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E lunghe ore a ingannarci così
a dire lui e lei, sempre gli altri
e i palliativi sono sempre tanti per non ammettere che siamo qui,
e Charlie Brown e Mafalda e la scuola
storie un po’ vere a volte inventate
nei pomeriggi d’inverno e d’estate
di strani voli su una parola.
Quando cantavo Plaisir d’Amour
tu mi guardavi e ridevi più forte
non lo capivi che ti facevo la corte
o forse capivi e la furba eri tu…
e mi hai sospeso su un filo di lana
e mi ci terrai ancora per molto,
giovane amore, fiore non colto
o forse sì, ma da un’altra mano.
E chi lo sa se anche tu mi vuoi bene,
a volte credo di esserne certo
a volte invece sembra tutto uno scherzo,
fuggono gli occhi come falene
amica mia sorella speranza
quello che vuoi io non ti dirò,
quello che voglio non sentirò,
quello che c’è dietro l’indifferenza.
E tutto è morto e tutto è ancor vivo
e solamente tutto è cambiato
quello che provo l’ho sempre provato
e credo ancora in ciò in cui credevo
e il fiocco nero è l’unica cosa
che mi è rimasta con la malinconia,
ma insieme a questa stanca anarchia
vorrei anche te, amica mia
Ma dimmi tu non è meglio così?
Immaginare e illudersi sempre
qui ad aspettare qualcosa o niente
qui ad aspettare un no o un sì
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo
così studiato giorno per giorno
fatto di tanti cristalli di brina
3 risposte a “Il lungo addio”
“Il lungo addio” è stato uno dei numeri che più ho amato di Dylan Dog quando in quinta liceo, ormai nel lontano 1992, invece di seguire le lezione mi immergevo nella sua poeticità. Grazie per il bel tuffo nel passato, con questo caldo è molto rinfrescante. Un abbraccio, Stefano!
Anche io ci sono molto legato da allora, questo albo mi ha inseguito negli anni comparendo nei momenti più adatti, qua e là. Ogni volta mi riporta le stesse emozioni, come fosse la prima 🙂
“Ma dimmi tu non è meglio così?
Immaginare e illudersi sempre
qui ad aspettare qualcosa o niente
qui ad aspettare un no o un sì
che in ogni caso sarebbero fine
di tutto questo che almeno è un ricordo
così studiato giorno per giorno
fatto di tanti cristalli di brina”