Da El Achebo De San Miguel a Camponaraya
Ciò che è vero alla luce della lampada non è sempre vero dalla luce del sole.
-Joseph Joubert-
Oggi è stata una giornata dura. Durissima, avevamo fatto tutti i calcoli, 26 km, tappa leggera. Partenza leggermente ritardata perché fare con il buio la discesa che ci aspettava sarebbe stata pericolosa. Il risultato è stato un pomeriggio di sole spaccapietre, disidratazione, fatica.
Ieri sera ci siamo ritrovati con gli Italiani simpatici e abbiamo conosciuto la senese, una donna di mezza età da sola sul cammino e il cameriere, un milanese che, fulminato dal cammino, ha deciso di mollare il mondo e lavorare come stagionale in un ostello privato per raccogliere abbastanza soldi da andare in Giappone a fare un altro cammino. Serata piacevole che ha risollevato in me la visione dei connazionali. Ad essere prevenuti verso un popolo, anche il proprio, alla fine si viene smentiti. Ed è bello cosi.
Durante il cammino di oggi abbiamo incontrato diverse stranezze, la più grande probabilmente un abitante anziano di un paese che spingeva da solo la propria carrozzella. Privo di una gamba stava in piedi con la fronte verso la seduta e le braccia appoggiate alle maniglie da davanti e con l’unica gamba si spingeva come su uno skateboard. Eroe. Al secondo posto un’auto con l’adesivo Bebè a Mordor. Al terzo una signora di qualche giorno fa che sta facendo il cammino portando il proprio zaino in un passeggino.

Verso la fine del percorso oggi abbiamo incontrato l’Italiana spagnola una ragazza completamente italiana con cui abbiamo messo diverso tempo per renderci conto che eravamo tutti italiani, ci siamo fermati allo stesso ostello.
Domani (si spera) ci aspetta una tappa interlocutoria prima di un altra dura salita.
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