Era quel suono.
Ma non solo quel suono.
Il rumore delle foglie gialle e rosse
calpestate dai miei scarponi da montagna,
e quell’odore così forte di sottobosco e pioggia.
I silenzi e il fiato grosso, il cuore.
Era tutto questo e altro:
la grandine in testa che faceva sorridere
il cielo, le nubi
ma soprattutto era che se mi fermavo quel suono continuava,
il calpestio di scarponi sulle foglie rosse e gialle d’autunno
e quel pronome personale che hai iniziato ad usare all’improvviso come se fosse normale
Non era più io ma noi,
come se fosse normale.
E c’è ancora quel suono:
foglie gialle e rosse
calpestate dai nostri scarponi,
sulla montagna,
sulla strada.
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