Staipa’s Blog

Il Blog di Stefano Giolo, divulgazione informatica, uso consapevole tecnologia, e fatti miei

Alex pt2 (Umanità)

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(Precedente: Alex pt1)

Non puoi capire come gli innesti cibernetici ti cambino fino a quando gli innesti cibernetici non ti hanno cambiato. Non puoi capire fino a che punto tutte quelle stronzate del fatto che ti facciano perdere umanità non siano affatto stronzate. Il primo innesto l’ho fatto quasi per gioco, per moda. Non avevo ancora i miei seguaci all’epoca ma ero entrato nel gruppo da poco. Ognuno di loro aveva la propria caratteristica speciale, che lo rendeva più minaccioso. Gli anni dei tatuaggi, dei piercing o delle creste in testa erano passati, cioè voglio dire tutti li avevano e non era più un segno di distinzione, era quasi conformismo almeno tra chi viveva nei bassifondi, gli innesti sottocutanei tradizionali erano anche questi roba passata. C’era chi si era fatto innestare un braccio bionico solo per il gusto di averlo e di essere più forte senza dover sostituire necessariamente un braccio non più funzionante, c’era chi si era fatto innestare mezza calotta cranica in acciaio a vista, chi denti in titanio affilati. Quello con i denti in titanio tra l’altro si tagliava spesso mangiando, anzi si taglia ancora, è quello che uso come capo apparente, quello che in formazione sta davanti a tutti fingendo di essere me. Io sono sempre stato un ragazzo timido almeno all’apparenza, un ragazzo dimesso. La prima installazione che mi sono fatto fare è stata una sostituzione dell’iride. La prima versione che avevo installato si limitava ad illuminarsi di rosso quando lo sceglievo. Mi permetteva di rimanere anonimo ma diventare minaccioso al bisogno, non era ancora una versione come quella di oggi con la sostituzione completa del bulbo oculare per avere la visione a zoom ed il mirino migliorato. Ce l’ho su un solo occhio comunque, per evitare problemi nelle zone in cui è richiesto lo spegnimento delle attrezzature cibernetiche. Almeno l’altro occhio continuerà a vedere. Solo le funzioni di vista aggiuntive le ho ad un solo occhio, le illuminazioni ed i cambi di colore li ho ad entrambi ovviamente. Ma in genere li tengo normali su un banale colore marroncino chiaro. Non sentii nessun cambiamento particolare al primo innesto. Più avanti dopo l’incidente sostituii il braccio destro. Mi era rimasto maciullato e a ripararlo non sarebbe più venuto bene, lo sostituii comunque con un modello similumano, senza metallo a vista, e cose tamarre. Mi piace l’idea di rimanere anonimo, di non essere troppo notato. Certo la forza del braccio è un tantino migliorata, e con essa la precisione di tiro. Il puntamento con l’occhio è automatico e la precisione farebbe impallidire un cecchino, era di dotazione in offerta nel prezzo e così ho fatto installare la nuova versione di occhi, anche se me piacciono ancora le lame. Certo anche il lancio di coltelli è agevolato comunque ma preferisco lavorare da ravvicinato quando posso. Nadja quasi non si accorse del cambiamento, nel periodo dell’incidente eravamo forzatamente lontani e preferii non coinvolgerla, si accorse della differenza una sera.
“Tutto bene?” disse. “Sembri freddo, quasi inumano.” disse.
Io risi. Non avevo ancora capito.
Il terzo innesto che installai furono dei filtri ai polmoni. Dei filtri avanzati. Era accaduto di trovarmi in un tafferuglio con gli sbirri ed avevo scoperto che non amo molto respirare fumogeni. Mi pareva una buona soluzione ed avevo abbastanza soldi in quel momento. Le modifiche mi stavano rendendo migliore. Mi stavano rendendo migliore degli umani comuni. Stavo diventando superiore ai comuni umani.
Il quarto innesto fu un cuore avanzato, in grado di pompare il sangue più velocemente in caso di emergenza e di rallentare quando necessario per non causare l’affanno. Accoppiato ai polmoni bionici controlla ed ottimizza la resistenza fisica e lo sforzo. Hanno dovuto iniettarmi in circolo una sostanza simile a silicone per rinforzare le vene e le arterie, in passato c’erano stati casi di aneurisma da sovrapressione, ictus e altro.
Ora ero davvero superiore agli umani. Sotto ogni punto di vista. Superiore. Fu un momento iniziare a snobbarli, a non considerarne neppure l’uso in attacchi di scarso valore, inaffidabili, facili a rompersi. Un giorno guardai Nadja e mi chiesi per quale motivo dovessi stare con una donna così. Non era più in grado di resistere a letto il tempo che desideravo, e spesso piangeva per motivi futili. La notte non mi era più così necessario dormire perché l’ossigenazione migliorata del sangue era in grado di tenermi sveglio molto più a lungo, lei invece aveva sempre bisogno di ricaricarsi e dormire. Se non lo faceva di notte doveva comunque farlo il giorno dopo ed io mi trovavo in difficoltà a seguire i suoi cicli di sonno e d’altro genere. Mi resi conto in fretta che stare con un’umana era un inutile perdita di tempo. Fu così che la lasciai la prima volta. Fu così che la persi assieme alla mia umanità.

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Disclaimer su racconti e poesie

Tutto ciò che leggi qui dentro è una libera rielaborazione di vissuti, sogni e immaginazioni. Non rispecchia necessariamente la mia realtà. Se chi legge presume di interpretare la mia vera persona, sbaglia. Se chi legge presume che tutto sia inventato, sbaglia parimenti. Se tu che leggi mi conosci, leggimi come leggeresti uno scrittore sconosciuto e non chiederti altro di diverso di ciò che chiederesti di questo.

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