, è possibile su un dispositivo sequestrato risalire a gran parte dei dati eliminati. Esistono software appositi che si occupano di recuperarli, ma parlerò di questa parte in un prossimo articolo.

Tutto qui? No. Restano tracce di navigazione nel modem dal quale accediamo (soprattutto se pubblico, aziendale, o di qualche attività commerciale) e restano tracce della navigazione nei server del provider del servizio internet. Qualcosa come l’elenco delle chiamate telefoniche ma legato a quello che visualizziamo in internet.

Da un lato se navighiamo con il protocollo https (ne ho parlato in “Come navigare in modo sicuro?” https://short.staipa.it/o6nfu) nessuno avrà modo di visualizzare il contenuto della pagina che visualizzeremo noi, dall’altro però sarà semplice risalire all’indirizzo della pagina visitata. Se l’indirizzo visitato è qualcosa come “https://www.google.com/search?q=come+fare+una+tisana+avvelenata” non sarà difficile andare a vederne il contenuto. Se poi un nostro caro sarà morto a causa di un avvelenamento non sarà difficile collegare le due cose.

La morale è sempre quella: c’è sempre un modo per scoprire quello che un utente fa in rete, tutto dipende dall’interesse che si ha nello scoprirlo, e quindi ad esempio dalla gravità di quanto ha fatto.

Fonte immagine in evidenza: https://www.instagram.com/p/BXdDA1_DfeV/

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