Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Uso consapevole dei social network

La percezione della realtà sui social network è un tema di grande attualità e importanza, che merita una riflessione approfondita. Sempre di più in una società in cui tutto spinge alla fruizione delle notizie attraverso i social. I giornali ormai vengono in larga parte seguiti e commentati soprattutto sui social network, gli eventi mondani vengono pubblicati sui social network, i politici pubblicano le loro dichiarazioni suo social network invece che attraverso siti istituzionali. Per qualcuno che abbia frequentato Internet nell’era pre social tutto questo è assurdo e va contro il senso e il valore di libertà e pluralità su cui Internet stessa è stata fondata, ma non solo. Il fatto che tutte le cose vengano pubblicate su un principale canale privato impedisce quel controllo automatico che l’utente è costretto a fare quando deve scegliere una fonte di informazione.

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Fact Check Explorer, il motore di ricerca contro le Fake News

Quanto bello sarebbe se esistesse un motore di ricerca per le Fake News? Per sventarle intendo, non per trovarle.
Google ha annunciato a fine marzo 2022 (https://short.staipa.it/gfce) il lancio di Fact Check Explorer, raggiungibile dall’indirizzo https://toolbox.google.com/factcheck/explorer o digitando Fact Check Explorer in google stesso.

Non è ancora perfetto e ricco di informazioni ma sta velocemente crescendo. Digitando alcune parole chiave relative ad una notizia il tool fornisce, se presenti, una serie di collegamenti a fonti esperte che forniscono verifiche o smentite della notizia stessa. Di ogni collegamento viene mostrata una brevissima sintesi di cosa aspettarci nell’articolo suggerito.

ricerca sula parola chiave plasma con factcheck explorer: https://toolbox.google.com/factcheck/explorer/search/plasma;hl=it


Come parole chiave si possono usare per esempio nomi di persone, luoghi, argomenti, brevi descrizioni, frasi di personaggi famosi o altro.

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Missione alle origini dell’universo

Missione alle origini dell’universo è un romanzo per bambini scritto Stephen Hawking e sua figlia Lucy Hawking. Credo non ci sia grande bisogno di presentare chi sia Stephen Hawking, lo abbiamo visto mille volte in tv, sui social, citato e a volte presente in serie tv, ovunque. Probabilmente l’astrofisico più citato e conosciuto dell’ultimo secolo, forse più di Carl Sagan.

La storia inizia con due bambini e un maiale. Il problema è che il maiale non può più stare a casa da loro e devono trovare un luogo nell’universo dove questi possa vivere felice. Tra un colpo di scena e l’altro si troveranno a combattere contro un potentissimo gruppo di potere che controlla i complottisti del mondo per ottenere che la scienza non possa progredire attraverso la ricerca. Detto così sembra assurdo, ma è proprio questo il bello.

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I social possono influenzare la mia mente?

La domanda i social possono influenzare la mia mente? sembra quasi provenire da una storia di fantascienza o da una versione aggiornata di 1984 di George Orwell, quello che ha inventato il concetto di Grande Fratello. Sembra ridicolo che frequentare un sito possa influenzare la nostra mente no? Eppure, entro certi limiti questo accade e il miglior modo per evitarlo è quello di esserne consapevoli.

Il meccanismo su cui si basa la possibile influenza sulla nostra mente è essenzialmente lo stesso su cui si basa la pubblicità. Molti di noi sono convinti di esserne immuni, io ad esempio dico sempre che alla fine degli spot pubblicitari non mi ricordo neppure la marca del prodotto, eppure tutti noi costruiamo involontariamente dei preconcetti che ci spingono a credere migliori determinate marche rispetto ad altre pur non avendole mai provate.

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Quando siamo estremamente divisivi è probabile siamo vittime di Fake News

Viviamo in un mondo complesso, e molti chiamano quella che stiamo vivendo l’era dell’Informazione.
Tutto ci viene fornito apparentemente su un piatto d’argento e abbiamo la netta impressione di essere in grado di reperire qualunque informazione di cui abbiamo bisogno. Nel tempo però è diventato sempre più difficile distinguere informazioni vere da informazioni false.
La stessa convinzione di poter reperire qualunque informazione tuttavia sembra stia causando una maggiore radicalizzazione delle idee. Vale per quelle religiose dove non esiste solo una radicalizzazione delle correnti islamiche ma anche di molte correnti cattoliche o religiose in genere, vale per la politica che sta diventando sempre più polarizzata e divisiva con inasprimenti delle posizioni che portano verso estremi, vale per un odio o un amore incondizionato per le conquiste mediche e scientifiche, vale per le tesi animaliste o naturaliste, per movimenti pro o contro le persone LGBTI, ormai qualunque idea sta diventando radicale, qualunque scontro sta diventando assoluto.

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Stupidità e ignoranza non sono la causa.

Leggevo una discussione su un gruppo che si occupa di scienza. La domanda a far partire la discussione era fondamentalmente quali fossero dei possibili metodi di contrasto alla diffusione di tesi complottiste, prendendo come spunto meramente esemplificativo quelle No-Vax. Ovviamente lo stesso meccanismo può applicarsi a gran parte delle tesi di complotto in cui vi sia un legame con la scienza (medicine alternativie, 5G, elettrosensibilità, determinate intolleranze alimentari, macchinari per produrre o prevedere terremoti, macchinari per controllare il meteo, HAARP, e chi più ne ha più ne metta). Una delle prime risposte, citava la “teoria della montagna di cacca” (https://wp.me/pQMJM-1Sz), ossia il fatto che ci vuole molto meno tempo a diffondere una tesi errata che a dimostrane la fallacia. Vero, verissimo, ed è una buona risposta seppure a mio avviso parziale.

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Chi lotta contro i diritti dell’uomo e chi lotta per i diritti del pesce

Lo so. Alla domanda “In che mondo vivranno i nostri figli?” rispondo sempre “Nello stesso in cui viviamo noi e in cui hanno vissuto i nostri genitori e i genitori dei nostri genitori e così via“. Il mondo alla fine è sempre la stessa declinazione di bellezze e brutture. L’uomo si crede migliore di chi è venuto prima (e di chi verrà dopo) e ogni volta si meraviglia nello scoprire di essere invece peggiore. Di fatto cambiano le situazioni ma non i meccanismi di base. Cambiano i tempi ma non l’uomo.
Una domanda più pertinente per me sarebbe: “Ma in che mondo stiamo vivendo noi?“.
In questi giorni mi sono trovato ad affrontare un paradosso che come direbbe una mia cara amica, “non mi ci sta in testa“. Non trovo una definizione migliore. In poche ore mi sono trovato a leggere articoli di un gruppo parlamentare che lotta per diminuire i diritti dei cittadini (https://goo.gl/L7PbCY

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Di Maio, George Orwell e la politica odierna

Mi ero ripromesso di non scrivere più di partitica, di non nominare più esponenti politici e di non immischiarmi più in queste cose. Lo avevo fatto perché ormai tutti si sentono in diritto di sentenziare dall’alto di podi da espertoni facendo spesso magre figure e ho cercato con tutto me stesso di non appartenere mai più a queste schiere di imbecilli. Ma per quanto io non sia in genere molto patriottico quando un leader politico trasforma la bandiera nazionale in un simbolo strumentalizzato del proprio partito, quando lo fa a pochi giorni dal 2 giugno dicendo di tirarla fuori come rivendicazione, allora termina anche ogni armistizio. Quando mi si toglie la libertà di essere patriottico perché esserlo mi farebbe apparire come appartenente ad una fazione si sta ledendo il mio diritto di essere Italiano. Quando non è più la loro bandiera ad essere il loro simbolo ma è la mia allora siamo al primo grande balzo verso un fascismo, verso una battaglia sporca di fango e schifo.

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Complottismo e Anticomplottismo

Negli ultimi anni, l’espansione di Internet e la conseguente accelerazione e popolarizzazione dell’informazione ha cambiato il nostro mondo in diversi modi.

Umberto Eco aveva riassunto in una maniera quantomai efficace quanto stava accadendo, era il 10 giugno 2015 durante l’incontro con i giornalisti in occasione della laurea honoris causa in Comunicazione e cultura dei media conferitagli dall’Università di Torino, parlava di Twitter ma in generale dei social media

…dà diritto di parola a legioni di imbecilli, i quali prima parlavano solo al bar dopo due o tre bicchieri di rosso e quindi non danneggiavano la società. […] Sono della gente che di solito veniva messa a tacere dai compagni […] e che adesso invece ha lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. […] Credo che dopo un poco si crei una sindrome di scetticismo, la gente non crederà più a quello che gli dice Twitter.



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