Sull’app di tracciamento per Covid-19

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“Strani giorni, viviamo strani giorni” diceva il buon Battiato (https://youtu.be/QPxmw9mqYRY). Su questo non c’è alcun dubbio. Non lo siamo solo per i fatti storici che stanno accadendo e che ci porteremo avanti nella memoria ma per il fatto che sempre di più le persone si sentono in grado di sentenziare, pontificare, lamentarsi di argomenti che non conoscono, non solo sui social purtroppo ma anche e soprattutto nelle sfere alte che prendono decisioni sulle nostre vite.

In questi giorni si parla di app di tracciamento per il virus Covid-19, si parla dell’utilità, della paura, della privacy, e se ne parla quasi sempre a sproposito. Se è chiaro che chi si lamenta per la privacy e lo fa su un social network come Facebook magari dopo aver accettato le policy di giochini per scoprire che frutto sei, o che hanno usato per settimane app come FaceApp tende a coprirsi di ridicolo, meno lampante è come chi prende in giro gli stessi stia dimostrando una superficialità solo di poco minore. Non mi metterò a rispiegare “Perché a prendere in giro chi ti lancia allarmi sulla privacy stai solo facendo la figura dello stupido.“, anche se chi lancia l’allarme si lascia violare la privacy più di te, l’ho gia fatto in un articolo precedente (https://wp.me/pQMJM-1I0), è un argomento ormai talmente noioso che non merita molte altre parole.
Mi soffermerò invece a riflettere su quanto una simile applicazione si fattibile, e utile, e per tanto quanto abbia senso investirci realmente allo stato delle cose.

Intanto vorrei ricordate alcuni dei precedenti tentativi tecnologici realizzati dal nostro governo:

  • Portale italia.it: è stato un portale costato 45 milioni di euro, fatto come poteva fare un ragazzino delle medie con WordPress, fallito dopo pochi mesi (https://tinyurl.com/y8wemcfm)
  • Posta certificata gov: un servizio di posta certificata gratuita per tutti fornita dal governo, ora non riesco a ritrovarne i costi ma anche questo fu un servizio stra pagato, con il piccolo difetto che invece di essere una posta certificata come tutte le altre poteva comunicare solo con pochi indirizzi governativi scelti. Ovviamente è naufragato brutalmente. (https://tinyurl.com/y9wy2au9)
  • Sito INPS: Non serve che vi ricordi tutto l’accaduto ma potete trovare tutte le informazioni che avete dimenticato nelle ultime due settimane in Internet (https://tinyurl.com/y9o5b642)
  • Varie ed eventuali che tutti abbiamo provato: a me hanno cambiato il nome della via e sono dovuto andare io in anagrafe, fornitori elettricità gas e acqua, ufficio rifiuti eccetera ad avvisare che la mia via aveva cambiato nome, per dire.

Quello che ci aspettiamo è che in poche settimane lo stesso governo, che ora sta litigando sull’app di tracciatura sia in grado di fornire un servizio che abbia almeno questi requisiti:

  • Sapere che i dati sono al sicuro (INPS ha appena avuto la più grossa fuga di dati di sempre https://tinyurl.com/yakav53e)
  • Elabori in tempi accettabili gli spostamenti di 60 milioni di persone (INPS ha appena avuto un blocco totale solo per mostrare i dati delle partite iva che in Italia sono meno di 4 milioni https://tinyurl.com/ya5db8om)

Questi immagino siano i requisiti che si aspetta un utente medio. Un informatico richiederebbe sicuramente almeno:

  • Chi custodirà i dati e con quale sicurezza?
  • Cosa verrà fatto dei dati una volta finita l’emergenza?
  • Quando l’app segnala che tu sei passato vicino ad un potenziale positivo cosa devi fare? Perché se passi accanto alla fila del supermercato ad esempio hai grandissime probabilità di passare accanto a un positivo e bassissime di essere contagiato.
  • Come garantire che un contagiato installi l’app e si autodenunci considerato che per molti significa perdere il lavoro con contratto temporaneo che magari gli permette di portare a casa il pane?
  • Se l’installazione è volontaria come garantire che la installi un numero sufficiente di persone? Grazie al senso etico di persone che lasciano mascherine e guanti per terra davanti ai supermercati? (https://tinyurl.com/ybf2ylgr )
  • Come gestire tecnicamente l’enorme mole di dati in arrivo da un app del genere? Il governo è in grado di mettere su un infrastruttura come quella di Google o di Apple?

Finito con i punti più importanti mi tocca comunque tornare a fare due parole sulla privacy:

Per chi continua con i “Google già ci traccia, cosa cambia se ci traccia anche il governo?” vorrei ricordare che lo stesso potrebbe e dovrebbe fare per gli evasori fiscali, quelli che non pagano le tasse che servono per gli ospedali e le terapie intensive. Non lo fa. Come mai?

In ogni caso no, non siamo tutti tracciati perché a google non interessa quando stai andando dal dermatologo per una malattia venerea, o quando vai a denunciare in un consultorio un atto di violenza subito in casa, o una gravidanza inaspettata, o quando vai dall’amante. Questa app sarebbe costretta a saperlo, e in caso di problemi di privacy simili a quelli di INPS potrebbero saperlo molte altre persone. Ma non solo, quando tua moglie, tuo marito, il tuo compagno, possono sapere che tu eri dall’amante solo perché l’app ha scoperto che sei potenzialmente contagioso per essere potenzialmente stato a casa sua perché l’altro è passato dalla fila del supermercato chi glie lo spiega cosa ci facevi lì?
Basta spegnere il telefono o l’app quando fai queste cose, giusto?
E allora stai rendendo inutile l’app stessa.

Questo basta? No. Perché Google, Facebook, Apple non hanno la tua cartella medica, l’app che si propone sì. E siamo sicuri che tutti siano vogliosi di dire ad un app gestita da server come quelli INPS di aver avuto malattie sessualmente trasmissibili, o di avere un solo testicolo o di avere qualche brutto male?

Quindi qual è la soluzione?

Io non ce l’ho ma non significa che perché non ho una soluzione non abbia senso ascoltare le critiche: se avete un problema e la soluzione che vi viene fornita è sbagliata non apprezzate comunque che vi venga detto?
Almeno potete cercare soluzioni migliori, più adatte. Magari prendendo seriamente in considerazione di coinvolgere gli esperti del settore invece di far parlare tra loro politici che pensano che la tecnologia siano i selfie su Instagram, le frasette sagaci su Twitter e le dirette su Facebook.

Non è detto che una soluzione tecnologica non ci sia, ma questa, allo stato delle cose mi sembra rischi di essere l’ennesimo buco in cui buttare soldi e poi trovarsi tra le mani un progetto fallimentare.

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