Lo scorrere del tempo

Racconti
Tempo di lettura 1 minuto

“…e poi comincerà a sentire le palpebre pesanti, sempre più pesanti”
“uno”
“due”
“tre”
Un orologio. Un orologio da taschino.
Si muove a destra e sinistra, lentamente. Lo vedo accelerare quando scende e rallentare fino a fermarsi qualche istante quando sale. Prima da un lato e poi dall’altro.
Troppo lentamente per essere credibile.
La lancetta dei secondi non si muove.
“quattro”
L’orologio è rotto, segna le sette e diciannove.
Oscilla. Continua nel suo moto imperturbabile.
Lento. Lento e mosso da una catenella in bronzo brunito.
Lento. Lento e mosso da una mano in un guanto di pelle bianca.
È rotto l’orologio. Segna le sette e diciannove.
“Cinque”
È un coniglio.
È un coniglio bianco a reggere l’orologio. Indossa un panciotto.
Sorride e mi guarda il coniglio bianco. Da sopra quel panciotto elegante.
Mi guarda.
“Sei”
Devo fuggire. Non guardarlo.
(Non guardarti).
Devo fuggire mentre l’orologio si ferma qualche istante a destra del suo volto e scende.
-Sette e diciannove-
Fermo.
E si muove accelerando.
“Nove”
Non mi sta più guardando il coniglio bianco, nel suo panciotto, nei suoi guanti.
Non mi sta più guardando il coniglio bianco.
Ha voltato la testa il coniglio e guarda di lato.
C’è un albero piantato in mezzo al prato.
C’è un albero piantato in mezzo al prato.
E sotto l’albero un buco, una tana.
C’è un albero piantato in mezzo al prato.
“Dieci.”

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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Chiunque pensi che l’immaginazione non può uccidere, è uno sciocco.Stephen King
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