Leggevo una discussione su un gruppo che si occupa di scienza. La domanda a far partire la discussione era fondamentalmente quali fossero dei possibili metodi di contrasto alla diffusione di tesi complottiste, prendendo come spunto meramente esemplificativo quelle No-Vax. Ovviamente lo stesso meccanismo può applicarsi a gran parte delle tesi di complotto in cui vi sia un legame con la scienza (medicine alternativie, 5G, elettrosensibilità, determinate intolleranze alimentari, macchinari per produrre o prevedere terremoti, macchinari per controllare il meteo, HAARP, e chi più ne ha più ne metta). Una delle prime risposte, citava la “teoria della montagna di cacca” (https://wp.me/pQMJM-1Sz), ossia il fatto che ci vuole molto meno tempo a diffondere una tesi errata che a dimostrane la fallacia. Vero, verissimo, ed è una buona risposta seppure a mio avviso parziale.
La prima cosa che mi ha preoccupato è che molte delle risposte, nonostante i temi trattati nel gruppo siano piuttosto complessi e richiedano una certa conoscenza scientifica, erano puntate non sulla domanda in sé ma sul tema dei No-Vax, sbagliando completamente argomento perché presi dalla foga del tifo da stadio pro e contro.
Era comunque interessante che fossero risposte sul fatto che una o l’altra teoria siano seguite da persone stupide, o che teorie di un certo genere fossero portate in giro a causa di uno o l’altro partito politico.
(No, non il partito che pensate. Brutti malfidenti che non siete altro, parlavano solo di destra e di sinistra).
Credo sia troppo semplice in generale dare colpe alle categorie specifiche, e anche all’ignoranza o alla stupidità in genere. Si archivia l’argomento e si chiude senza discuterne.
Essere ignoranti, ossia letteralmente inconsapevoli, non sapere, non può essere genericamente una colpa. L’ignoranza dipende spesso dall’ambiente, dall’istruzione, dalla ricchezza. Essere ignorante non dovrebbe essere un’offesa più di quanto non lo sia essere ricco, o povero, o essere nato in una o l’altra parte del mondo. Come l’essere acculturato non sempre è un merito e non sempre è una caratteristica utilizzata a buon fine. La cultura stessa può essere usata per fare del bene o per fare del male. E chiunque, anche il più acculturato è per forza di cose ignorante su qualche tema.
La discussione stessa, con (presunti) esperti di fisica che avevano difficoltà serie con il metodo scientifico e il funzionamento dei trial clinici, lo dimostrava.
Di chi è quindi la colpa se non è la stupidità o l’ignoranza in genere? Di tutti e di nessuno. Ma è prendendone coscienza che si possono cambiare le cose, che si può tentare un miglioramento della società.
Chi si occupa di scienza, che siano ricerche sui vaccini o su altro, in genere non ha molto tempo da perdere nel “confezionare” materiale per la massa, non è pagato per fare questo ma per fare la ricerca specifica.
Chi invece produce false notizie vive di quello e non delle ricerche, e se fa investimenti li fa in grafica e ricerche di mercato, confezionano quindi articoli o pubblicazioni più appetibili e più numerose.
Spesso mettendole anche in vendita per aumentare il guadagno, i libri di teorie complottiste sono ormai venduti come il pane.
Ovviamente per chi non sia abituato a cercare o scrivere pubblicazioni scientifiche è davvero difficile distinguere le fonti affidabili da quelle non affidabili e tende involontariamente a scegliere quelle che appaiono più piacevoli da leggere e chiare.
I motori di ricerca poi privilegiano i contenuti con più link ma è ovvio che una tesi complottista avrà sempre infinitamente più link di un paper scientifico noioso, questo fa sì che gli indecisi o in genere i meno esperti abbiano molta più facilità a fruire del materiale complottista che di quello scientifico e questo GAP è destinato per ovvi motivi a crescere.
Una volta entrati in quel giro di informazioni poi, sempre i motori di ricerca tenderanno consigliare siti e articoli simili a quelli che già visualizziamo. Il loro lavoro è appunto fornirci informazioni affini ai nostri interessi. Così facendo finiremo per trovare (quasi) solo conferme alle nostre tesi, paure, o convinzioni. Le poche informazioni non affini tenderemo a scartarle.
A meno che non si cominci a trovare un modo di far guadagnare a sufficienza anche chi si occupa di scienza, incentivare la divulgazione scientifica, far sì che questi temi abbiano appeal anche per il grande pubblico, limitarsi a fare debunking puntuale è spesso inutile, proprio perché quando le persone vogliono “farsi una propria idea” avranno maggior facilità a trovare fonti sbagliate che fonti corrette.
Qual’è la soluzione? Per difendere noi stessi è certamente quella di cercare spesso e volutamente informazioni opposte a quelle in cui crediamo, valutarle per possibili e cercare di confutarle. Questo ci aiuta ad aprire la mente, a disporci nell’ordine delle idee che è possibile cambiare opinione, e a conoscere maggiormente il tema.
Per difendere o convincere gli altri invece la strada è decisamente più ardua. Lo scontro diretto, come racconto nell’articolo “L’incomunicabilità nella violenza verbale” (https://wp.me/pQMJM-1Z9) è comunque la strada sbagliata. Minimizzare, dare dell’ignorante o dello stupido, offendere è sempre la strada sbagliata.
Forse proporre con gentilezza del materiale che riteniamo scientificamente affidabile? Se la persona che ci troviamo di fronte è disposta a discutere davvero, a mettere sé stesso in discussione non avrà problemi a prendere in considerazione quello che gli forniremo, ma dall’altra parte dobbiamo noi per primi avere lo stesso atteggiamento che ci aspettiamo da loro. Leggere il materiale che ci viene inviato, e discuterne. Se la persona con cui stiamo interloquendo è qualcuno a cui teniamo temo che questa sia l’unica via.
Al contrario se dobbiamo scontrarci con qualcuno che palesemente non ha alcun interesse a cambiare opinione, e neppure a discutere in maniera adulta e consapevole, beh. A quel punto non ha senso discuterci, servirebbe solamente a innervosirci a vicenda e perdere tempo.
A Verona si dice “L’è inutile spiegar le robe ai mussi, te perdi tempo e te infastidissi la bestia” ma più in generale:
Discutere con certe persone è come giocare a scacchi con un piccione. Puoi essere anche il campione del mondo ma il piccione farà cadere tutti i pezzi, cagherà sulla scacchiera e poi se ne andrà camminando impettito come se avesse vinto lui.
Anonimo
Il rischio reale è quello di dare importanza alla tesi, renderla credibile proprio perché qualcuno cerca di contrapporvisi, dare forza a quella che per il complottista è una forma di resistenza ai poteri forti e facendo questo aumentarne i seguaci invece che far sparire la tesi. Probabilmente per molti complotti basterebbe che tutti smettessero di provare a convincere le persone del contrario e finirebbero nel dimenticatoio, tornerebbero a essere le idee bislacche di qualche amico ricco di fantasia.
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