Un quinto degli effetti avversi del covid era grave

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Tempo di lettura 6 minuti

Sembra quasi di farlo apposta, ma la realtà è semplicemente che in qualsiasi momento si voglia fare una veloce ricerca di Fake News ci si trova qualcuno che ne campa. Anche tra i media che vengono scritti e realizzati da persone che formalmente risultano giornalisti qualificati.

Il titolone “Speranza: «Sapevo che un quinto degli effetti avversi era grave»” calza a pennello con il mio recente articolo Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9), ed è un ottimo esercizio di ragionamento e di comprensione di come alcuni media marcino sull’ignoranza dei propri lettori alimentando paure e scontri senza farsi alcuno scrupolo.

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Che la cosa sia efficace è dimostrato ovviamente dai commenti presenti sulla pagina Facebook del giornale stesso, dove insulti, minacce e auguri delle peggiori cose si sprecano in abbondanza.

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Ma qual è la verità? Dato che La Verità è anche il nome della testata che ha pubblicato l’articolo? Può un giornale permettersi di mentire su un dato così facilmente reperibile?
Il dato è vero, infatti, e il giornale non sta propriamente mentendo. Sta costruendo una narrazione attorno al dato per farlo sembrare molto diverso da quello che è.
Non serve una grandissima capacità per capire quale sia il meccanismo, eppure a giudicare dai commenti sono molte le persone che non sono in grado di fermarsi e ragionare. Nel frattempo, questa narrazione fa guadagnare consensi al giornale lanciando l’odio e il desiderio di violenza dei propri lettori verso una persona che non ha detto assolutamente nulla che già non si sapesse.

Cosa significa che un quinto degli effetti avversi era grave? Poco o nulla se non si allarga il dato e non si ragiona su quanti fossero gli eventi, avversi e no. Non ci sono mai stati segreti su questi dati, sono sempre stati pubblici e li fornisce l’Agenzia Italiana del Farmaco (https://short.staipa.it/ivgle). In particolare il quattordicesimo (e ultimo) report riporta questi dati:

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Complessivamente, l’81,3% (n. 114.290) delle segnalazioni inserite al 26/12/2022 riporta eventi
avversi non gravi, con un tasso di segnalazione pari a 79/100.000 dosi somministrate, e il 18,7% (n.
26.305) eventi avversi gravi, con un tasso di 18 eventi gravi ogni 100.000 dosi somministrate,
indipendentemente dal tipo di vaccino, dalla dose somministrata e dal possibile ruolo causale della
vaccinazione (Figura 3).

https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_14.pdf

Non serve neppure leggersi tutto il documento per capire. Ogni 100.000 dosi sono state segnalate in media 97 reazioni avverse, di cui 18 gravi. 18 è appunto un quinto delle 97 reazioni.

Significa che si hanno avuto reazioni avverse nello 0.00097% dei casi, un caso su 1.031 vaccinazioni. Di questo 0.00097% il 18,7% sono state gravi. Il 18,7% delle 0.00097%, non del 100%. A me non sembra un dato terribilmente negativo il fatto che le reazioni avverse gravi siano state lo 0,00018%, in pratica un caso su 5.555 vaccinazioni. Però la gran parte dei lettori di quell’articolo penseranno che l’ex ministro stia dicendo che i casi erano moltissimi, e chi lo ha scritto sa benissimo che sarà così. Questa paura sarà poi amplificata dal non sapere cosa sia classificato come grave e cosa no.

Cosa sia un evento avverso è indicato nello stesso documento

Un evento avverso è un qualsiasi episodio sfavorevole che si verifica dopo la somministrazione
di un farmaco o di un vaccino, ma che non è necessariamente causato dall’assunzione del
farmaco o dall’aver ricevuto la vaccinazione;

https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1315190/Rapporto_sorveglianza_vaccini_COVID-19_14.pdf

In pratica un evento avverso è anche un semplice mal di testa avvenuto dopo la somministrazione del vaccino, indipendentemente dal fatto che la causa di quel mal di testa sia stata il vaccino o lo stress lavorativo, o una cattiva digestione, o il partner che ti ha portato a fare shopping, o una testata contro una vetrata.

Verrebbe quasi da pensare che quando i giornali scrivevano assurdi articoli su una donna investita dopo la vaccinazione avessero ragione a fare rientrare l’evento nelle reazioni avverse… (https://short.staipa.it/8ozdl)

Cosa sono invece gli eventi avversi gravi? L’elenco viene fornito da EMA, l’Agenzia europea per i medicinali, qui: https://short.staipa.it/7kec1

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Un dato interessante è che tra gli eventi avversi gravi è considerata anche la hyperpyrexia, cioè la comune febbre. Questo 0,00018% di casi avversi gravi, un caso su 5.555 vaccinazioni, comprende anche i casi di febbre. Se avete avuto una linea di febbre dopo il vaccino siete tra quelli che infoltiscono quello 0,00018%.

Il titolo “Speranza: «Sapevo che un quinto degli effetti avversi era grave»” acquista improvvisamente un sapore diverso alla luce di questi ragionamenti. Già rileggere un quinto degli effetti avversi era grave ora risulta di più facile comprensione, perché l’attenzione va giustamente sul “degli effetti avversi“.

Sono certo che chi ha scritto quell’articolo sapesse benissimo il significato di quello che stava scrivendo, e che lo scopo fosse alimentare quella rabbia, quella divisione, quella frustrazione per ricevere consensi. Sia sulla pelle sia del ex ministro, sia su quella di chi alla fine rischierà di non proteggersi da una malattia alla prossima occasione, o di non fidarsi del parere di un medico che lo avrà in cura.

Sarebbe questo il giornalismo da cui trarre le proprie informazioni e le notizie da cui astrarre le proprie opinioni?

Credo che articoli come questo qualifichino chiaramente la qualità di un giornale e di un giornalista, e diano un’indicazione precisa di un certo metodo di presentare i dati. In genere, qui sul blog, non analizzo notizie o articoli specifici e cerco di stare sul generico ma in questo caso si tratta di un articolo troppo ghiotto per non citarlo, per non trovare l’occasione ancora una volta di mostrare come sia semplice, ragionando sui dati, accorgersi di quando ci vogliono turlupinare.

Voi fare una domanda per uno dei prossimi articoli? Falla qui!





    Qui puoi trovare tutte le domande semplici: https://short.staipa.it/ledomandesemplici

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    Perché gli scrittori ricordano tutto, Paul. Specialmente quello che fa male. Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l’unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.Stephen King
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