Su BlackoutChallenge e su TikTok

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Tempo di lettura 4 minuti

Sicuramente avrete sentito parlare del caso recente di una ragazzina che sarebbe morta per aver imitato una serie di video presenti su un social network molto usato dagli adolescenti. Il caso è ovviamente triste e ovviamente parlare di questo argomento deve essere fatto con una certa delicatezza.

Uno degli argomenti di cui mi occupo e di cui ho avuto anche modo di confrontarmi spesso con gli adolescenti è l’uso consapevole della tecnologia di cui ho avuto occasione anche di tenere una conferenza per le scuole. La prima cosa da fare quando si tratta un tema del genere, in particolare se ci si occupa di giornalismo o di sicurezza, dovrebbe essere quello di informarsi a fondo per non incorrere in grossi errori o non creare più danni che risultati. In particolare, se si è un giornalista di una testata importante o di un programma come le Iene o se ci si trova nei panni del Garante della privacy.

La mia convinzione è che la gran parte del problema sia causato da ignoranza e paura degli argomenti tecnologici. Innanzi tutto, parliamo di cosa si dice essere .

Cos’è

Secondo i giornalisti sarebbe una prova che verrebbe condivisa sul social TikTok e consisterebbe nell’avvolgere attorno al collo una corda o una cintura fino ad arrivare a soffocare e svenire per poi riprendersi. Il tutto filmandosi o facendosi filmare. Secondo gli stessi giornalisti questa cosiddetta challenge starebbe spopolando sul social e causando il tentativo da parte di numerosissimi adolescenti di fare cose pericolose e potenzialmente mortali.

Ma è così? Scopriamolo assieme.

Cosa dovrebbe fare un giornalista prima di condividere questa informazione?

Una cosa intelligente sarebbe quella di scaricare TikTok, cercare BlackoutChallenge e guardare i video condivisi con questo hastag, prima che la notizia diventi virale ed esploda come ad esempio dopo un servizio delle Iene. Ci siamo già passati con il BlueWhale di cui volutamente non ho mai scritto su questo blog ma che uso sempre come esempio quando parlo di uso consapevole della tecnologia. Era un challenge precedente a questo che di fatto non è mai esistito se non nella narrativa giornalistica e che da dopo il servizio con cui le Iene hanno iniziato a parlarne si è trasformato, seppure per un breve periodo, da leggenda a realtà.

Cosa c’è su TikTok cercando

La realtà e la può verificare chiunque abbia voglia di fare un minimo sforzo, e di non fare il boomer come direbbero appunto i veri utenti ti TikTok, è che cercando video con quel hastag si troveranno decine di migliaia di video divertenti in cui succedono cose come: ragazza sull’ellittica -schermo nero- ragazza sull’ellittica a testa in giù, ragazzo davanti a un tavolo pieno di cibo – schermo nero – ragazzo con il tavolo vuoto e a testa in giù-, in pratica video divertenti in cui improvvisamente lo schermo diventa nero e poi succede qualcosa di assurdo, generalmente a testa in giù.

Sinceramente dovendo travisarli e dargli un significato recondito li avrei interpretati più come scherzi riferiti al fascismo che al suicidio.

Ovviamente questo non significa che fra i meandri delle decine di migliaia di video non esistano video come quelli riferiti, né che non esista un challenge tra gli adolescenti che riguardi il rischiare il soffocamento, né tantomeno che la ragazzina non lo abbia fatto spinta da qualche cosa del genere.

Quindi cosa sta succedendo con ?

Io focalizzo principalmente tre argomenti:

  • I giornalisti, le Iene come sempre in primis, stanno facendo scoop su una notizia presumibilmente falsa rischiando di farla diventare vera. Come un tempo il parlare di lanciare i sassi dal cavalcavia si era dimostrato essere la causa che metteva in testa ai ragazzi di lanciare i sassi dal cavalcavia oggi continuare a parlare di questo challenge dà ai ragazzi l’idea di farlo.
  • Il garante della Privacy ha deciso di costringere TikTok a bloccare tutti i minorenni, ma evidentemente non ha provato a iscriversi a TicTok per scoprire come venga valutata l’età, e non capisce come funzioni questa tecnologia. Il blocco non solo è inutile e non fattibile ma verrà ovviamente aggirato perché non è e non sarà mai fattibile un vero controllo dell’età che non diventi una maggior violazione appunto della privacy.
  • I genitori, e di conseguenza i ragazzini, non hanno una buona dimestichezza con la tecnologia e la danno in mano ai loro figli senza rendersi conto di un pericolo che in effetti c’è.

Una cosa che dovrebbe essere capita da tutte e tre le categorie è che i pericoli ci sono. Ma non sono su una singola specifica piattaforma. Ci sono decine di canali (di cui non mi dilungherò qui) dove questo genere di prove, se esistenti, possono essere veicolate e molti sono molto meno tracciabili di quanto possa esserlo una piattaforma aperta e pubblica come TikTok. La soluzione non è spaventare i genitori, e non è chiudere o limitare a caso e in maniera discutibile una piattaforma. La soluzione è parlare dell’uso consapevole delle tecnologie. Ai genitori e nelle scuole. In modo che senza allarmismi inutili tutti possano conoscere i rischi e i vantaggi di questi strumenti, e decidere consapevolmente come usarli e come farli usare ai propri figli.

Non amo fare pubblicità, e questo credo sia la prima volta che mi azzardo a farlo, ma se qualcuno fosse interessato a una conferenza su tali argomenti, con target adolescenti, con target insegnanti, o con target genitori, potete contattarmi dal sito: nella sezione Contattami (https://www.stefanogiolo.it/contattami/) o da qui sotto. La conferenza può essere realizzata anche da remoto.

Collaboro per altro anche con Cicap Scuola il quale organizza corsi per insegnanti riconosciuti dal Miur anche su questa tematica.

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Conferenze

Sono disponibile per l’organizzazione di conferenze su Uso consapevole delle tecnologie, e su Come riconoscere le Fake News, o altri temi analoghi.
Potete contattarmi attraverso i miei contatti su questo sito.

Le conferenze possono essere declinate per formazione per adolescenti, formazione per genitori o formazione per insegnanti.

Potete visitare l’apposita pagina Conferenze e Corsi per maggiori informazioni.

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3 risposte a “Su BlackoutChallenge e su TikTok”

  1. Avatar Matteo Scandola

    Meno male che non sono l’unico a vedere quante volte (perché questo è solo un esempio) viene fatto un giornalismo superficiale a caccia di consensi.

    1. Avatar Stefano Giolo

      Matteo Scandola in questo caso pure pericoloso!

    2. Avatar Matteo Scandola

      Stefano Giolo indubbiamente!

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