Tolleranza è quasi sempre la parola sbagliata.
Tolleranza è la parola che si è usata tanto in questo mese del Pride, tolleranza è la parola che si usa quando si parla dei comportamenti che non rientrano nella media di una vita di comportamenti standard, tolleranza è la parola che si usa quando si ha a che fare con persone “diverse da noi” che arrivano sul nostro territorio, tolleranza è la parola che si usa in generale quando si sceglie -o si prova- ad accettare qualcosa di diverso da quello che ci aspettiamo.
tolleranza [dal lat. tolerantia, der. di tolerare “sopportare, tollerare”].
Vocabolario Treccani
[il rispettare le convinzioni, spec. politiche e religiose, altrui, anche se diverse dalle proprie: avere spirito di t.] ≈ ampiezza (o larghezza) di vedute, apertura (mentale), flessibilità, liberalità, pluralismo. ↑ permissivismo, permissività. ‖ clemenza, comprensione, condiscendenza, indulgenza, pazienza, sopportazione. ↔ inflessibilità, insofferenza, intolleranza, intransigenza, rigidezza, severità. ↑ assolutismo, dispotismo, fanatismo, integralismo, settarismo. ‖ impazienza, insofferenza.
Quando stiamo tollerando stiamo sopportando, stiamo guardando con giudizio qualcosa che non ci piace e scegliendo di tapparci il naso. Stiamo guardando uno straniero, stiamo pensandolo diverso da noi e ciò nonostante accettandolo. Stiamo guardando due persone dello stesso sesso che si amano, stiamo pensandole diverse da noi e ciò nonostante accettandole. Stiamo guardando una persona che soffre perché la propria individuazione genetica non corrisponde a quella che percepisce, stiamo pensandola diversa da noi e ciò nonostante accettandola.
Non stiamo mettendoci nei loro panni, li stiamo guardando in faccia e dicendogli “tu non mi piaci, ma ti accetto”.
Tolleranza è qualcosa che si dovrebbe usare verso qualcuno che fa qualcosa di sbagliato, tollero i difetti della mia compagna perché la amo, tollero le difficoltà lavorative perché tutto sommato il lavoro mi piace (o ne ho bisogno per sopravvivere), tollero il caldo del mare perché almeno posso rilassarmi e fare il bagno, tollero la fatica di una salita in montagna perché pregusto quello che mi aspetterà sulla cima, tollero l’automobile che fa le bizze perché non ho soldi per comprarne un’altra, tollero la fatica di non mangiare i dolcetti perché sono a dieta. Ma non tollero un essere umano, e pretendo io stesso di non essere tollerato. Le persone vanno accolte, e vogliono essere accolte. Le persone vanno aiutate, e vogliono essere aiutate.
Come ci si può aspettare un rispetto reciproco e uno scambio alla pari quando da una parte un gruppo tollera e dall’altro qualcuno viene tollerato?
Tolleranza è sempre la parola sbagliata, se stiamo parlando di esseri umani, perché se si vuole instaurare un dialogo, se si vuole che ambo le parti dialoghino per trovare un accordo, non si può di certo farlo con una delle due parti inalzata a indicare l’altra col dito.
Tolleranza è una parola terribile. Dialogo, accoglienza, sono le parole giuste. E ce ne sono certamente decine di altre, lungi da me imporre la parola giusta. Ma che tolleranza sia quella sbagliata mi sembra fuori da ogni dubbio.
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