Congresso Mondiale delle Famiglie, perché è bene scendere in piazza.

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Dal 29 al 31 marzo di quest’anno come ormai già arcinoto si svolgerà il tredicesimo Congresso Mondiale delle Famiglie.
Il tredicesimo dovrebbe accendere nella testa di qualcuno che non si tratta di un’idea estemporanea del ministro Fontana o del cattivone di turno. Il tredicesimo. Il primo risale al 1997.
Quest’anno i temi ufficiali saranno secondo il sito ufficiale (https://wcfverona.org/it/about-the-congress/)

  1. La bellezza del matrimonio
  2. I diritti dei bambini
  3. Ecologia umana integrale
  4. La donna nella storia
  5. Crescita e crisi demografica
  6. Salute e dignità della donna
  7. Tutela giuridica della
  8. Vita e della Famiglia
  9. Politiche aziendali per la famiglia e la natalità

Tutti temi positivi. Chi non sarebbe d’accordo con questi temi? Ed allora perché tante polemiche? Perché tante lamentele? La cosa è presto detta. L’organizzazione di questi tredici eventi riunisce attivisti, politici, persone d‘affari, personalità ecclesiastiche unite sotto la bandiera della “famiglia tradizionale”, quindi patriarcale ed eterosessuale, contro l’aborto, contro il diritto di riproduzione, contro i matrimoni non eterosessuali, contro i diritti delle persone LGBTQI, contro il diritto di divorzio, contro gli studi di genere e e contro l’immigrazione. L’organizzazione in passato ha anche finanziato diversi studi per tentare di consolidare le proprie posizioni con quelle della scienza, creare nessi tra famiglie omosessuali e danni nella crescita dei figli, e aumento di pedofilia. Studi che sono puntualmente stati screditati e smentiti dalla scienza stessa. Sono gli stessi che hanno letteralmente inventato l’esistenza della cosiddetta teoria del gender (
https://www.wired.it/play/televisione/2017/01/30/gender-revolution-national-geographic/ , https://www.cicap.org/n/articolo.php?id=278005 ) per avere un nemico contro cui scagliarsi e attirare proseliti.

Nel frattempo però hanno imparato a migliorare il loro modo di esprimersi, la comunicazione. Nell’era della comunicazione stessa hanno imparato che essere contro mette contro. Hanno imparato dai loro oppositori che se la dialettica si spinge nel togliere i diritti le persone diventano sospettose. Perché togliere i diritti al mio vicino di casa omosessuale? Cosa mi ha fatto di male? Ed è così che tutto si è trasformato in una dialettica pro qualcosa: pro vita, pro donna, pro salute. Il divieto di abortire si trasforma in una difesa della salute, il divieto di matrimoni omosessuali si trasforma in una difesa (mai scientificamente provata) dei diritti del bambino o nella tutela della famiglia etero-patriarcale, la diminuzione dei diritti della donna si trasforma in una protezione del bambino, o in una difesa del marito accusato di violenza. Tutto diventa più edulcorato, più dolce, più “giusto”. Mentre gli esponenti meno preparati e raffinati sparano dichiarazioni come

L’atto sessuale tra due persone dello stesso sesso è una forma di violenza fisica usata anche come pratica di iniziazione al satanism


Silvana De Mari, medico e scrittrice

Non ho mai promesso di essere il presidente degli omosessuali, avrebbero dovuto eleggere il loro presidente


Igor Dodon, presidente Moldavo

Ci siamo separati da loro (con riferimento agli omosessuali) come dalla peste, perché è contagiosa


Dmitri Smirnov, presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità e membro del Consiglio supremo della Chiesa ortodossa russa

Perché, esistono le famiglie Arcobaleno?»

Lorenzo Fontana, ministro della Famiglia e le Disabilità italiano

Fonte: corriere.it ( https://tinyurl.com/yx9zq3xp).

Un mucchio di cafoni che fa una conferenza? Sì, ma un mucchio di cafoni che fanno parte del governo della nostra nazione. Avremmo dovuto pensarci prima di votare, sì ma forse non c’era ancora abbastanza consapevolezza, e forse non ce ne è ancora abbastanza. Ma siamo ancora in tempo per fermare tutti questi movimenti. Anzi, io sono contento che questi movimenti ci siano, e ci siano ora.
Prima di ora non avevano bisogno di urlare, di fare conferenze mondiali, di fare pubblicità, di modificare il loro modo di esprimersi per apparire più politically correct, più amichevoli. Se sono costretti ad affinare le armi, a puntare armi più grosse, a spararle più grandi è semplicemente perché il cambiamento si è avviato. Perché il mondo di chi crede nelle libertà individuali, nell’amore, nella modernità, nel non aver paura delle diversità sta vincendo e tutto quel vecchiume trema. Trema perché sotto i loro piedi la terra sta cambiando.
Ci sono però ancora moltissime persone che non sono schierate, che non stanno ne da una ne dall’altra parte, ne pro ne contro, qualsiasi pro o contro sia. C’è bisogno che le persone vedano, capiscano che c’è un altro passo evolutivo da fare per la società e non è stando a casa, seduti sul divano, che si potrà chiedere agli altri di unirsi alla propria idea. Per questo è giusto scendere in piazza. Chiamare gli altri a scendere in piazza, chiedere al proprio vicino “ehi, tu da che parte stai?” stiamo vivendo un cambiamento rivoluzionario e qualcuno sta inutilmente provando a fermarlo usando e travisando gli stessi slogan del cambiamento.
Vogliamo fermarci o andare avanti? Vogliamo rendere il mondo un po’ migliore di come lo abbiamo trovato o lasciare che chi frena freni?
Scendi in piazza. Tu, tu che stai leggendo, mi troverai lì, troverai lì i miei amici, troverai lì un sacco di gente come te, come me, diversa da te, diversa da me, non importa. Saremo tutti lì con bandiere di pace a dichiarare l’amore, i diritti. Quelli veri, inalienabili, quelli che non tolgono altri diritti a nessuno. Quelli che non devono valere per qualcuno, ma per tutti.
Scendi in piazza.

Maggiori informazioni sul congresso e la sua storia su questo interessante articolo del Post:
https://www.ilpost.it/2019/03/24/il-congresso-mondiale-delle-famiglie-verona/

Petizione contro la conferenza:
https://www.change.org/p/quirinale-no-al-congresso-mondiale-delle-famiglie

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Questo è un blog politico. Che piaccia o no. Ma difficilmente mi si vedrà schierato a favore di un partito, o contro un partito… per partito preso.
Politica è essere o non essere razzisti, essere o non essere a favore dei diritti e delle libertà, politica è scegliere di buttare per terra una cartaccia o di raccoglierla e metterla in un cestino della differenziata, politica è scegliere tra accogliere o discriminare, sono tutte cose che non sono di destra o di sinistra, che non dovrebbero appartenere a l’uno o all’altra fazione politica. Sono “cosa pubblica”, sono bene pubblico.
Qui puoi leggere di più sulla mia idea di politica

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