Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

La retorica dell’avvelenamento del pozzo

Non sempre i dati possono essere fraintesi, e non sempre un’idea di qualche genere è facilmente attaccabile. A volte le evidenze portano in una direzione che non è quella dove vorremmo si andasse e non c’è modo di far invertire la rotta con il ragionamento e le informazioni.

Di come i dati possano essere esposti in maniera fuorviante ne ho parlato in Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) e in Cherry picking, le fake news amano le ciliege (https://short.staipa.it/gq0xv), in Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato anche di come non farsi del male da soli esponendo un’idea, ma non è nessuno di questi il caso, quando tutto depone contro di noi resta un solo strumento, una sola fallacia argomentativa: l’avvelenamento del pozzo.

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Festa della donna? Non esattamente

Oggi è l’8 marzo, in Italia chiamiamo questa giornata festa della donna, un momento per festeggiare le tanto bistrattate donne, per spendere un po’ di soldi in mimose, ristoranti e feste. E poi? E poi il giorno dopo tornare al vecchio comune vivere.

Ci sono delle storture in tutto questo. Innanzi tutto, il nome. Perché dovrebbe essere una festa? Che cosa esattamente dovremmo festeggiare? Nel resto del mondo l’8 marzo non è la festa della donna, ma la Giornata internazionale della donna. Ma noi siamo la nazione che rinomina titoli come “Eternal Sunshine of the Spotless Mind” in “Se mi lasci ti cancello“, abbiamo un po’ il sadico gusto di cambiare i titoli rovinandone poeticità e significato per piegarli al commercio.

Credo che Giornata internazionale della donna renda un po’ di più l’idea del fatto che oggi non è un giorno in cui meramente festeggiare le donne che ci circondano, ma un giorno nel quale riflettere sulle disuguaglianze sociali che differenziano lo status della donna da quello dell’uomo.

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Cherry picking, le fake news amano le ciliege

Esistono svariati modi per utilizzare dati e informazioni e piegarli verso conclusioni che non sono quelle corrette, di recente nell’articolo Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News (https://short.staipa.it/p51n9) ho parlato di come si possa utilizzare la statistica per forzare il significato di dati verso una direzione diversa da quella che dimostrano, e nell’articolo Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera (https://short.staipa.it/ak6g6) ho parlato di come una semplice narrazione scorretta possa danneggiare invece una mozione etica e positiva.

Si tratta di fallacie logiche:

Le fallacie sono errori nascosti nel ragionamento che comportano la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto. I ragionamenti fallaci appaiono come rigorosi e logici, ma in realtà non sono validi (da non confondere con “veri”):
-valido è riferito alla correttezza logica degli argomenti (come le premesse che implicano le conclusioni);
-vero riguarda invece la veridicità delle proposizioni con cui si enunciano gli argomenti.



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Come la narrazione sensazionalistica uccide una notizia vera

Le Fake News hanno quasi sempre la caratteristica di distrarre dalla tematica principale e portare a un’idea tramite le emozioni (https://short.staipa.it/avp0h), o fornendo i dati in maniera artefatta (https://short.staipa.it/p51n9). Si tratta di uno dei modi più affidabili per riconoscere se una notizia abbia o meno probabilità di essere affidabile. Il problema è che non tutti quelli che forniscono informazioni vere lavorano in maniera altrettanto deontologicamente corretta. O meglio, capita spesso che anche nel fornire informazioni valide e a fin di bene, vengano utilizzate argomentazioni tipiche delle fake news con il grave rischio di invalidare tutto l’impianto dell’informazione, e questo fenomeno sta accadendo sempre più spesso.

Facendo un esempio astratto: siamo in un remoto passato nel quale i tubi dell’acqua di case e acquedotti vengono realizzati in piombo perché è un materiale semplice da lavorare e non ci sono tecnologie migliori (era davvero così ai tempi degli antichi romani).

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Il ruolo dello snobismo della matematica nelle Fake News

Negli ultimi anni assistiamo tra le varie “cattiverie” dei social a un fenomeno di grammarnazi che provano profondo piacere nell’offendere chi manca una h, un accento, o una coniugazione verbale. Non importa se questo avvenga a causa di ignoranza della grammatica della lingua italiana o di un errore di battitura, come non importa se chi ha scritto si chiami Mario Rossi o Kinari Mudaliar. Non sto necessariamente demonizzando il tenere all’importanza del formalismo linguistico, ne sono un profondo difensore anche io, ma è importante riflettere su questo fenomeno prima di proseguire con l’argomento dello snobismo della matematica. Chi tiene molto alla correttezza linguistica da un lato tende a dimenticare che storicamente esiste un distinguo tra il linguaggio parlato, dove molte forme scorrette sono comunemente accettate, e quello scritto dove tali forme scorrette non sono accettabili e che i social sono più simili a un ambiente di linguaggio parlato che uno formale di linguaggio scritto.

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Uso consapevole dei social network

La percezione della realtà sui social network è un tema di grande attualità e importanza, che merita una riflessione approfondita. Sempre di più in una società in cui tutto spinge alla fruizione delle notizie attraverso i social. I giornali ormai vengono in larga parte seguiti e commentati soprattutto sui social network, gli eventi mondani vengono pubblicati sui social network, i politici pubblicano le loro dichiarazioni suo social network invece che attraverso siti istituzionali. Per qualcuno che abbia frequentato Internet nell’era pre social tutto questo è assurdo e va contro il senso e il valore di libertà e pluralità su cui Internet stessa è stata fondata, ma non solo. Il fatto che tutte le cose vengano pubblicate su un principale canale privato impedisce quel controllo automatico che l’utente è costretto a fare quando deve scegliere una fonte di informazione.

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Pensieri Lenti e Veloci

“Pensieri lenti e veloci” di Daniel Kahneman è un libro che mi ha colpito per i suoi spunti illuminanti. Parlarne in modo sintetico significa inevitabilmente semplificarlo, vista la quantità di informazioni che contiene. Si tratta di una profonda esplorazione della psicologia umana applicata alla decisione.

L’autore, premio Nobel per l’economia, ci guida in un viaggio affascinante dentro la mente umana, mostrandoci come prendiamo decisioni, risolviamo problemi e formuliamo giudizi.

Il libro si occupa di vari aspetti: da come distinguere un’informazione vera da una falsa, a come credere o meno a una storia, a come valutare se un investimento o un rischio siano convenienti, a come si tende a scegliere un candidato politico.

Il fulcro del libro è la contrapposizione tra due sistemi di pensiero: il Sistema 1 e il Sistema 2. Il Sistema 1 è il nostro pensiero automatico, rapido e intuitivo.

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L’Intelligenza artificiale ci mostra un futuro desolante

Negli ultimi tempi chiunque parla di Intelligenza Artificiale, perfino io, il grosso problema è che a parlarne sono anche le stesse testate che vivono su Fake News (https://short.staipa.it/0cyt2) o notizie borderline tra realtà e titoloni vivendo di clickbait (https://short.staipa.it/pcs07).

E non intendo solamente testate farlocche, anche molti giornali considerati storici e importanti.

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Numerosi articoli vogliono raccontarci come l’Intelligenza Artificiale immagini il nostro futuro, non sono cose nuove, da moltissimo tempo vengono scritto articoli che pretendono di raccontarci come l’uomo evolverà e tutti sono privi di ogni fondamento di scientificità. (Per affrontare il tema specifico consiglio questo video di @entropyforlife: https://youtu.be/JA4_FoqaXMs)

Per motivi piuttosto ovvi, il primo dei quali è il fatto che le Intelligenze Artificiali sono ognuna realizzata con uno scopo specifico, e in particolare quelle che creano immagini, creano solamente immagini, nessuna Intelligenza Artificiale può prevedere alcun futuro generico.

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Come riconoscere le immagini create con l’intelligenza artificiale

Nell’era digitale in cui viviamo, l’Intelligenza Artificiale (IA) ha compiuto passi da gigante nel campo della creazione di contenuti visivi. Immagini straordinarie, video mozzafiato e grafica sorprendente sono diventati parte integrante del nostro panorama mediatico. Tuttavia, con la proliferazione di queste nuove forme di media, sorge una domanda cruciale: come possiamo distinguere tra contenuti creati dall’IA e quelli catturati con una normale fotocamera?

Purtroppo, non è semplice, e ogni regola che si scriva oggi domani potrebbe non valere più nulla. Si tratta dello stesso principio del fare un elenco di modi per nascondere le chiavi di riserva fuori casa. I metodi funzionano, ma una volta dichiarati in pubblico sarà i primi luoghi dove un ladro andrà a mettere le mani, così per quanto riguarda la contraffazione di immagini se oggi diamo un metodo per scoprirle, domani chi sviluppa le intelligenze artificiali cercherà di migliorare il più possibile per non lasciare quel segnale di allarme così in vista.

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Di incidenti e di YouTubers

Come di consueto sulle polemiche mi ci butto con il mio tipico lieve ritardo, un po’ per non marciarci troppo e un po’ perché preferisco scrivere fuori dall’onda del clamore e delle varie indignazioni, dandomi il tempo di elaborare la situazione.

Il riassunto è veloce e superfluo: gruppo di famosi YouTuber causa incidente durante le proprie folli riprese. Bambino muore.

Ed è l’unica cosa che è dato sapere con certezza e che francamente mi interessi, anzi alla fine neppure quello ma lo spiegherò più avanti. Il resto della dinamica, in ogni caso, è del tutto ininfluente dal mio punto di vista, come lo sono le indagini e quello che verrà fuori dal caso specifico.

La dinamica a cui sono interessato, invece, io che vorrei vivere in un mondo in cui le persone soppesassero le notizie e osservassero i dati e fossero in questo modo immuni da Fake News e manipolazioni è tutto il clamore su questa notizia.

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I miti sull’intelligenza artificiale

Dopo aver introdotto il concetto di Intelligenza Artificiale nell’articolo “Introduzione all’intelligenza artificiale – Che cos’è l’intelligenza artificiale e come viene utilizzata nella vita quotidiana” (https://short.staipa.it/nh6io) è il momento di parlare di alcune delle leggende metropolitane che ad essa si legano e su cui tanti giornalisti marciano a spron battuto per fare clickbait (Come funziona il clickbait? NON CI CREDERAI MAI! https://short.staipa.it/pcs07)

L’intelligenza artificiale è un campo in continua evoluzione di cui si parla da anni e verso cui ci sono da sempre alcuni miti e alcune paure più o meno motivati, molti dei quali vengono riproposti e infarciti di recente dall’avvento delle Intelligenze Artificiali Generative, semplicemente perché sono le prime di cui anche le persone meno esperte possono vedere con mano gli effetti e pensare di comprenderli.

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L’era dei social tradizionali sta per finire

Disclaimer iniziale: questo è un articolo di opinionismo spiccio che potrebbe risultare parzialmente divisivo, un po’ iperbolico, nostalgico e magari pure saccente. Ma (spoiler iniziale) ha anche una morale positiva. Quindi vedete voi, ecco.

Frequento internet da più di qualche anno, più o meno da quando ha iniziato a essere noto sul territorio italiano e si viaggiava ancora con rumorosi modem analogici

Suono di un modem analogico

e da allora ho assistito a una lunga serie di cicli che rendevano estremamente importante e apparentemente insostituibile un nuovo paradigma di navigazione rendendo obsoleto e inutile il precedente. La mia sensazione è che stiamo vivendo la fine di un nuovo ciclo e l’inizio di un altro e che le vittime sacrificali siano questa volta i social network per come li conosciamo oggi.

Agli albori della rete non esistevano i motori di ricerca, come non esistevano i social network.

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