Ieri ho fatto turno di notte, inizio alle 21:12 stacco alle 04:27… Giornata abbastanza tranquilla dal punto di vista lavorativo, nessun grosso problema, tutto tranquillo. Dovete sapere che a quell’ora in turno siamo in otto persone e se ne aggiungono altre… sei mi pare che arrivano a mezzanotte e se ne vanno alle 7.00. Bene, sono le 04.30 e finalmente stiamo uscendo, in otto prendiamo un ascensore che ha dieci persone di capienza, quindi niente di particolarmente strano.
Premo il bottone per scendere, la porta si chiude…
l’ascensore comincia a scendere.
Sul display c’è il numero del piano… terzo piano…. secondo piano…. diciassettesimo piano.
Diciassette!?!
L’ascensore è fermo, il display segna 17.
Gli altri non si sono ancora accorti di niente… uno fa “ma quanto ci mette?” al che essendo in quel momento l’unico in posizione da vedere il display spiego la situazione… bene.
Proviamo a premere un po’ di tasti a caso…. nulla.
C’è un tasto di allarme, lo proviamo. Fa solo suonare un cicalino nel palazzo. Deserto eccettuato per quelli del secondo turno notturno ma non si sente, siamo un una zona troppo blindata e lontana. Ok. C’è un altro tasto, l’interfono per chiamare il servizio di assistenza. Non risponde nessuno. Ovviamente. Ok.. fortunatamente nessuno dei presenti è claustrofobico e nessuno si fa prendere dal panico (tranne quando il Pago vuole fare un peto, ma per fortuna si trattiene).
Abbiamo i nostri fidi cellulari.
Che non prendono.
Poi un lampo di genio, per qualche oscuro motivo da noi la Tim prende ovunque, ci sono credo ripetitori anche nei bagni degli scantinati e uno di noi fortunatamente ha Tim. Riusciamo ad avvertire i nostri colleghi in sala che non credendoci ci prendono in giro, poi dopo un po’ ci credono e avvertono la guardiola con la polizia che c’è in entrata.
Passano minuti… nel frattempo abbiamo aperto le porte interne dell’ascensore, siamo giusto all’altezza della soletta, ci sono dieci centimetri di spazio sopra e circa cinquanta sotto.
Apriamo anche quelle esterne, ovviamente sotto c’è anche la tromba dell’ascensore.
Aspettiamo, aspettiamo, aspettiamo.
Ok, siamo stufi, alla fine usciamo dai cinquanta centimetri, passiamo dalla guardiola della polizia, salutiamo dicendo “siamo usciti…. ciao” e torniamo a casa.
Tornando vedo l’autovelox, ma per fortuna ero lento, subito dopo mi attraversa la strada un gatto nero.
Bene…. a volte sono felice di non essere superstizioso….
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