Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Immemori battaglie pt1: La fine.

Sembrava quello il giorno.
Dietro di me una vita di scontri, di lotte. Davanti finalmente l’obbiettivo di una vita, di molte vite. Troppe. Lì, in tutta la sua mirabile essenza. Di fronte a me.
Ebbi il tempo di fermarmi ad osservarne l’intera figura e ricordare. Non ero in grado di fare l’elenco di tutti gli uomini, gli amici, che avevo lasciato dietro alle spalle. Delle vite perdute nell’obbiettivo comune di raggiungere questo che ora stavo osservando. Ci provai, provai a ricordare i volti ma mi apparivano distorti, con le bocche aperte o le teste esplose, nei miei ricordi stessi riconoscevo corpi da medagliette o dettagli che ricordiamo solo delle persone importanti. Innumerevoli persone importanti. Ero rimasto solo. L’ultimo era morto pochi giorni prima parandosi di fronte a me un istante prima che qualcosa mi colpisse e venendone colpito al mio posto.

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Racconti

Europa 3

Partirà nella notte qui l’han chiamato Europa 3

Nello spazio infinito che fa sentire vicino a dio cercherò il futuro là nasceranno altre città

Certo che mi mancherà questa vecchia gente che mi saluta spera solo in me che ho paura da nascondere su una stella nuova per ritrovare quello che qui non c’è

-Timoria-

L’immagine della terra come la si rappresentava nelle antiche cartine verdi e azzurre è oramai un ricordo del passato, oggi è ormai arancione e grigio, le calotte artiche sono quasi irrimediabilmente sciolte e se ne vede vagamente traccia guardando il mondo da fuori come due piccole zone di un grigio più chiaro, non bianco. Quello che resta delle calotte artiche è ormai ricoperte delle polveri grigie che inglobano nei cicli in cui la superficie si scioglie e si congela di sei mesi in sei mesi ed ogni volta si congelano più piccole.

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Racconti

Spleen et idéal

Tengo chiusi gli occhi ancora un po’, attorno a me il buio filtra tra le palpebre ed il silenzio mi avvolge, lo vivo, me ne lascio pervadere, mi lascio attraversare mentre osservo i tuoi occhi.
Capita talvolta osservando troppo un flash, una luce forte, il sole che questo si imprima in qualche modo sulla retina e che chiudendo gli occhi essa appaia ancora impressa come dentro le palpebre, come sospesa a qualche centimetro dagli occhi a seguirti in qualunque direzione osservi. Tutto ciò che vedi non puoi che vederlo attraverso quella palla al centro in qualche modo iridescente, mutante ma stabilmente immobile al centro del tuo sguardo.
Sono così i tuoi occhi per me, immobili al centro, privi quasi di un viso che resta evanescente, bianco quasi trasparente, nascosto nel buio come un fantasma. Al centro i tuoi occhi non chiari eppure neppure scuri di un colore indefinibile perché definirlo sarebbe come perdersi nell’infinità di un abisso,  così vivi da non poter non esserne attratto come due buchi neri in grado di assorbire la luce ma non come buchi neri perché in grado di emettere una brillantezza che neppure alla perla più preziosa sarà mai concesso; indefinibili perché impossibile osservarli senza  sentircisi l’anima trascinata giù e al contempo impossibili da non osservare per comprenderli.

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Racconti

Oltre il muro

Non ho voglia di svegliarmi, non credo sia ancora il momento, voglio rimanere ancora qui un po’ nel letto a ricordare la serata di ieri.
Quando mi sono vestita per lui e…
…cos’è successo ieri? Perché non riesco a ricordare?
Il letto non è affatto morbido, ed è freddo, ed ho un dolore forte al centro del petto.
Dove sono?!
Attorno a me buio, non sento il ticchettio della sveglia, ma è qui, la tocco ma sono sul pavimento e attorno sento solo la sveglia che non fa rumore e non sento le fughe delle mattonelle.
Sono seduta e gli occhi si stanno abituando all’oscurità, il pavimento di questo luogo è nero e lucido, somiglia a vetro ma è in qualche modo più solido del vetro, quasi fosse una pietra vetrosa, liscia, infinita. Non vedo niente altro attorno a me. Tranne la mia sveglia a terra, ferma a segnare le dodici, mezzanotte credo data la stanchezza che sento nel corpo.

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Souvenir

Sono il ricordino di un passato,
l’anello appeso al collo d’un amore perduto,
il carillon lasciato a casa quando vivi lontano,
la lettera nascosta in fondo al cassetto e mai gettata,
la fotografia sbiadita di un momento indimenticato,

Sono il ricordo di un passato,
e resto qui -nascosto-
in attesa di nulla.

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Trailer di Romanzo

Finalmente dopo tempo sembra che “il motore sia ripartito”, e sto scrivendo parecchio. Probabilmente più di quanto abbia mai fatto ed in una forma che è decisamente diversa da quella di un tempo. Si cambia, si cresce, ed è bello.

Ho scritto un romanzo “Romanzo incompiuto“, che non so se davvero mai mi impegnerò a pubblicare, mi piace, si. Ma riconosco che c’è troppo “me” come fosse una contorta biografia immaginaria.
Le pochissime persone che me ne hanno dato un parere, tra le poche persone che lo hanno avuto in mano me ne hanno fatto dei complimenti che non ritengo del tutto sinceri, come a non avere il coraggio di dire il vero. Mi fa ridere perché proprio nel romanzo stesso parlo del fastidio dell’incapacità delle persone che ti vogliono bene di dirti davvero cosa pensano di cosa produci.

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