Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

“Traffico. Io vivo altrove.”

Ogni tanto le cose ritornano, come cicli come onde. Il ricordo di un passato è più bello quando arriva inaspettato. Non cambierà la mia vita, non il passato. Lo ha già fatto ed è stato bello per questo.
Un tempo ero una di quelle persone da foto di cose vecchie per rimuginare e ripensare, poi nel tempo ho capito come non importi ricordare necessariamente chi c’era in quel posto, cosa hai fatto, cosa hai visto. Preferisco che ciò che non è stato importante finisca lentamente nell’oblio delle cose dimenticate, preferisco che nella mia testa ci sia lo spazio per tutto quello che devo ancora vivere, per accumulare ricordi nuovi. Ed è la memoria a scegliere cosa fosse importante. Come un girasole preferisco guardare verso la luce e muovermi verso un divenire. Ed è in questo contesto che i ricordi importanti, le cose che ti hanno portato ad essere quello che sei emergono talvolta come una carezza od un sorriso che ti dicono che sì, stai andando nella direzione giusta, che sì esiste una linea diretta che porta da quel che eri a quello che sei ed è quella che puoi seguire passo passo da quel ricordo emerso a tutti e soli quei ricordi che ad esso sono legati.

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Le parole nel tempo, ciò che è scritto non se ne andrà.

“Io voglio essere la tua oasi e vorrei tu fossi la mia, non qualcosa da lasciare indietro ma un luogo dove tornare a respirare, a bere acqua, a rinfrancarsi, da portare nel cuore chiamandolo casa.

Vai dunque, e quando lo vorrai, allunga la mano e cerca la mia.”

Le parole assumono significato nel tempo.
Il tempo stesso assume significato nel mutare delle parole.
Il tutto in un continuo circolo che è paradosso.

“Vai dunque. Ci sono altri mondi oltre a questo”
-Roland di Gilead-


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Domande e risposte

Lo vedi qual è il segreto? Non è tanto nascondere la verità, o non rispondere alle domande eccessivamente personali quanto guidare le domande che ti faranno per ottenere di rispondere ciò che si aspettano.
Faranno ancora domande sempre nella direzione indicata evitando di fare la domanda giusta, l’unica che direbbe davvero chi sei, cosa si nasconde davvero dentro di te, l’unica che direbbe davvero cosa vuoi e dove stai andando.
Nascondere l’evidenza con l’evidenza e non mentire mai neppure davanti all’evidenza.
Le persone che si ritengono più intelligenti si sentiranno soddisfatte da tutte quelle risposte, le persone che non si ritengono nulla le uniche a cui davvero valga la pena donare il tuo segreto invece non avranno bisogno di chiedere nulla. Perché il tuo segreto è lì.
Porti una maschera che copre il tuo volto ma il volto sotto la maschera è lo stesso che c’è sopra.

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Assenza

Surivived to night, I may going down pensandoti.
E ai momenti passati accanto seppur brevi intensi.
Tutto questo scatenato da un pensiero: l’assenza.

Non esiste nulla più forte del sentire la mancanza non per la distanza, non per il tempo ma per l’assenza.
Sono tante le persone della mia vita che non ci sono.
“Non ci sono” non “sono lontane”, “non so dove sono” o “non ci sono più”.
Non ci sono.
Quando di una persona si perde il contatto, ogni contatto, ogni modo di trovare un contatto, in qualche modo cessa di esistere, peggio del modo in cui cessa chi muore perché è talmente assente che non sai neppure se sia vivo o morto, se sia. Chi sia.
Capita, è la vita, e sono tante le persone scomparse così, nella vita di ognuno, dal compagno di asilo all’ex collega e non mancano, non sono e non mancano.

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Piangi. Piangi con un sorriso.

Ho ascoltato una canzone qualche tempo fa, “Cry With A Smile” degli After Forever, non ha molto a che fare con quanto voglio scrivere, il testo è più un infarcitura di clichè emo-gothic per quanto la trovi una canzone musicalmente e stilisticamente di un buon livello.
Quasi quasi giù in fondo ne lascio così, a tributo, una versione ascoltabile così… dovesse interessare.
Ma di cos’era quindi che volevo parlare?!

Piangi. Piangi con un sorriso.
Si sente dire spesso in giro “non serve a nulla piangere”, “io non so più piangere”, “cerco sempre di non piangere”, “non piangere per lui/lei”, “lui/lei non vorrebe che tu piangessi”, “non piangere, su, pensa a come è stato bello”, “Ehi guarda che stupido, piango/piangi”, “Non piangere per me”.


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Fogli

Fogli, carta bianco giallastra di un quaderno con la copertina nera.
Parole vergate di nero in fretta o lentamente,
seguirne la velocità, comprenderne i dubbi,
l’animo,
i pensieri.

Non credo ci sia nulla come una lettera di carta, un quaderno scritto per te, nel tempo, in quanto tempo ci vuole, ragionato, ricco di cancellature.
Vorrei fare un filmato di come scrivo al computer, forse sarebbe l’unica soluzione per rendere davvero soddisfacente la scrittura sul web.

Tanti anni or sono, prima dei bLog (andrebbe con la L maiuscola… viene da Web Log) prima di Skype, di MSN, mySpace, Facebook, quando ICQ si stava espandendo questo aveva un sistema di scrittura oggi considerato bizzarro.
ICQ non è altro (perché esiste ancora) che un sistema di messaggistica immediata analogo a MSN, Skype e gli altri, ma all’epoca aveva una funzione di chat che permetteva di vedere in tempo reale quello che scriveva l’altra persona.

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Ricordi di ricordi di ricordi di ricordi di ricordi di ricordi

Ci sono momenti che restano trasversali alla vita.

Incroci qualcosa, qualcuno, una persona, la incroci in un momento della tua vita, come un linea trasversale alla tua, come un vettore che si incrocia.

Cambia la tua vita? No, non è cambiato nulla, ma è cambiato tutto.
Non si torna indietro. Non si torna indietro a prima di questo incontro, ma non si torna indietro neppure al momento in cui è stato.
Non si torna mai indietro  e basta.

Eppure alcune parole, alcuni istanti, alcuni scambi fanno rivivere ancora, e ancora, e ancora i sogni le sensazioni i sentimenti i colori le luci gli odori di allora, la pista, il sole, la tangibile mancanza di un fuoco che sarebbe bello ci fosse stato, la comprensione profonda di sconosciuti, di vite parallele, una vita parallela alla mia accanto alla vita parallela di qualcun altro che viveva come me una vita parallela alla propria.

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Perché non ti ho fatto gli auguri.

Oggi è Natale, sto rispondendo a mille auguri e ne sto facendo pochi, molto pochi.
Probabilmente anche a te che stai leggendo non li ho fatti, e perché?
Credo, anzi sono certo che la gran maggioranza di chi augura un buon Natale auguri invece un buon natale: con la lettera minuscola. Sono convinto che la gran maggioranza auguri delle buone feste in genere, di passare dei bei giorni, di avere del bel calore familiare, e cose di questo genere.
Beh, tutto questo preferisco augurarlo all’ultimo dell’anno, a san Valentino, a qualche festa che non abbia alcun significato.
Se ti auguro un buon Natale lo auguro con Dio, auguro un momento per riprendere in mano la propria fede e rinnovarla. Auguro di “lasciare che il mondo di Dio entri nella nostra vita, e di credere che è possibile vivere in un modo diverso, più semplice, più evangelico” come mi ha scritto qualcuno poco fa.

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Parallelismi 10

La terra è sferica per tanto applicare una geometria di tipo euclideo, che prevede la presenza di un piano piatto è solamente un’astrazione della realtà che non la rispecchia pienamente se non su scala ridotta.
Le rette parallele sono definite nel V Postulato di Euclide. Esistono altri modi di considerare il piano che considerano validi i primi quattro postululati euclidei ma non questo quinto.
In particolare nella geometria iperbolica le rette divergono, ed è quindi possibile trovare molte rette parallele (cioè che non si intersecano). Nella geometria ellittica le rette convergono e quindi non esistono rette parallele.

Tuttavia due rette parallele quando si avvicineranno, pur restando se stesse vibreranno sempre di una luce tale da illuminare anche il mondo circostante, due rette, indipendentemente dal mondo circostante.

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