Fa uno strano effetto tornando a casa guardare i segni della vernice rossa di dove qualche giorno prima la tua macchina si è schiantata.
E ti chiedi per quanto quella ferita resterà aperta.


L’altro giorno stavo uscendo di casa, e a meno di duecento metri, all’uscita della prima rotonda un simpaticone stava in contromano dritto dritto verso me. D’altronde trovava intelligente sorpassare quattro macchine a venti metri da una rotonda, è una cosa che chiunque farebbe!
Sono stati pochi gli istanti, vedere la Stilo grigia, premere il freno, ruotare il volante, attendere fino all’istante prima in cui una cinquecento si cappotta se premi il freno e curvi, mollare il freno e pensare “bene, o la va o la spacca, questa è la volta che la disfo”, contro sterzare,  dare un altro puntino di frenata, quel tanto da non bloccare le ruote ed eccomi fermo a pensare “beh mi è andata bene anche questa volta, forse non l’ho neanche distrutta troppo”, provare a sterzare per spostarmi mentre la Stilo se ne andava di corsa e tutte le macchine attorno se ne fregano altamente e continuano a proseguire la loro strada come non fosse stato nulla.
Io con il muso della macchina appoggiato ad un pozzetto di cemento e rivolta più verso il contromano che la giusta direzione.
Provare a sterzare ma le ruote non girano. Bene. Il muso della macchina è schiacciato fino a toccare le ruote, scendere sotto la pioggia a spingere la macchina, a cercare di piegare in fuori il muso in modo che le ruote possano girare e a ringraziare la solidarietà delle persone di qui che il massimo che fanno è suonarti perché stai occupando la strada e superarti rabbiosamente per quei dieci secondi che gli fai perdere sulla tabella di marcia di questa gara a chi arriva prima a lavoro.
Infine dopo aver notato che verso destra le ruote girano, partire e andare nell’unico parcheggio raggiungibile girando solo in quella direzione e ringraziare ancora la grande generosità delle persone sempre disposte a lanciarti in insulto vedendoti in difficoltà .
Il bilancio si è rivelato poi infine positivo per l’arrivo di un signore con un foglio di carta e una targa scritta “ero dietro di te, ho visto tutto, l’ho rincorso fino a Povegliano, se serve qualcosa io testimonio, ecco il mio biglietto da visita”. Avrei fatto anche io come lui, anzi l’ho fatto più di una volta a dire il vero, ma forse tutto sommato, considerata la percentuale di macchine passate rispetto all’unica persona che ci abbia messo del suo mi chiedo in che mondo di merda viviamo.
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