Un altro maestro se ne va.
Grazie di ciò che hai dato alla storia della musica.
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Tag: addio
Complicità
Complicità…
ho da poco acquistato il nuovo CD Live dei Bluvertigo , preludio al loro ritorno sulle scene spero con un album all’altezza di precedenti.
Beh credo che il loro brano a cui sono più legato sia complicità.
Ricordo ancora quando Lei ed io ci allontanammo,
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quello che non ci spezza ci fortifica
L’uomo, la scienza, la medicina hanno fatto passi da gigante. Ormai i trapianti di cuore sono allíordine del giorno, taglia qui, aggiusta li, ricucisci la. Ma un cuore fisiologicamente sanissimo ma emotivamente in pezzi come diavolo si sistema?? Non esiste una colla, non esiste una medicina, un medico, uno sciamano, un profeta, uno stregone sulla faccia della
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Ostacoli.
A volte guardo le mie gambe e penso a come sono cambiate.
Un tempo l’80% della mia vita era basata su loro, tre o quattro allenamenti settimanali, correre, correre, spaccare l’ostacolo.
Son passati tanti anni ormai e le vedo rinsecchite e magre per quanto restino invece più muscolose della media.
Ma non sono più le mie gambe. Queste qui mi portano in giro, si certo, dove voglio, mi portano dove voglio, si e senza problemi, ma non mi fanno più essere quel che ero, non mi portano più a sfiorare gli ostacoli, a correre su quei cento e rotti metri, a fare ciò che ancora desidero come un tempo.
Le caviglie, le caviglie non reggono più lo sforzo.
E allora?
Ed allora il mondo deve cambiare, non ci sono più quelle gambe, ma ci sono le dita. Ora suono.
Ci sono le dita a correre veloci tra le chiavi del mio strumento e salgono e scendono, e vanno, e creano emozioni.
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Addio….. ?
E così anche l’ultimo mio campo è andato.
Si.
E mi accorgo che per ora va bene così, va bene così, sì.
Non c’è più nulla che io possa dare ora per questo mondo, e quel che potevo prendere l’ho preso, o almeno l’ho incontrato, amato, carezzato, vissuto.
Nelle cose materiali, ma soprattutto in quelle mentali, psicologiche, filosofiche.
Le mie mani sono ancora segnate da un campo che sembra essere di reparto, non riesco a non trovare un motivo per far legature che lascino i segni sui pali (perché come mi è stato insegnato una legatura non è una legatura se non si segnano i pali) o per non mettere le mani nel fuoco.
Qui a Pradasacco tanti anni fa ho fatto il mio primo campo, ho abbracciato (amato) quell’albero contorto in cima alla collina, mi ci accoccolavo e lo carezzavo, ci parlavo.
Quell’Albero è stato dove forse -ancora lupetto- ho deciso sarei stato un giorno capo.
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Non ce la posso fare.
Non ce la farò mai.
Non ce la sto già più facendo.
Impazzirò comunque sia, con o senza te, con o senza me.
Non ce la farò mai.
Intanto scivolo.
Qualcuno mi prenda se vuole
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Addio
Penso ancora alla solitudine. Non la mia ma la sua che mai potrò comprendere o forse tra anni, tanti anni, anni che forse mai raggiungerò o che mai raggiungerò così o che forse mai mi
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Perchè si dice addio
Questo è solo un articolo trovato per caso linkato su un forum… lo linko anche io perché mi ha fatto un po’ sorridere, e un po’ mettere il musino triste, mi ha fatto pensare a quante volte il mondo gira così, a quando io mi sono comportato così, a quando tante, non una, persone le ho viste far così e al sogno un po’ che un giorno possa andr a finire come in queste parole
Fonte blog di Giulia Carcasi
Perché si dice addioLa paura dell’abbandono fa fare cose assurde. Come mettere fine a una storia anche quando è quella giusta. E da quel momento, come racconta la scrittrice Giulia Carcasi, vivere come se la persona di cui siamo innamorate potesse ricomparire da un momento all’altro
Mentre le ragazze della mia età facevano
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Uno ad uno
Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio.Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio.Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio.Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio. Uno ad uno. Se ne vanno. Nel silenzio.
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Vita
La gente muore.
Ti giri un istante e un istante dopo qualcuno è scomparso.
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Ciao Jeff.
STRONCATO DA UN TUMORE A 41 ANNI
Non ce l’ha fatta il chitarrista Jeff Healey
Il musicista blues canadese, cieco dalla nascita, suonava da sempre con la chitarra appoggiata sulle gambe
Jeff Healey (Ap)TORONTO – Jeff Healey non ce l’ha fatta a sconfiggere il retinoblastoma, il tumore con il quale aveva dovuto convivere fin quasi dalla nascita e che già gli aveva preso la vista.
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Il nulla
Un silenzio scambiato non è come un silenzio mantenuto.
Sono più spento, freddo, lontano da un po’, è vero. Non scrivo sul BLog, non studio.
Parlo poco.
Si.
Tornerò.
Tornerai?
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