Scrivo, scrivo, scrivo come sempre da sempre scrivo. Gran parte di questo blog, che per forza è di per sé scrivere, è sulla scrittura -nonostante negli anni sia cresciuta la parte sulla divulgazione tecnologica e del pensiero critico- e a volte mi piace tornare a leggere i miei vecchi racconti e le mie vecchie poesie.
L’ho fatto anche in questi giorni mentre rifacevo il make-up alla grafica, mi sono riletto racconti a caso (https://short.staipa.it/d4gs0) e poesie a caso (https://short.staipa.it/or6h1) rendendomi conto di quanto queste due pagine siano più utili a me che a chi mi segue.
Torno un poco a parlare di scrittura però, a quanto ogni parola che scorre dalla penna o dalla tastiera sembra seguire un percorso preciso, un percorso che appare lineare in un primo mentre inizia a scorrere ma che infine non lo è quasi mai. Esiste un gioco segreto tra le frasi, tra i pensieri, come se ogni storia fosse parte di un disegno più grande. Come se ci fosse un filo nascosto che attraversa il tempo, unendo passato, presente e futuro in una spirale senza fine. Anche tra queste mie parole. Ovviamente. Altrimenti non mi metterei a scrivere qualcosa di così criptico senza un motivo evidente.
Ho sempre trovato affascinate il tempo. Non quello che vediamo scorrere sull’orologio, ma quello che viviamo nella mente. Un tempo che si dilata quando ci perdiamo nei ricordi, o che accelera quando siamo immersi in una storia. In fondo, scrivere è un po’ questo: piegare il tempo, farlo nostro, fargli fare ciò che vogliamo. Scrivo da sempre, e ogni volta mi ritrovo a fare lo stesso tipo di viaggio temporale.
Una spirale di Fermat. Ne ho già parlato, ho spiegato cosa sia (short.staipa.it/xqkxx), c’é qualcosa di magnetico in quella forma. Una spirale che non smette mai di avvolgersi su se stessa, che cresce ma senza mai lasciare davvero il suo centro. È un po’ come scrivere una storia: un movimento continuo, in avanti e indietro, ma che in qualche modo non abbandona mai il suo nucleo. È proprio questa la sfida più grande per chi scrive: raccontare qualcosa di nuovo che ha radici profonde, unire ciò che è stato a ciò che non è ancora. Circondare un nucleo che è il messaggio in un percorso che è la trama, il mezzo; ciò che deve avvolgere anche il lettore e in qualche modo trattenerlo, invogliarlo, spingerlo a ruotare col tutto.
Nello stesso tempo scrivere è fermare il tempo. Creare un vortice nel quale è possibile tornare, e tornare ancora, e tornare un’altra volta.
Scrivere è un viaggio che inizia sempre in un punto, e che non sai mai con certezza dove ti porterà .
Questa riflessione sul tempo e sullo scrivere, lascia il tempo che trova, sono d’accordo.
Ma qualcosa si sta muovendo. Gira in tondo da un po’.
Ci sono vicino, vicino, vicino e poi me ne allontano inesorabilmente, ma poi si torna, e poi si va via, avanti, indietro, avanti, indietro, sempre più vicino, sempre più lontano.
Restate sintonizzati, se vi va. La spirale si avvolge, e chissà dove ci porterà .

Lascia un commento