Non è forse un cammino, interiore ed esteriore?
Oggi, ieri, ho camminato molto, viaggio esteriore ed interiore.
Con amici.
La fatica, il sudore che scende, la tua acqua che finisce, un amico ti porge la sua, e si riprende, ancora, in salita, dove non vedi nulla, dove pian piano cominci a veder e il panorama di ciò che hai passato dietro, dove poi cominci a veder finalmente una meta.
E poi sei lì. Chi ha camminato sul serio e faticato, chi per un motivo o l’alto ha preso la seggiovia, che importa?
Sei lì, lassù. E con gli altri puoi ridere del mondo, di quei puntini accaldati che neppure riesci a scorgere là lontano, tra il lago ed altri monti, nella pianura sconfinata, ovunque attorno a te, ma sotto di te.
E osservare lontano il mondo che hai abbandonato, almeno per un po’, osservarlo con attorno Il “Nessun dorma” che impera. E poi… il vento che rinfresca, quasi il freddo, e il sole.
Consumare un pasto tra amici con i Pink Floyd in sottofondo e ridere, e parlare, e confrontarsi, come il mondo la sotto non esistesse più.Scoprire una biblioteca, Gibran, Prevert, Oscar Wilde, Dickens, Dumas, Freud, Kipling, Poe, Hamingway, Nietzche, Shakespeare, Omero, libri sulle storie delle religioni, di tutte le religioni, c’è saggezza.Ti viene alla mente qualcuno da poco conosciuto, pian piano, il volerlo scoprire un po’ di più, e guardare un tramonto, le luci delle città dall’alto di un monte e pensare al desiderio soffuso e diffuso di incontrarlo ancora.
Presto.
In questi giorni un po’ del tuo futuro si sta scrivendo, decidendo, pianificando e vorresti condividerlo mentre osservi le luci della città sotto che il monte va lentamente a dormire e sopra le luci di stelle che invece staranno tutta la notte a proteggerti.
E il giorno dopo tornare a casa, accaldato e felice, un po’ più vivo, un po’ più vero, un po’ più te.
E un po’ più cotto.
Ho camminato, cammino esteriore ed interiore, ho pensato a scelte, al futuro.
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