Finalmente ciò che avevo iniziato e nato dagli esercizi di stile recenti e da dell’altro è terminato, ha una sua dignità un suo essere ed è ora per me di lasciarlo andare non tanto alle spalle quanto per la sua strada qualunque essa sia.
Verrà a chiamarmi quando sarà ora, a bussarmi alla spalla dicendo “Hei, io sono qui, è il momento”.
Come un arciere lancia una freccia in una direzione ma non avrà mai la certezza di dove questa sia arrivata fino a quando non la vedrà piantarsi.
Un tributo ad Elisabetta Grieco che ha così celermente e precisamente trasposto su carta l’idea che avevo in testa nell’immagine che aveva in testa lei pur non avendo ancora letto una versione completa dell’opera stessa e pur non avendola io ancora finita nel mentre.
Mi sono reso conto solo a posteriori che rappresentava ciò che vi è dentro molto più di quanto avrei mai potuto immaginare in quei giorni.

Ora arriveranno probabilmente altri esercizi, simili ma diversi in un mondo che si sta creando nella mia testa. Credo che il genere rimarrà ancora lo stesso per un po’, poi si vedrà dove cadranno le frecce, poi si vedrà come cambierà il mondo.
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