Qualche giorno fa una mia cara amica (amica? Posso chiamarla amica? » un’amica? Ed è cara? .. va beh, non importa) scriveva
“Forse è un’emozione che va tenuta dentro, seguita, nella mia testa soltanto, nello stomaco, cullata. Non ci sono parole per dirla e è troppo intensa per scriverla. Complessa, anche. [..] Probabilmente è anche perchè è così difficile riuscire a descrivere emozioni positive. Cioè belle. E’ così facile invece descrivere struggimenti, sensi di mancaza e dolori, emozioni nega-positive o solo negative. Invece qualcosa di bello è molto più difficile, complicato…banale.”
L’emozione inesprimibile si esprime a pieno nello scrivere la propria incapacità di descriverla.
La felicità è lo stato che dovrebbe essere normale, per questo è così difficile esprimerlo.
Immagina di descrivere l’essere cieco, il non avere le gambe, il non avere la parola. Quanto potresti scriverne? Ore, pagine.
Ora prova a descrivere il vedere, l’avere le gambe, l’avere parola. La difficoltà è maggiore.
Parlare con un cieco ti fa capire come sia difficile per chi ha spiegare a chi non ha mentre risulta così semplice per chi non ha esprimere la propria mancanza.
Credo sia simile l’esprimere la felicità .
Felicità è avere qualcosa, tristezza è non avere felicità . L’energia è la felicità , la sua mancanza è la tristezza, come il calore è l’energia e il freddo solo la sua mancanza, o la luce è l’energia e il buio solo la sua mancanza.
Proprio perché la felicità è tale energia essa va alimentata, curata, “trattenuta”, onde evitare che si dissipi, che se ne vada lasciando il vuoto, in questo ricorda il calore, o ancor più la luce.
Hai mai provato ad accendere una candela al buio e vedere quanta poca luce faccia? Ma hai mai provato poi a circondarla di specchi in modo che questa luce si rifragga su di essi e vedere quanto la stessa luce possa essere più forte, più viva?
Noi siamo quella piccola candela, e noi per primi dobbiamo alimentare tale felicità , ma gli amici, gli affetti, gli amori sono questi specchi che ci aiutano a far si che quest’energia non vada sprecata nel vuoto, far si che non si dissipi senza scopo morendo in breve.
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