Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

La paura di fallire

Fallire. Il mondo è zeppo di paura di fallire, di provare a fare qualcosa e non arrivarci in fondo. Fallire in uno sport in cui non sei sicuro di eccellere, fallire provando ad imparare a suonare uno strumento musicale, fallire un esame all’università, fallire la scelta degli studi, fallire in un rapporto di coppia, fallire un colloquio di lavoro, fallire l’organizzazione di un viaggio ambizioso, fallire un’attività lavorativa, fallire nello scrivere un libro, fallire nel dichiarare il proprio affetto, fallire nel coltivare un fiore, fallire nel fare un dolce. Fallire.
Fallire fa paura.
Io l’ho fatto un milione di volte. L’ho fatto anche oggi. Anche ieri. Sono abbastanza sicuro che lo farò anche domani, ormai mi conosco abbastanza per conoscere dove andrò a schiantarmi miseramente, come mi sentirò, quale sarà il livello di sofferenza.

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C’è un abisso

C’è un abisso 

C’è un abisso per sempre nascosto
(c’è un abisso da sempre nascosto)
((c’è un abisso nel sempre, nascosto))

C’è un abisso da cui ti proteggo
(da cui mi proteggo)
((da cui li proteggo))

E crea un eco nel suono,
(se suono)
((quel suono))

un riverbero interno che crea quella dissonanza implicita
(quei silenzi)
((le distanze))

un vuoto come un crepaccio nel bianco liscio di una morbida nevicata.
(morbido liscio delicato)
((molle livido deflorato))

Sta vibrando. Chiede una vittima e suona le sue deboli campanelle.
(suonano campane)
((suonano i suoni di sottili sottilità))

C’è un abisso da sempre nascosto,
(c’è un abisso per sempre nascosto)
((c’è un abisso nel sempre. Nascosto.))

oggi suona
(Urla)
((Strappa))

come chiamato da un complemento.
((Urla))
(((Scappa)))

Come spaventato di poter infine trovare pace.

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Racconti

Non portarmi con te ad un concerto, non sarò lì.

Sono stato a non so quanti concerti nella mia vita, e non so con quante persone nel tempo, nello spazio, tra le dimensioni.
I concerti per me si dividono in due macro categorie, la prima è quella in cui vado ad ascoltare musica, la seconda è quella in cui vado a incontrare musica.
Oggi sono qui, la folla mi attornia, di fronte a me una ragazza dai capelli ricci mi ricorda qualcuno, si muove come immersa nel mondo del suono, la vedo sorridere pur non vedendone il volto e ne riconoscerei il sorriso. Accanto a me una vecchia amica con cui condivido una passione del tutto musicale e di ricordi di mare, di monti, di tramonti Corsi e dell’odore di quel fuoco, e di fonte a lei immancabilmente la donna più alta del mondo a spostarsi ovunque lei vada. Due donne nascondono il loro affetto reciproco che non è d’amicizia pura e tra rockers e persone raffinate la folla si mescola in caleidoscopiche combinazioni di colori e di volti, persone si muovono all’unisono pendendo dalle labbra di una cantante non più così giovane come un tempo ma d’una carica immensa, ed io lì al centro di un mondo fino.

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Racconti

Dodici gradi

Era una sera di quelle in cui la temperatura ti fa rabbrividire solo un istante, il respiro si addensava in una piccola nube prima di scomparire quasi improvvisamente, indossavamo tutti maglioncini leggeri o giacche leggere, ed era buio.
Moltissimo buio.
Ricordo l’aria frizzante di quella sera come fosse oggi, come fosse vera, e ricordo di aver girato la testa incontrando accanto ai miei occhi la mano di mio padre, la presi e la tirai leggermente verso di me, lui sembrava assorto a guardare nella stessa direzione in cui stavo guardando io solo pochi istanti prima.
Ho sentito la mia voce dire “papà, papà, ma chi è quella ragazzina”?
Era sulla strada davanti a casa mia, a terra, piatta come un foglio di carta leggermente raggrinzito, attorno a lei c’erano dei signori che non conoscevo e qualche mio zio o zia che non saprei definire, c’era anche la zia gilda, e quella signora che mi dava sempre le caramelle al miele.

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Perché ho smesso di scrivere

In questi giorni mi sono interrogato sul mio scrivere, anzi per l’esattezza sul mio non scrivere.
Perché non scrivo?
Non sento più il bisogno di scrivere?
Talvolta si, ma è ciò che vorrei scrivere a bloccarmi, o meglio chi leggerebbe e non trovo sensato scrivere solo per me, perché ciò che è scritto lo è per essere letto.
La vita è più frenetica, il tempo è meno, vivere da soli ti lascia determinate libertà ma contemporaneamente ti porta via molti tempi morti un tempo utilizzabili per creare, scrivere, comporre, suonare.
L’età fa calare determinati impeti letterari ma neppure questa ne è la causa.
Un tempo la mia vita era più “tumultuosa” come quella di ogni adolescente o ragazzo e amavo creare “mondi” immaginari o pseudo reali ed applicarli alla realtà del momento, scrivere cose struggenti ed applicarle a realtà non necessariamente tali, scrivere racconti o pezzi poetici da psico killer e camuffarli da rabbia adolescenziale, scrivere di uno sguardo incontrato per strada come fosse l’amore di una vita, magari applicarlo ad uno sguardo di persona reale ma non necessariamente corrispondente per giustificare il mio scrivere d’un amore che in realtà non esisteva.

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Il Carrillon

Oggi per caso sono finito in una sezione nascosta del forum di Schegge Di Cristallo, studiavo il tipo di forum per vedere se era possibile bucarne un altro fatto con lo stesso codice e così dopo tanto tempo mi sono collegato come amministratore ed ho rivisto le sezioni private, è stato uno strano viaggio, interessante, tra cose felici e cose che è meglio rimangano la dentro e non ne escano mai più.

Tra queste ne ho trovata una interessante,  tra il malinconico e il sognante.
Ecco, così mi va di riportarla, dopo tanti anni, e rileggerla con gli occhi di oggi, anche perché credo non sia mai uscita da quel forum e forse mai nessuno l’ha letta.

Il Carrillon
30/05/2006

Vola principessa-angelo nel tuo azzurro mondo-cielo
lontano da me,
ma non ti scordar di me e delle pietre del fiume,
ne delle mie parole passate.
Le tue ferite smetteranno di sanguinare ma ne resterà il segno
e la nostra melodia nascosta continuerà a suonare nel tempo.

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Trippers al Dubliner a Villafranca

Questa sera sarò con i Trippers a suonare al Dubliner a Villafranca.

Vi aspettiamo numerosi con qualche novità in repertorio per una serata divertente e leggera con musica all’aperto!

http://dubliners-verona.com/

Sul sito hanno sbagliato il nome del gruppo…..

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Nathalie Giannitrapani

Come di consueto dopo un po’ di ascolti un’artista che mi colpisce poi la recensisco, ne parlo, ne do tributo.
Questa volta è Nathalie. Si, per il secondo anno dopo Noemi devo ammettere che da x-factor è uscita un’altra artista che mi emozione. Forse più di Noemi.
Nathalie.

Devo ammettere che il primo ascolto è stato dovuto al vedere per caso questa ragazzina (in realtà ha 31 anni) per puro caso su MTV. Io che la TV non la guardo quasi mai, e MTV ancor meno.
Zapping, e poi questi occhietti azzurri, bah fermiamoci a vedere questa nuova sconosciuta. Dopo una breve intervista si mette al pianoforte e canta.
Pelle d’oca.
Poco dopo sarebbe andata a san remo, ma poco dopo, prima di sanremo, avevo già tra le mani il suo primo mini cd.
In punta dei piedi.
Partiamo appunto da “In Punta di Piedi”, che poi (aimè) è il singolo che l’ha lanciata ad x-factor.

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San tremo: la recensione caustica annuale.

Patty Pravo: IL VENTO E LE ROSE
Il raffronto tra la sua faccia ventenne e le sue mani che lasciano trapelare la vera età comincia ad essere inquietante.
Il modo di cantare ormai è troppo sempre lo stesso e pare aver perso l’alternatività e la creatività dei suoi cavalli di battaglia, dei suoi bei tempi.
A tratti sembra leggermente stonata, canzone piatta, piatta, piattissima.

Modà con Emma:  ARRIVERÀ
Non male come canzone dei Negramaro, peccato non siano i Negramaro a suonare e cantare, bella la voce di lei quando imita Gianna Nannini, belli i crescendo ma poca sostanza.

Luca Madonia con Franco Battiato: L’ALIENO
In questi due personaggi non posso che riporre la più smisurata fiducia, non sono certo artisti sanremo style e forse anche per questo ripongo in loro tale fiducia.
Tuttavia non mi pare un brano particolarmente incisivo, interessante anche se già usata la tematica del sentirsi alieno tra la gente ma manca la tipica capacità di Battiato di creare un

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Trippers at Project Caffè

Sabato sera abbiamo fatto un’altra serata con i Trippers.
Devo ammettere che questa volta è andata bene, ci sono ancora piccoli errori, imprecisioni, incomprensioni istantanee da sistemare con l’esperienza, ma da parte mia ho annullato quel che in precedenza mi pareva un disastro.
Sarà stato che questa volta prima di suonare mi sono preso il tempo di “tonificare l’ispirazione”, sarà l’unica prova che abbiamo fatto dopo il concerto precedente… ma ho avuto modo di improvvisare maggiormente, reinterpretare i miei stessi arrangiamenti, scegliere in un brano di non fare più nulla di ciò che facevo normalmente e dedicarmi ad effettistiche sonore, un buon passo verso la sperimentazione che mi è tanto cara.
Abbiamo tentato di registrare tutto, la qualità audio di registrazione questa volta sarebbe stata davvero ottima, ma purtroppo ho avuto un problema col computer… ma abbiamo imparato, quindi ai prossimi concerti faremo delle registrazioni ben fatte.


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Giolo Sun Return… ?

Giolo Sun torna in azione a spot, diciamo un anteprima del futuro.
Per chi ne volesse un assaggio dovrei suonare questo sabato sera alle Colombare a Verona, sarà una presentazione spot del nuovo trio acustico che entrerà in attività verso agosto/settembre di quest’anno e ci sarà l’occasione di suonare e improvvisare con un gruppo che non conosco ma con cui ci sarà certamente da divertirsi!

Vi aspetto!



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