Come nella prima parte (https://wp.me/pQMJM-1xB) e nella seconda parte (https://wp.me/pQMJM-1zZ) abbiamo fatto un piccolo e noioso video anche sulla terza!
Siamo arrivati!
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Staipa’s Blog
Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei
Come nella prima parte (https://wp.me/pQMJM-1xB) e nella seconda parte (https://wp.me/pQMJM-1zZ) abbiamo fatto un piccolo e noioso video anche sulla terza!
Siamo arrivati!
È strano tornare a casa. È tutto uguale, gli stessi odori, le stesse sensazioni, le stesse cose. Ti rendi conto che l’unico a essere cambiato sei tu.
Benjamin Button dal film “Il curioso caso di Benjamin Button”
Infine siamo arrivati a Santiago. E siamo tornati a casa. Riprendere la routine è come sempre strano. Guardi attorno un mondo che non è cambiato affatto. Le stesse routine lavorative, le persone stressate, il traffico, i guidatori frustrati che fanno i fari e si incollano al sedere delle macchine in coda davanti a loro.
Dentro però la consapevolezza che il mondo è anche altro. Ho parlato diverse volte di quello che accade camminando, facendo strada. Dei legami che si creano tra le persone sconosciute e non che si incontrano. Come fosse un altro mondo parallelo a quello reale. Le persone si ascoltano, sono disposte a perdere del tempo le une per le altre.
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Da Alborada a Santiago
I finali eclatanti a strappare l’applauso di solito me li riservo per le canzoni.
Fabrizio de Andrè
Oggi era prevista finalmente la tappa finale. 19-09-2019. Sembra un giorno fico, scelto ad arte. Eppure in origine avremmo dovuto arrivare il 20. Eppure è una data così interessante.
Siamo partiti alle sei nel profondo buio del bosco, paesaggi quasi orrorifici e occhi luminosi di gatti che ci osservavano. Abbiamo tirato tantissimo per arrivare a Santiago alle 12:30. 28 kilometri di emozione, le gambe che corrono follemente e ben tre colazioni con pane e marmellata.
Poi d’un tratto il cartello della città di Santiago.
Bella? No. Come tutte le altre città un agglomerato di palazzi, negozi, polvere, smog, auto. Questo non toglie l’emozione di vedere finalmente la Cattedrale. Vorrei dirne cose poetiche ma probabilmente riuscirò a farlo solo più avanti.
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Da Casanova ad Alborada
Tutto nasce sempre da un eccesso: la grande arte è nata da grandi terrori, grandi solitudini, grandi inibizioni, instabilità, e ogni volta le ha sapute equilibrare.
Anaïs Nin
Oggi c’è poco da raccontare. Stiamo pagando la scelta di arrivare a Santiago un giorno prima. La tappa è stata lunga, 34 km sulla carta, 40 sull’orologio gps ma sospetto che il dato gps sia falsato durante una pausa pranzo particolarmente lunga.
Tutti e quattro accusiamo i dolori muscolari e tendinei di chi ha spinto un po’ troppo ma ripensando ai giorni passati la soddisfazione e la consapevolezza che domani saremo a Santiago colorano tutto di un aura migliore.
Oggi abbiamo comunque visto altri paesaggi stupendi, boschi, laghetti, torrenti. Abbiamo perfino incontrato due signori anziani che portavano al guinzaglio diverse mucche.
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Da Villachà a Casanova
La gente è il più grande spettacolo del mondo. E non si paga il biglietto.
Charles Bukowski
La tappa di oggi è stata lunga. 33 km. Ma dovrebbe permetterci di arrivare a Santiago un giorno in anticipo. Il meteo è stato propizio e i panorami generosi.
Sotto i 100 km però qualcosa è cambiato: abbiamo abbandonato definitivamente la solitudine riflessiva e pacifica del cammino per raggiungere gradualmente la bolgia. Migliaia di persone in fila come formichine poco consce della fatica e del senso stesso del cammino e svariati casi assurdi.
Proverò a renderne l’idea.
Caso 1. Durante la notte, in un piccolo sono stato svegliato dolcemente alle quattro del mattino dal telefono che la ragazzina sopra di me si è lasciata sfuggire e che mi è arrivato in faccia. Successivamente la ragazzina ha continuato a messaggiare per ore con le notifiche con la vibrazione per essere certa di non addormentarsi.
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Da La Casa del Alquimista a Villachà
Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.
Cicerone
Ieri è stata una serata inaspettata. A fronte di una pessima accoglienza alla Casa Del Alquimista, con il mega saggio figlio del vero Alchimista che praticamente non ci ha degnato di uno sguardo abbiamo avuto una piccola cena comunitaria a base di pasta cotta da un’italiana con tonno e incredibili pomodorini dell’orto. Dopo cena Niobe, Cori ed Elena il gruppo che ormai si è formato stabilmente hanno fatto apparire una bottiglia di vino e una torta con tanto di candeline. Niobe le aveva portate con grande fatica per tutto il giorno. È stato un bel compleanno alla fine.
Oggi abbiamo fatto poco più di trenta km, tra saliscendi, boschi. Partiti alle sei e mezzo ci siamo trovati al buio e nella nebbia ad attraversare il bosco fino al primo paese dove il primo bar ci ha accolti, proseguendo abbiamo finalmente attraversato il limite dei 100 km da Santiago ed ora ne mancano meno di 95.
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Da Hospital De La Condesa a La Casa Del Alquimista
Che palle, è il mio compleanno.
Stefano Giolo
Ieri sera al ristorante abbiamo trovato una festa di prematrimonio, o qualcosa del genere. Oltre ai due futuri sposi a festeggiare c’erano altri quattro o cinque giovani e un mucchio di vecchietti arzilli a cantare e ballare.
La tappa è stata come sempre impegnativa ma il vento ci ha rinfrescato e la pioggia che doveva venire ci ha graziati. Il percorso si è snodato soprattutto nei boschi con un migliaio di metri di dislivello.
Oggi siamo alla Casa Del Alquimista, un luogo strano e non pubblicizzato vicino a Furela. Si tratta della casa privata di un alchimista. Creava quadri con i minerali e diceva di trasformare le emozioni in oro. Ora è gestita dal figlio e ospita i pellegrini di passaggio a donativo. Ci aspettano meditazione ed una cena comunitaria.
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Da Trabadelo a Hospital Da La Condesa
Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi.
Marco Tullio Cicerone
La serata di ieri è stata una delle più preziose e belle di tutto il cammino. Nell’Albergue Casa Susi abbiamo conosciuto Susi e Fermine, una coppia di innamorati che ha fatto della propria vita il bello di ospitare. In questo piccolo ostello (ci tengono a dire senza letti a castello) offrono una cena di gruppo con cibo proveniente esclusivamente dall’orto. Alla cena eravamo in 17 di cui un asiatico, almeno una australiana, due sudafricani, alcuni Statunitensi e gli altri sparsi per l’Europa, in pratica abbiamo riunito tutti i continenti abitati nella convivialità. Abbiamo mangiato, cantato, raccontato esperienze.
Siamo partiti alle 06:30, con mezzora netta di ritardo.
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Da Camponaraya a Trabadelo
Senza economie nessuno potrà essere mai ricco; facendo economie pochi saranno poveri.
Samuel Johnson
Ieri è stata un altra serata tra amici, per la prima volta abbiamo provato un Hamburger sul cammino. Non ho idea di perché mi sembri così importante da dover scriverlo.
Dopo una sveglia molto mattiniera siamo partiti intorno alle sette per una tappa che doveva essere in piano ma che si è rivelata un continuo saliscendi. Nulla di infattibile nella pratica ma rispetto ai primi giorni il caldo la sta facendo da padrone. È una fortuna però considerato che il centro e il sud della Spagna al momento sono devastate da piogge torrenziali, al momento preferisco il caldo quasi insopportabile che c’è qui.
Le previsioni già ci avvertono che domenica potremmo prendere acqua anche noi, ma si vedrà.
Oggi siamo passati da Lugo e da Villafranca.
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Da El Achebo De San Miguel a Camponaraya
Ciò che è vero alla luce della lampada non è sempre vero dalla luce del sole.
-Joseph Joubert-
Oggi è stata una giornata dura. Durissima, avevamo fatto tutti i calcoli, 26 km, tappa leggera. Partenza leggermente ritardata perché fare con il buio la discesa che ci aspettava sarebbe stata pericolosa. Il risultato è stato un pomeriggio di sole spaccapietre, disidratazione, fatica.
Ieri sera ci siamo ritrovati con gli Italiani simpatici e abbiamo conosciuto la senese, una donna di mezza età da sola sul cammino e il cameriere, un milanese che, fulminato dal cammino, ha deciso di mollare il mondo e lavorare come stagionale in un ostello privato per raccogliere abbastanza soldi da andare in Giappone a fare un altro cammino. Serata piacevole che ha risollevato in me la visione dei connazionali. Ad essere prevenuti verso un popolo, anche il proprio, alla fine si viene smentiti.
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Da Santa Catalina De Somoza a El Achebo De San Miguel
Non sono razzista però…
Un leghista a caso
Ho già usato questa citazione, lo scorso anno. All’epoca si riferiva ad una donna Francese con la quale nonostante l’impossibilità comunicativa tipica della sua nazione abbiamo infine fatto amicizia. Questa volta si riferirà all’allegro gruppo di Italiani che abbiamo incontrato in ostello. Rumorosi, chiassoso, invadenti come dal peggior stereotipo. “C’è un adulto che può far star zitti i bambini?” ho dovuto dire notte tempo. Ma Niobe ha poi inveito nel giusto modo per zittirli.
La mattina siamo partiti alle sei e mezzo, quando gli Italiani Scemi ancora dormivano. Abbiamo anche conosciuto gli Italiani Simpatici che invece sono un ragazzo e una ragazza che si sono incontrati durante il viaggio.
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Da Hospital de Òrbigo a Santa Catalina De Somoza
Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
Giacomo Leopardi
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti.
Ad un primo giro nel paese ho avuto un mancamento alla vista di un negozio ho letto “Carniceria Vegana”. Fortunatamente per la mia (quasi) sanità mentale mi sono accorto che qui a Hospital de Òrbigo tutto si chiama Vega. O De La Vega. O Alvarèz vega. Non ho visto don Diego De La Vega ma cercando in ristorante in via Vega sono finito in Calle Vega dove ci hanno accolto dicendo che lì non si può mangiare, e abbiamo scoperto che la via giusta era un altra Vega, quella di Alvarèz. Insomma, una indicazione un po’ vaga.
Più avanti per altro siamo passati da San Justo De La Vega. Per Diego forse c’è ancora speranza.
Durante il tragitto abbiamo incontrato numerose cose interessanti, la prima certamente un allevamento di bovini con dei piccoli box per i vitellini.
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