Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Rifugiarsi

Tempo di lettura 3 minuti

Rifugiarsi, rifugiato, rifugio.
Ricorrono spesso queste parole, questi concetti. Li sento ripetere, parlarne, parlarne ancora. A proposito, a sproposito, in maniera utile e inutile. Ho sempre amato andare a fondo delle parole e capirne il significato etimologico. A forza di ripetere la stessa parola, la stessa radice diventa più un fonema che un significato.
Si scinde il significato dal simbolo, come quando si opera per iscritto su una addizione di grandi numeri. Non è più la somma di quei due numeri ma la somma dei significati che attribuiamo ad altri simboli in cui abbiamo scomposto quel numero. La somma dei significati dei simboli più a destra, e via via spostandosi a sinistra ignorando il numero reale da cui siamo partiti.
Rifugiarsi, rifugiato, rifugio.
Rifugio è la radice, dal latino Refúgium, da RefúgereRe -dietro- e fúgere -fuggire-.
Chiamiamo Rifugio quello di montagna in cui ci sediamo e paghiamo un oste per riempirci il boccale di birra e il piatto di gnocchi di malga, chiamiamo Rifugio il nostro angolino di mondo in cui ci sentiamo al sicuro dal terribile stress della suocera che insiste per portarci a fare shopping, chiamiamo Rifugiato l’uomo che pur di scappare da una situazione negativa è in grado di affrontarne una che noi non saremmo mai disposti ad affrontare neppure con una pistola puntata alla testa. E minimizziamo la situazione negativa da cui sta scappando, da cui vorrebbe che la nostra terra sia il rifugio.
Refúgium, da Refúgere. Re -dietro- e fúgere -fuggire-.
Invece facciamo in modo che debbano fuggire anche da qui. Mi chiedo perché ci ostiniamo a chiamarli Rifugiati quando se fossimo onesti li dovremmo chiamare Rifugiandi, perché non si sono rifugiati da nessuna parte, lo stanno ancora cercandolo il rifugio mentre noi ci rifugiamo sul cucuzzolo di una montagna a mangiare gnocchi o in giardino a prendere il sole lontano dalla suocera.
Il problema, se vogliamo essere ottimisti, è che non siamo in grado di distinguere il vero significato di “fuggire dietro”, di sentirsi braccati da qualcosa che si può riassumere nella morte ma che probabilmente è qualcosa di molto peggiore di questa e di cercare un luogo dove sentirsi protetti da questa. Il vero problema è che ci siamo scordati cosa significa essere alle strette e senza possibilità. Pensiamo che fare la fame sia non riuscire a comprarsi al supermercato la carne di manzo, che povertà significhi non avere la corrente elettrica, che essere perseguitato politico significhi aver fatto qualcosa di male e tutti ce l’hanno con te, che fuggire per il clima significhi scappare dal mare dove c’è troppo caldo per andare in montagna a “rifugiarsi” al fresco, che poi ci sarebbe una parentesi enorme per parlare di chi sia la causa di quel caldo. Conosciamo il fuggire per aver visto il film del Signore Degli Anelli. Conosciamo la guerra per aver visto Game Of Thrones, dove le migliaia di morti in battaglia non contano basta restino vivi i sei o sette che contano, e poi se muoiono quelli beh, basta che resti vivo almeno il nostro pupillo, e poi se anche muore quello va beh, però quello che lo ha ucciso era davvero un figo. I Rifugiati, pardon, i Rifugiandi sono sempre e comunque lo sfondo. Quelli che nei film vengono fatti da una decina di comparse moltiplicati al computer.
Questo come ho detto il problema se vogliamo essere ottimisti. Se non vogliamo esserlo invece il problema è che siamo tutti convinti che alcune vite contino più delle altre. E ovviamente quelle che contano di più sono la nostra, e quelle delle persone a cui vogliamo bene. Ma quali saranno le vite che contano di più per chi sceglie di affrontare un viaggio probabilmente mortale per fuggire da qualcosa che è peggio di quella morte? Credo che una madre o un padre che mettano un figlio nella situazione di fare quel viaggio lo facciano esattamente come faremmo noi. Convinti che quella sia la cosa migliore per il proprio figlio, l’unica possibilità di avere una vita. Tu da cosa dovresti scappare per essere convinto a fare una scelta del genere? Non dal caldo del mare, non dallo shopping compulsivo di tua suocera, e neppure perché alla gente stanno antipatici gli omosessuali, tanto meno perché dopo il viaggio mortale puoi andare a delinquere liberamente, stuprare mogli o rubare lavori. Probabilmente non ti importerebbe neppure dove andrai, cosa ci sarà, come ti accoglieranno. Probabilmente saresti solo felice di andartene dal luogo da cui rifuggi.
Tutto il resto, l’invasione, gli iPhone, i 30 euro, aiutiamoli a casa loro, le malattie contagiose, ci rubano il lavoro, ci islamizzano… è solo propaganda. Scuse per sentirsi la coscienza pulita. Sono i nostri politici che cercano consensi e stupidi fan di serie tv e film che preferiscono scegliere di non vedere la verità.
Niente contro le serie tv e i film, soprattutto quelli che ho citato. Ma il mondo, quello vero, sarebbe facile dire che è diverso. Invece il mondo, quello vero, è vero. E non serve altro.

Se ancora non fossi convinto consiglio di dare un’occhiata a questo link per aggiornarti su quello che già nel 2016 erano bufale conclamate ma tuttora vengono usate nella propaganda
https://www.fanpage.it/le-bufale-sull-immigrazione-che-dovresti-smettere-di-condividere/

Questo blog non è solo sull'Uso Consapevole Delle Tecnologie

Questo è un blog politico. Che piaccia o no. Ma difficilmente mi si vedrà schierato a favore di un partito, o contro un partito… per partito preso.
Politica è essere o non essere razzisti, essere o non essere a favore dei diritti e delle libertà, politica è scegliere di buttare per terra una cartaccia o di raccoglierla e metterla in un cestino della differenziata, politica è scegliere tra accogliere o discriminare, sono tutte cose che non sono di destra o di sinistra, che non dovrebbero appartenere a l’uno o all’altra fazione politica. Sono “cosa pubblica”, sono bene pubblico.
Qui puoi leggere di più sulla mia idea di politica

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