Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Vuoti nel vuoto

Tempo di lettura 4 minuti

Dove cazzo sono finito? Ero sulla strada giusta e sono sicuro di esserlo ancora. Non ho svoltato da nessuna parte strana e la strada mi pare di conoscerla, è la seconda volta di oggi che mi succede, quel negozio mi ricorda qualcosa, sì sono sulla solita strada ma non ricordo a che altezza, se dovevo aver girato qualche decina di metri fa oppure se… ah no quello è il semaforo. Non capisco. Mi sta accadendo sempre più spesso e non capisco se sia che sono sovrappensiero, ho l’impressione che il cervello si sconnetta per alcuni secondi o minuti e prenda il controllo la memoria muscolare a farmi guidare ancora, e quando il cervello si riconnette non sono certo di dove fossi arrivato. Cosa stavo pensando? Che cosa mi ha sconnesso? Se non sbaglio stavo pensando di lei. Lei o lei? Non mi ricordo neppure a cosa stessi pensando. Probabilmente a lei, ai suoi capelli ricci e alla sensazione latente che mi ha lasciato vederla l’altro giorno. Le parlerei se non fosse che avrei dovuto farlo un anno fa almeno, prima di uscire con la sua migliore amica. Come uno scemo. Sono stanco. Non dovrei fare intere settimane a tornare così tardi, ad andare a letto così tardi ed alzarmi presto, “e forse anche tu stai pensando che siamo troppo diversi, vorrei riuscire a guardare con i tuoi occhi” Carmen Consoli “come mai non hai più voglia di parlare”, non ne ho da un po’ neppure io. Mi nascondo, fuggo fingendo di non capire e passo da un momento all’altro sfuggente. E metti la freccia una buona volta! Se solo la gente imparasse ad usare una rotonda, non pretendo che siano tutti svegli ma usare una rotonda, stare sulla corsia interna non lo vedo così assurdo, usare una freccia quando serve. Mi ha mai sorriso? A volte ho l’impressione di sì, a volte ho l’impressione semplicemente di essere un coglione e di aver buttato il mio tempo in direzioni ostinate e sbagliate, altro che De Andrè, a lavoro oggi mi sono fatto nuovamente fregare e nuovamente qualcuno mi è passato davanti come ogni volta. Lo dovrei capire che non conta nulla saper fare quanto sapersi vendere, che non conta quanto sei in grado di dare, ne quanto dai ma conta solo che quel coglione con i capelli da spaventapasseri spiaccicati di lato sulla testa parla di cose che non sa con persone che non sanno di cosa parla lui ma che sono le persone giuste, vendersi bene alla fine è sempre la strada, vendersi bene. Tutto qui. Dovrei essermi venduto bene anche con te, ma anche tu sembri fuggire. Mi rendo conto che di tutti sei quella che conosco meno, non so neppure se tu abbia una famiglia, sei una scatola nera chiusa e mi chiedo se tu sia disposta a dare la chiave a qualcuno, cosa ci sia dentro, e forse è proprio questo che mi accende delle luci latenti nella scatola cranica, mi chiedo dove finirò tra qualche anno, immagino a volte la mia morte, mi immagino su un letto di ospedale incosciente ma in grado di sentire, di capire. Immagino flussi di gente, di parenti a lavarsi la coscienza davanti ad una persona incosciente, a visitare qualcuno che non hanno cagato per anni solo per far vedere che tutto sommato ci si deve voler bene, che tutto sommato non è che gli stessi sul cazzo perché sei sempre suo fratello, cugino, zio nipote, è solo che gli stavi sul cazzo. Tutto qua. Merda. Mi sono perso di nuovo? No devo girare a destra adesso. A destra dove? Questo incrocio somiglia all’altro, non è questo il punto. Che cosa mi sta succedendo? Non ho neppure bevuto, neppure troppo almeno, non da non ricordare dove stia andando o che cosa stia pensando. Pensavo a quella psicopatica mi pare, no? No non stavo pensando a lei era di morte o dell’altra, aspetta. Questo è l’incrocio. Ieri mi è successo anche mentre parlavo con Luca, ad un certo punto mi ha fatto una domanda e si è accorto che ero sconnesso. Non saprei dire a cosa stessi pensando ma era come se ci fosse qualcosa, un altro me che pensasse a qualcosa di diverso da quello che tutto il resto del mio raziocino vuole pensare. Stavo pensando della pazza credo, di come sia riuscita a rovinarmi un mondo bello rendendolo pesante, stancando e stressando ogni giorno, portandomi via il bello di quello che ho provato con tutto me stesso a donarle e mordendo, strappando, buttandomi addosso la rabbia che prova per il mondo e so benissimo non per me nello specifico. Probabilmente stavo pensando a questo, come ormai mi accade troppe volte, troppo spesso. Ho già fatto disastri enormi pensandoci, danni enormi. E vorrei fuggire a volte. Vorrei fuggire da tutto questo, come dai ricordi. Ho parlato con la mia ex l’altro giorno. non ci parlavamo da un po’. Mi ha fatto ricordare perché ci siamo lasciati, quanto di tutto questo fosse colpa mia ed un po’ anche quanto fosse colpa sua. Mi rendo conto di essere stanco, di non farcela più, di avere bisogno di una vacanza da tutto e da tutti, di andare lontano e rimanerci per un po’ di tempo. Di stare in silenzio. E di non guidare questa macchina ogni giorno per andare in una molteplicità di posti che ormai mi si confondono in testa.
“In fondo lo sai che le apparenze ingannano / facile risponderti che puoi prenderti tutto quello che vuoi / mi hai soltanto strappato un po’ di silenzio / mi hai soltanto strappato un po’ di silenzio / soltanto strappato soltanto un po’ di silenzio / soltanto sprecato il tuo nobile fiato”, in questi giorni Carmen Consoli è davvero la colonna sonora dei pensieri che faccio, dei ricordi che vivo. Non è in qualche modo iniziato tutto lì? Alla fine se ricordo bene ho scelto quel giorno il bivio sbagliato che mi ha portato qui, che mi ha incastrato in un ruolo che non è quello che avrei dovuto rincorrere con le unghie e con i denti.
Ed ora dove sono? Qual’è l’incrocio che trovo davanti? “Sopporterei ciò che più mi offende / Assisto a quei gesti guidati dalla tua stupidità / Sopporterei ciò che più mi uccide / Saprei restare comunque fedele a me stessa / Viscidi sorrisi non riscaldano / Tra bene e male ho già deciso / In fondo sai che le apparenze / Non m’ingannano / Mi hai soltanto strappato un po’ di silenzio”. Qual’è questo incrocio dei tanti che ho già visto? Sono ancora su quella strada o sta cambiando?
Sta cambiando qualcosa?

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