Di Maio, George Orwell e la politica odierna

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Mi ero ripromesso di non scrivere più di partitica, di non nominare più esponenti politici e di non immischiarmi più in queste cose. Lo avevo fatto perché ormai tutti si sentono in diritto di sentenziare dall’alto di podi da espertoni facendo spesso magre figure e ho cercato con tutto me stesso di non appartenere mai più a queste schiere di imbecilli. Ma per quanto io non sia in genere molto patriottico quando un leader politico trasforma la bandiera nazionale in un simbolo strumentalizzato del proprio partito, quando lo fa a pochi giorni dal 2 giugno dicendo di tirarla fuori come rivendicazione, allora termina anche ogni armistizio. Quando mi si toglie la libertà di essere patriottico perché esserlo mi farebbe apparire come appartenente ad una fazione si sta ledendo il mio diritto di essere Italiano. Quando non è più la loro bandiera ad essere il loro simbolo ma è la mia allora siamo al primo grande balzo verso un fascismo, verso una battaglia sporca di fango e schifo. Quando un partito rivolta la realtà e dopo aver ottenuto consensi grazie alle fake news, ed essere stato fondato dalla società che gestisce la maggior parte dei siti di fake news fa la vittima dicendo che le notizie false sono quelle degli altri e contemporaneamente negando le proprie stesse dichiarazioni, quando un uomo che se parla libero non sa coniugare un verbo esce con un video che palesemente non è farina del suo sacco, con un discorso scritto da un professionista della comunicazione, con un incipit, una tesi, delle spiegazioni e una conclusione ma una infinità di tagli di scena perché nella pratica non sarebbe mai in grado di farlo intero, allora cominci a renderti conto che qualcosa sta andando storto.
Ma è quando ti accorgi che una grande quantità di persone non si rende conto di questo, che quel personaggio dichiara il contrario di quello per cui è stato votato, che strumentalizza il simbolo della nazione che dice di voler difendere, che nonostante non sia in grado di spiccicare un discorso qualcuno da dietro glie ne ha creato uno paurosamente perfetto ed in grado di invertire completamente il senso della realtà che ti rendi conto che lo stesso meccanismo che ha portato al potere il fascismo ed altri totalitarismi è di nuovo qui. La chicca finale è quando riescono ad accusare il resto del mondo di essere il totalitarismo, e quando ancora una volta le persone ci hanno creduto.
Mi chiedo se a scuola si legga ancora Orwell, La fattoria degli animali possibilmente, che 1984 è più adatto al gdpr. Credo che rileggerlo potrebbe fare molto bene, almeno a chi non sia già arrivato alla fase “quattro gambe buono, due gambe meglio”, ma temo che ormai quel punto sia già arrivato.
Tocca solo vederli camminare col sigaro mentre giocano a carte.

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Questo è un blog politico. Che piaccia o no. Ma difficilmente mi si vedrà schierato a favore di un partito, o contro un partito… per partito preso.
Politica è essere o non essere razzisti, essere o non essere a favore dei diritti e delle libertà, politica è scegliere di buttare per terra una cartaccia o di raccoglierla e metterla in un cestino della differenziata, politica è scegliere tra accogliere o discriminare, sono tutte cose che non sono di destra o di sinistra, che non dovrebbero appartenere a l’uno o all’altra fazione politica. Sono “cosa pubblica”, sono bene pubblico.
Qui puoi leggere di più sulla mia idea di politica

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L’uomo che è cieco alle bellezze della Natura, ha perduto metà del piacere di vivere.Robert Baden-Powell
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