Da Moratinos a El Burgo Ranero
“Il modo migliore di amare ogni cosa è quello di rendersi conto che ogni cosa può essere persa.”
-GK Chesterton-
La giornata di oggi è stata ricca di emozioni. Potrei scrivere della bellissima strada bianca a bordo tangenziale, degli alberi straziati e morenti a intervalli di 165 cm circa l’uno dall’altro, dei campi verdi, di quei gialli e degli altri campi, dell’autostrada, degli altri alberi straziati e morenti a intervalli però di circa 180 cm, della strada asfaltata vicino al sentiero.
Ed invece oggi ci sono stati alcuni eventi che trascendono la varietà variosa del paesaggio.
Il ragazzo con la crox ad esempio ha lasciato la sua configurazione di recupero piedi ed ora cammina, ancora più veloce con due scarponi.
Niobe invece, in un momento di crisi, si è buttata a terra sdraiandosi sullo zaino e mi ha detto “ti voglio bene”. Le ho chiesto se volesse anche lei una croce alla memoria del pellegrino come i tanti morti sul cammino ma poi è sopravvissuta.
Dopo la doccia, e questo forse è il momento tipico della giornata, ho scoperto di aver abbandonato il mio povero e innocente Kindle a Moratinos, dove l’oste non capisce né inglese né italiano. Con indicibili fatiche siamo riusciti a spiegare ad un ragazzo spagnolo il problema, lui ha prontamente chiamato l’ostello per dire che avevamo trovato un Kindle. Abbiamo dovuto rispiegare e l’oste (sia fatto santo subito) ci ha raggiunti 30 km dopo per consegnarcelo.
Nota a margine: oggi siamo passati per la metà del cammino Francese di Santiago. Metà della via per la meta. Metà di un sogno cullato una vita.
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