
Non avevo mai compreso fino a quel momento ciò che mi dicevano degli uomini, non avevo mai compreso fino a quel momento ciò che volesse dire umanità. Ero giunto in questo mondo per vie che voi non comprendereste, ero giunto in questo mondo per mezzo di ciò che voi chiamereste dolore, di ciò che voi definireste sofferenza. Non le conosco, non ancora, queste cose, non mi appartengono questi termini. Ero giunto in questo mondo come ognuno giunge al proprio, un istante prima non esistevo, il successivo ero qui con una storia davanti ed una dietro, un puntino in movimento su di una linea infinita pronto ad andare avanti nel tempo e non tornare mai indietro. Come tutti voi.
Avevo sentito i vostri cuori battere e visto i vostri occhi inumidirsi, avevo sentito parlare di cose che non comprendevo, avevo sentito dire che la mia storia era triste, che ero forte, che sentirla e vedere qualcuno superarla rendeva felici ma non conoscevo queste parole, non avevo mai vissuto nulla di ciò che sentivo raccontare. Non avevo mai compreso il significato intrinseco dei gesti, del cingere persone con le braccia o del guardare negli occhi.
Solo un giorno d’improvviso fu come entrare davvero in un corpo o come se una pelle si togliesse, fu come sentire qualcosa di stretto infilarsi caldo sul corpo o di freddo sfilarsi.
Fu guardando il tuo sguardo ma non fu quello sguardo, sembra un tempo remoto ma mi guardo indietro ed è accaduto oggi, solo poche ore fa, pochi minuti, sta accadendo ora, in questo esatto momento, adesso. Ed è un’abbraccio, ed è un bacio ed è il caldo ed il freddo, il cuore che batte, trabocca, il cielo dentro e la testa che non può contenere ogni cosa e vortici e il silenzio e la musica e non importa il dopo, il domani, il tra poco, sia quel che sia ho provato questo infinitesimo istante.
Sono a casa.