Sono giorni complessi, lunghi e difficili.
Questa settimana lavoro la notte da mezzanotte alle sette e le giornate sono stancanti, mercoledì alle 21 ero a Padova per una riunione dell’EPC Agesci del Veneto per organizzare la partenza per L’Aquila, a mezzanotte ero a lavoro, oggi dopo cinque ore di sonno in piedi ad organizzare la mia squadra e il viaggio assieme a Cristina di un’altra squadra con la quale partiremo, totale circa 25 telefonate in poche ore…
Il tempo di riposare ancora un po’, preparare i bagagli e di nuovo a lavoro… eccomi qua.
La situazione almeno è tranquilla.
Domani ultimi preparativi, festa di compleanno la sera e poi partenza alle 4 di sabato mattina, cinque ore di macchina e finalmente saremo là .
La riunione all’EPC è stata molto illuminante, ci ha fatto riflettere su cosa incontreremo, sulle difficoltà che incontreremo, sulle problematiche. C’era una psicologa a parlarci delle varie reazioni che possono avere le persone, i bimbi, gli anziani, sull’importanza della nostra uniforme, su come la gente vede queste persone con i calzoni corti e la camicia azzurra.
Oggi ho preparato le mie tre uniformi, due con scritto VR13 ed una con ancora scritto VR24, le ho preparate con uno spirito diverso, con una fierezza di appartenere a questa associazione diversa, con la consapevolezza che si, fino ad ora ho dato molto con questa camicia, ma la settimana prossima forse sarà l’esperienza più forte fatta fino ad ora, che sarà una prova per me, che sarà un momento per imparare una quantità di cose che forse non avrò neppure idea di quante sono neppure dopo.
Sarà dura, sarà stupendo, sarà difficile comprendere cosa hanno dentro le persone, sarà forte vivere tutta questa esperienza.
Mi è stato assegnato il ruolo di capo squadra, dovrò coordinare la squadra con quanto ci verrà detto dalle strutture al di sopra, il nostro ruolo sarà quello principale dell’animazione, del contatto con la gente, dove animazione tuttavia non significa giocare, ballare e fare scenette, ma fare quel di cui la gente avrà bisogno, che sia questo svagarsi, o sfogarsi, ridere o piangere o arrabbiarsi o stare in silenzio, in gruppo o con il singolo. Quel che sarà . Dal bimbo impaurito, al giovane incazzato, all’anziano che si sente in colpa per essere sopravvissuto al nipote, al padre di famiglia senza casa e senza lavoro.
Purtroppo le forze giù non sono molte in queste ultime settimane, non sono molti i volontari, quindi alla fin fine il nostro servizio sarà semplicemente quello che ci viene chiesto di fare.
A volte l’importante è anche solo esserci, essere punti di riferimento stabilii per qualcuno che i punti di riferimento, le colonne le ha perse completamente.
Vedremo, sarà quel che sarà .
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