Da Burgos a Hontanas
Dio benedica chi ha inventato il sonno, mantello che avvolge i pensieri di tutti gli uomini, cibo che soddisfa ogni fame, peso che equilibra le bilance e accomuna il mandriano al re, lo stolto al saggio.
-Miguel de Cervantes-
Il viaggio è stato rilassante e piacevole. Riposante. Partiti alle 21 da Verona siamo arrivati a Madrid a mezzanotte. A mezzanotte e 45 avevamo l’autobus per Burgos. Quello di cui avevamo preso il biglietto nella data sbagliata, quella del giorno prima. Dopo aver chiesto indicazioni a tre persone che ci hanno indicato tre luoghi diversi dove prenderlo lo abbiamo trovato e abbiamo ripagato il biglietto. Poi finalmente alle tre e un quarto siamo arrivati a Burgos. Quattro selfie e via verso il cammino
Camminare di notte ha un suo fascino, in questa piacevole tappa permette ad esempio di non vedere che stai camminando accanto alla statale e quasi puoi ignorare fanali e smog. Ma c’è freddo. Un freddo cane. Ho pensato a Sterno e Proxi a casa. Ho pensato a chi me lo ha fatto fare. Ma poi è arrivata l’alba. Ecco. L’alba, i prato verdi, le colline, i 36 km da fuori allenamento su 31 preventivati. Gli ultimi credendo di morire in attesa di un piccolo paesino che si è mostrato solo all’ultimo istante. Un paesino che in marzo ha tutti gli albergue chiusi tranne il municipale.
Il Cammino di Santiago in inverno è anche questo: albergue chiusi, manifesti già sbiaditi di pubblicità , Macchine tracciano solchi su strade dove la pioggia d’estate non cade. E io che non riesco nemmeno a parlare con me. A causa del vento troppo forte.
Però, come sempre, è tutto stupendo qui.
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