In un recente articolo ho parlato del registro delle opposizioni e della nuova funzione che tutti (anche quelli che non lo sapevano) aspettavano: la possibilità di non ricevere più chiamate telefoniche da call center anche sui telefoni cellulari e non solamente sui telefoni fissi iscritti al registro telefonico.
Ebbene a quanto pare dopo qualche mese dall’uscita di questo nuovo sistema è facile dire che c’è qualche problema.
Molti utenti lamentano che le chiamate non siano affatto calate e che il registro delle opposizioni non funziona come dovrebbe. Nell’articolo avevo dato qualche altro consiglio su come bloccare le chiamate per cui leggerlo può comunque essere utile.
Prima di disperarsi vanno tenute conto alcune cose.
La prima è che posto che il registro delle opposizioni funzioni ci vogliono quindici giorni perché il numero sia inserito nella lista e recepito dai call center che lavorano in maniera legale. La seconda è che per ogni utente una ex compagnia di fornitura (Gas, Luce, Corrente Elettrica, Linea Telefonica) ha 30 giorni di tempo per chiamare l’utente e convincerlo a riattivare il contratto. La terza è che sottoscrivendo qualunque altro contratto, tessera, abbonamento se non si sta attenti a non concedere la vendita dei dati a terzi si rientrerà presto nel giro delle chiamate, quindi attenzione alle firme che si fanno e alle domande sulla privacy a cui si acconsente.
A questo punto il problema è che molti utenti, me compreso, continuano comunque a ricevere telefonate non desiderate da operatori spesso robotizzati, nonostante la normativa sia piuttosto chiara
Con il nuovo servizio l’operatore deve consultare mensilmente il Registro Pubblico delle Opposizioni e comunque prima di svolgere le campagne pubblicitarie tramite telefono.
https://registrodelleopposizioni.it/
L’operatore di telemarketing deve registrarsi al servizio tramite modulo web per poter verificare le proprie liste di contatti.
Se una azienda viola queste regole è possibile proteggersi, o almeno tentare di farlo, compilando un apposito modulo fornito dal garante della privacy (https://short.staipa.it/ahfmb) che può essere inviato via email all’indirizzo [email protected], via pec a [email protected] (Cos’è la PEC, Posta Elettronica Certificata? https://wp.me/pQMJM-2fV), tra tramite raccomandata intestata a: “Garante per la protezione dei dati personali, Piazza Venezia, 11 – 00187 Roma”, o via fax al numero 06.69677.3785.
Se il Garante decidesse in questo caso di agire la normativa prevede multe che possono arrivare fino al 4% del fatturato annuo dell’azienda che vi disturba, per tanto consiglio in caso di inviare il modulo tramite pec, o tramite raccomandata, entrambe valide a e impugnabili legalmente.