Il danno scolastico di Paola Mastrocola e Luca Ricolfi non è un libro semplice da spiegare. Si articola sulla tesi che il tentativo, forse idealmente buono, di rendere la scuola accessibile a tutti attraverso semplificazioni e diritti abbia al contrario fatto in modo da amplificare le differenze tra chi già prima di queste riforme veniva privilegiato e chi veniva tagliato fuori dalla società.
Gli autori sono due, Paola Mastrocola che è stata un’insegnante e che racconta come è cambiata negli anni la scuola dal suo punto di vista e Luca Ricolfi, sociologo, che alle sensazioni e gli aneddoti di Paola Mastrocola aggiunge la statistica e una misurazione più tecnico-scientifica allo scopo di dimostrare la tesi di partenza.
L’ho trovato un libro disarmante, a tratti destabilizzante per quanta lucidità esprime. Seppure non abbia apprezzato a pieno tutte le parti scritte da Paola Mastrocola perché a volte un po’ semplicistiche e limitate, Luca Ricolfi ha costruito attorno alla tesi una struttura di informazione e di dati difficilmente controvertibili.
Se posso provare minimamente a riassumerne la tesi in maniera semplicistica direi che il meccanismo che si è cercato di creare per rendere a tutti possibile arrivare a un diploma superiore, o a una laurea, ha reso da un lato più facile arrivarci, dall’altro ha abbassato il livello medio di conoscenza, e quindi di cultura. Il risultato è stato quello di passare da vecchie generazioni in cui una piccola elite di ricchi usciva dalle scuole medie conoscendo il latino, la storia e la matematica, a nuove generazioni in cui molti arrivano alla laurea impreparati e in cui la stessa elite di ricchi può permettersi di prosperare grazie alla disponibilità economica.
Siamo così passati da una nazione con un altissimo analfabetismo reale a una nazione con un altissimo analfabetismo funzionale. Le persone sanno sì leggere e scrivere ma non comprendere a fondo testi complessi, e in questa situazione la probabilità che chi è figlio di una elite vada a mantenere la posizione in questa elite, mentre chi è figlio di emarginati continui a mantenere la posizione di emarginato è estremamente alta.
Credo sia un libro importante, da leggere e capire per poterci almeno riflettere. Credo contenga molte spiegazioni, molto più complesse di quanto potrei spiegare io, di come funzioni oggi la nostra nazione sotto diversi punti di vista.
La cultura, la scuola, l’istruzione in genere sono qualcosa su cui non si può perdere tempo e rimandare, non sono cose su cui si può risparmiare. Dovrebbero essere il principale interesse di una nazione e purtroppo ad oggi non è così.
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