Teo, di Lorenza Gentile è stato un libro che mi ha stupito. Scritto con la voce narrante di un bambino e la stessa apparente ingenuità potrebbe apparire una fiaba per bambini e come tale è raccontata, la stessa innocenza e incoscienza di un bimbo. Solo che questo bimbo ha un sogno: imparare a vincere tutte le battaglie come il suo idolo Napoleone, quello del libro che gli hanno regalato. Non sa ancora nulla di Waterloo e della sua sconfitta, sa solo che è Napoleone è un morto ed è determinato a raggiungerlo per parlargli. Scrive elenchi su modi per morire cercandoli su Wikipedia, interroga gli adulti per capire cosa ci sia dopo la vita, c’è chi dice il paradiso e l’inferno, chi la reincarnazione, chi dei numeri, chi il nulla. Ma sul nulla non ci sta, Napoleone dovrà pure essere da qualche parte! La battaglia che Teo vorrebbe vincere, la più grande, è quella di riappacificare i genitori e così si inoltra in questa avventura nel mondo adulto visto con gli occhi di un bambino, nella morte, nella visione della vita.

Non ci vuole insegnare niente, vuole capire, progetta la propria morte come solo un bambino potrebbe fare e con l’ironia di una storia per bambini ci fa riflettere sulla nostra vita di adulti, sorridendo, ridendo e qualche volta ricordando con un pizzico di malinconia quando anche noi eravamo innocenti.
Una piccola chicca da leggere in poche ore e da portare nel cuore.
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