Mi sento soffocare,
nel silenzio.
Mentre con occhi enormi mi guardi e non comprendi, occhi vitrei e vuoti, giganteschi come quelli di una bambola mi osservi e non comprendi, sento il tuo calore stringermi, sento il tuo cuore battere lento ma in contro tempo rispetto al mio veloce.
Sento le tue dita stringermi e non capisci.
Soffoco
non respiro
non c’è spazio per i miei polmoni
non c’è spazio per la mia pelle a respirare
non c’è spazio per il mio cuore che batte
-vorrebbe battere-
veloce.
Non c’è spazio.
Non capisci.
Non capisci che potrei essere il tuo principe che potremmo essere padroni di un regno tutto nostro, di un disegno, di un grande infinito universo di Noi?
No. Non capisci e ridi inconsapevole crudele, ridi e mi guardi, guardi la mia faccia buffa e sorridente e ridi come a guardare un clown mentre dentro me solo so la verità , so chi o cosa sono. Chi o cosa sono stato un tempo prima di tutto questo, prima di essere ridotto dagli eventi in questo stato. Ridi, e ridi e ancora ridi e mi indichi e ti scatti fotografie con me come per ricordare per sempre di avermi tenuto in mano, di avermi tenuto in tuo potere.
Sento le energie andarsene, prima lentamente e poi più velocemente e fatico a non svenire osservandoti mentre sono immobile, immobilizzato, incapacitato, terrorizzato, mentre sento esplodermi la testa e smettere di esplodermi e l’aria mi manca, mi manca insopportabilmente mi manca e tu ridi e mi fotografi perché mentre non comprendi ti appaio buffo, perché mentre la mia bocca si inarca con gli angoli verso l’altro anche la tua lo fa e mostri i denti ma quello che credi essere un sorriso non lo è davvero, non lo è dentro, è solo un riflesso condizionato.
Vorrei poter baciare quelle labbra, vorrei potessero baciarmi e rivelare il vero, rivelare quello che sono dentro, o vorrei poter almeno fuggire da te, allontanarmi in un balzo e non sentire più il tuo odore, non sentire più palpitare la tua pelle mentre la mia soffoca, mentre il mio cuore ormai rallenta mentre il mio cuore forse si sta fermando, mentre tu credi che questo sia un sintomo di rilassamento e non di svenimento, mentre tu mi interpreti con gli occhi della tua esperienza completamente diversa da quella che può essere la mia, probabilmente per sempre diversa da quello che sarà la tua.
Ma ridi e ridi ancora facendomi carezze che ritieni dolci sulla testa, stringendo il mio cuore nel pugno, soffocandomi ancora ed ancora.
Provo a parlarti -unica speranza- provo a dirti ciò che credo ma so che non capirai mai.
“Cra. Cra. Cra.“
“Cra. Cra. Cra.“
E solo allora, chissà perché, mi posi a terra.
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