Giustizia (stralcio di romanzo)

Racconti
Tempo di lettura 1 minuto

…..

Passai la notte stranamente rilassato, non rivedevo i miei giorni passati, non soffrivo pentendomi, la vissi come una notte normale, come se nulla di diverso dal solito dovesse accadere.

Oggi è il giorno in cui mi uccideranno, la stanza in cui mi trovo è bianca, come il tunnel che si dice ci sia dopo la morte, ma ora sono ancora prima, sono ancora di qua.
L’infermiere è arrivato a prelevarmi, mi chiedo a cosa serva un infermiere, a cosa servano medici, aghi sterilizzati e quant’altro quando sappiamo benissimo che non morirò prendendo qualche malattia.
Il buco per l’ago nella vena potrebbe prenderlo anche mia mamma, non mi sono mai drogato e le mie vene sono sane e ben visibili.
Non avrei mai pensato di fare queste considerazioni a pochi metri dal patibolo ma che vuoi, alla fine non c’è molto altro da pensare. Colpevole? Lo sono.
Pentito? E perché dovrei pentirmi? Tutte quelle persone si meritavano ciò che ho fatto. Lo meritavano i loro genitori almeno, meritavano e meritano tutta la sofferenza che vivranno per il resto delle loro vite. Trovo che sia divertente l’ironia del fatto che io invece non soffrirò più.
-Prigioniero. Perché ride? Abbia rispetto per queste persone a cui ha portato via qualcuno di caro.
Vorrei tanto poter morire col sorriso, ma temo che quelle iniezioni mi faranno perdere la possibilità di controllare i muscoli del volto rilassandoli come se fossi svenuto.
Trovo sia davvero un peccato.
Ora stanno infilandomi l’ago, sorrido al medico, all’assassino. Assassino né più né meno di me, anzi forse ne ha uccisi più lui.

…..

-da “Cuore” Stefano Giolo-

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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Citazioni a caso

Ora tu pensa: un pianoforte. I tasti iniziano. I tasti finiscono. Tu sai che sono 88, su questo nessuno può fregarti. Non sono infiniti, loro. Tu sei infinito, e dentro quei tasti, infinita è la musica che puoi suonare. Loro sono 88, tu sei infinito. Questo a me piace. Questo lo si può vivere. Ma se tu, ma se io salgo su quella scaletta, e davanti a me si srotola una tastiera di milioni di tasti, milioni e miliardi di tasti, che non finiscono mai, e questa è la verità, che non finiscono mai e quella tastiera è infinita… Se quella tastiera è infinita, allora su quella tastiera non c’è musica che puoi suonare. Tu sei seduto sul seggiolino sbagliato: quello è il pianoforte su cui suona Dio.Alessandro Baricco
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