Il 20 giugno è la Giornata mondiale dei profughi. Le sento già le eco dei soliti. “Siete Radical chic”, “ci vogliono sostituire”, “basta con queste giornate mondiali, non se ne può più!”
La Giornata mondiale dei profughi commemora l’approvazione nel 1951 della Convenzione relativa allo statuto dei rifugiati (Convention Relating to the Status of Refugees) da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Non una cosa dell’altro giorno decisa dalla sinistra antisociale che promuove la sostituzione dei lavoratori ma qualcosa che esiste da più di settanta anni. E la giornata esiste dal 2001 nel cinquantesimo anniversario della Convenzione.
La chiesa cattolica festeggia una giornata simile dal 1914, ora celebrata ogni anno nell’ultima domenica di settembre.
Perché una giornata simile è così importante? Perché anche gli Italiani sono stati profughi, perché ci vuol niente perché torniamo ad esserlo, perché solo collaborando possiamo salvare questo mondo che abbiamo tutti contribuito a distruggere, tutti ma principalmente noi. E chi ne soffre, chi scappa da guerre, chi scappa da un clima non più sopportabile, chi scappa dalla povertà, molto spesso scappa a causa nostra. Scappa a causa del colonialismo che abbiamo fatto, dello sfruttamento delle risorse economiche che stiamo ancora facendo, dell’inquinamento e l’uso sconsiderato dell’energia che stiamo facendo.
Profughi lo sono stati i nostri nonni e se sono stati trattati male, se hanno faticato, se sono morti in tanti oggi possiamo impedire che questo accada di nuovo.
Articolo pubblicato in origine il 20/06/2022 @ 09:07
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