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Muro

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Tempo di lettura 1 minuto

Eri tu quel muro.
Ed io ad avvicinarmici. Osservarlo.
Spostarmi a destra e a sinistra come per studiarlo.
Toccarlo lentamente con paura e ritirare la mano.
Allontanarmi di scatto.
Guardarlo ancora, a destra, a sinistra.
Sfiorarlo ancora e sfuggire.
E poi pian piano toccarlo nuovamente con più confidenza, pian piano.
Fino a posarci il palmo, abbracciarlo lentamente.
Allontanarmi senza più perderne il contatto, carezzarlo dolcemente
e poi ancora senza perderne il contatto sedermici accanto, mantenendo l’abbraccio,
posando su di lui il mio viso, addormentarmici a contatto.
Rimanere accanto a lui.
Eri tu quel muro.

E poi, prima di andarmene, un inchino per ringraziarti di tutto ciò che sei.

Di ciò che sarai.

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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Citazioni a caso

Ero nel fulcro di tutto e sentivo che da quel momento invece di camminare guardando avanti al futuro avrei camminato per sempre voltato all’indietro guardando verso il passato.Stefano Giolo
“La spirale di Fermat”, romanzo in sviluppo

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