In questi giorni mi è capitato di leggere “La tournée” di Marco Fasoli. Per me è un libro “strano”, per quello che sono i miei ricordi, non per il suo contenuto.
Ho conosciuto Marco tanti anni fa quando frequentavo la parrocchia. Era quello là che prendeva in mano uno strumento e sapeva suonarlo meglio di chiunque. Nella mia testa era in grado di suonare qualunque strumento al mondo, e per la prima volta tra le sue mani avevo sentito suonare una chitarra “come se fossero in due a suonare”. Di certo l’ho visto suonare divinamente la chitarra, l’organo e il suo violino.
Ero piccolo e dovevo io stesso ancora prendere in mano uno strumento musicale e così sono cresciuto con il mito di questo personaggio. Ricordo di averlo visto diverse volte laggiù nella fossa dei musicisti in Arena a suonare il violino durante l’opera. Elegante e perfetto nel suo smoking mentre suonava ed estremamente casual appena uscito. Credo avesse una Fiat 126 fino a pochi anni fa, ma su questo potrei sbagliare.
Io, fiero possessore di Fiat 500, abitualmente casual, speranzoso musicista in erba ho continuato a viverlo come mito di adolescenza fino poi a perderlo di vista, se non appunto quando andavo a vedere l’opera. L’ho sempre cercato nella fossa indicandolo a chi mi stava accanto: “lo vedi quello là col violino? Io lo conosco, lo vedevo suonare quando ero piccolo!”
Lui non lo sa neppure, lo sta leggendo ora.
Ed è così che anni dopo l’ho ritrovato su Facebook ed ho iniziato a seguirlo.
Poi ha pubblicato un libro: La tournée (https://www.ibs.it/tournee-libro-marco-fasoli/e/9788863490640).
L’ho letto con piacere perché si vede che è un pezzo di lui, una storia che forse non racconta di lui ma ti fa entrare in un mondo come il suo, di timidezza e forza. Perché anche quando si sente timido, uno che va a suonare in Arena, uno che suona davanti a un pubblico in qualche modo forte deve esserlo.
Il libro insegna in qualche modo questo. Insegna a seguire i grandi sogni, ma quelli giusti, non quelli che le persone si aspettano da te. Insegna a scegliere i valori, ad aspettare, ad agire.
Un libro piccolo, semplice, ma a suo modo efficace.
Sono stato contento di leggerlo, anche se poi musicista vero non lo sono mai diventato.
Grazie.
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